12 feb 2019 – Abbiamo parlato di un rapporto in più in questi giorni. Quello aggiunto lo scorso anno già da Campagnolo, prima di tutti, e poi rilanciato con un bel po’ di concetti interessanti, da parte di Sram. Mentre la casa vicentina è rimasta sul classico e sfruttando il dodicesimo pignone per offrire una scala rapporti più omogenea, gli americani lo hanno sfruttato per introdurre il monocorona, definitivamente (sempre come opzione) e quindi in un compromesso che se da una parte amplia il range di sviluppi metrici, dall’altra porta a dei salti di rapporto inevitabili (e forse ponendo le basi per allargamenti futuri, visto che si sta creando un esigenza dal loro punto di vista).
Però c’è un altro argomento di cui vale la pena parlare, altri calcoli, che riguardano più la messa a punto della bicicletta, ma anche la posizione in sella, che si rischia di trascurare con le novità arrivate in questi anni. Sì, perché non si tratta solo di una cosa legata alle 12 velocità di Sram ma, allargando il discorso, riguarda la dimensione dei mozzi che ha lasciato la “vecchia” battuta da 130 millimetri per allargarsi e accogliere i freni a disco arrivando a 135 e poi a 142 millimetri (ma già si parla di aumentare ancora).
Più rigidità
Il mozzo posteriore più largo è un vantaggio in termini di rigidità: c’è appoggio maggiore ma anche più spazio per ruote più solide e magari con maggiore campanatura. Ospitano freni a disco 12 velocità e utilizzano il perno passante (ormai passato praticamente come standard al posto dello sgancio rapido) che rende più solida la struttura telaio-mozzo.
Linea di catena
Se si allarga il mozzo si sposta, teoricamente, anche la linea di catena, ossia la distanza tra il centro del telaio e il centro della guarnitura (si veda qui per l’approfondimento).
A portare la questione all’attenzione è stato, nei giorni scorsi, Romolo Stanco, progettista e mente dei telai T°Red.
«Con l’arrivo dei freni a disco è stato allargato il mozzo posteriore nelle biciclette da corsa – spiega – questo ha portato a modificare la posizione del pacco pignoni rispetto alla guarnitura. Di fatto lasciando le corone nella stessa posizione ci siamo trovati di fronte a una linea di catena non ottimale per il funzionamento della trasmissione.
«La linea di catena, normalmente a 43,5 millimetri, non è più sufficiente, occorre spostare le corone leggermente all’esterno e, se ci fate caso, Sram con il nuovo eTap Red AXS ha portato questa misura a 45 millimetri».
La modifica, insomma, non riguarda tanto le 12 velocità, quanto l’introduzione dei freni a disco che hanno portato al mozzo posteriore più largo.
«Il problema – continua la mente di TRed – è che nella doppia versione dei gruppi per disco non si è andata a modificare la guarnitura e nemmeno la lunghezza dell’asse del movimento centrale che è solidale con la guarnitura. Anche perché, in quest’ultimo modo, si sarebbe modificato il fattore Q che ha implicazione con la biomeccanica (distanziando le pedivelle si allargherebbe l’appoggio sui pedali col rischio di perdere in efficienza, ndr) e allora si è preferito rendere leggermente asimmetrico il montaggio. Altrimenti alcuni corridori compensano spostando le tacchette.
«Se misurate il fattore Q rispetto al centro del telaio – continua Stanco – vi accorgerete che molte biciclette presentano un’asimmetria. Poche sono le eccezioni e tra queste ho notato la bontà del lavoro fatto da Easton e da Rotor, quest’ultima addirittura con la doppia versione a seconda delle necessità.
– Ma è così importante questa differenza di linea di catena?
«Be’, non parliamo di poco – spiega Romolo Stanco – se può sembrare poco quel millimetro e mezzo di differenza, occorre tenere conto che stiamo parlando di catene larghe poco più di cinque millimetri: e un millimetro e mezzo è quasi il 30 per cento. Ecco che la differenza può farsi sentire.
«Potete chiedere ad Alessandro Petacchi che prova le nostre biciclette e farvi dire la differenza: quando si applica tanta potenza sulla trasmissione si innescano torsioni che possono portare alla caduta della catena. A chi pedala “normalmente” queste cose capitano raramente, si rimette su la catena e via, magari pensando a una regolazione da rivedere. Ma il motivo può essere proprio nella linea di catena da ottimizzare».
L’evoluzione, insomma, sta portando tutti i produttori, via via, a ottimizzare la linea di catena proprio per le nuove tipologie di telai.
Redazione Cyclinside
Prossima evoluzione bici da strada: 148 mm di battuta forcellini mi sa…e poi avanti col 13esimo pignone…??
Tutte modifiche inutili, servono sempre le gambe !!!!
Perfettamente d’accordo….
Con gambe buone, anche un 6×2 può bastare!
Le gambe, per andare in bici, sicuramente servono… ma qui si sta parlando di una modifica necessaria nel momento in cui ci sono i freni a disco.. nessuno ha detto meglio/peggio utile/inutile… Almeno leggere gli articoli prima di commentare…
Caro Luca, ho letto e riletto questo ed altri articoli riguardo il 12 velocità, sia di Campagnolo sia di Sram, su questo e su altri siti/riviste e mi sono fatto una mia personale opinione…
Riguardo freni a disco e monocorona ho già commentato qui ed altrove, e non intendo ripetermi.
Sono favorevole ai comandi elettrici (ho avuto il privilegio di testare il Dura Ace di2 nel 2007, quando ancora non era sul mercato), ancora più se wireless come Sram, ma, proprio in merito al 12 velocità, in particolare di Sram, ho due grandi dubbi:1) utilità di avere un pignone 10t; 2) stacchi eccessivi tra un rapporto e l’altro nella parte “alta” della cassetta.
Non escludo che una prova su strada potrebbe farmi ricredere, ma, così a sensazione, questa proposta non mi sembra così azzeccata né innovativa…
Detto questo, ribadisco che al netto di tutta la tecnologia, un paio di gambe allenate ed efficienti sono quanto di meglio qualunque ciclista possa desiderare!
Buone pedalate, Luca!