28 mar 2017 – Vado controcorrente ma faccio una premessa: considero tutto positivo, tutto quanto, direttamente o indirettamente, possa risultare utile in qualche modo alla sicurezza di chi pedala (in qualsiasi modo lo faccia: corsa, cicloturismo, città e così via).
Detto questo però non riesco ad essere entusiasta per una legge in più che parla di sorpasso ad almeno un metro e mezzo di distanza dal ciclista. Semplicemente perché una legge analoga forse già c’è.
Sì, perché il Codice della Strada, articolo 148, dice tra l’altro:
Il conducente che sorpassa un veicolo o altro utente della strada che lo precede sulla stessa corsia, dopo aver fatto l’apposita segnalazione, deve portarsi sulla sinistra dello stesso, superarlo rapidamente tenendosi da questo ad una adeguata distanza laterale e riportarsi a destra appena possibile, senza creare pericolo o intralcio. Se la carreggiata o semicarreggiata sono suddivise in più corsie, il sorpasso deve essere effettuato sulla corsia immediatamente alla sinistra del veicolo che si intende superare.
Ora, è vero, non c’è una quantificazione dello spazio da lasciare quando si supera un altro veicolo (e la bicicletta è un veicolo come gli altri), si parla genericamente di distanza adeguata che riporta, evidentemente, ad un esercizio di ragionamento da parte di chi sta effettuando un sorpasso. Legge che chi si trova alla guida deve conoscere bene, in quanto patentato e in grado di esercitare ragionamento. È chiedere troppo questo a chi guida? Evidentemente sì se si chiede un’altra legge che quantifichi lo spazio per i ciclisti. Personalmente, trovandomi alla guida di un’auto in fase di sorpasso, mi sono sempre regolato in base anche a chi superavo e probabilmente in qualche caso sarò stato più vicino di questo benedetto metro e mezzo.
Una legge in più insomma. Ok, ben venga anche perché è una spinta che arriva da tutta Europa in questo senso.
Ma ora veniamo al secondo punto: che ce ne facciamo di questa legge?
In Italia siamo abituati a leggi ridondanti. Si inaspriscono con pene severissime che fanno parlare e danno la sensazione forte che “si stia facendo qualcosa”, salvo poi lasciarle galleggiare lì, insieme a tutte le altre regole che già ci sono.
Chi controllerà davvero che la distanza di un metro e mezzo venga rispettata? L’Italia purtroppo è il Paese delle tante leggi e delle poche applicazioni e la minaccia di sanzioni pesanti funziona finché fa notizia. Finita la notizia i controlli finiscono come sempre col rischio che ci sia altro cui pensare. E tutto continuerà come prima. Che poi qui i controlli sono pure più difficili, uno in moto senza casco lo vedi, uno che supera a 50 centimetri… devi avere il vigile lì a vedere e sanzionare.
L’eccesso di velocità si combatte con le multe, gli amici svizzeri insegnano. E già che ci sono molti aprono il gas quando entrano nella Comunità Europea, lato sud, che tanto neanche le multe gli arrivano.
Insomma siamo alle solite? Rischiamo di fare una legge che verrà applicata con rigore per il tempo del clamore mediatico. Quante multe sono state fatte ultimamente per sorpasso pericoloso? Probabilmente le stesse che verranno fatte dopo questa legge.
Resta certamente il fattore positivo di una legge che parla espressamente di biciclette e magari sensibilizza qualcuno. E allora il guadagno c’è. Soprattutto se inizierà a far cambiare una cultura maledetta. Ma speriamo che venga rispettata e fatta rispettare.
Guido P. Rubino
Secondo me non cambierà nulla perché manca proprio la cultura del rispetto verso chi va in bici. La mia sensazione quando vado in bici è che moltissimi, quasi tutti, se potessero ci tirerebbero sotto molto volentieri.