26 mag 2018 – Mentre il Giro d’Italia vive il suo epilogo e la carovana è pronta a volare verso Roma, per la passerella finale ai Fori Imperiali, a sud di Siena è il momento di Eroica Montalcino.
Un festival che coinvolge tutto il paese, brindando col Brunello, ma non disdegnando neanche una birra veloce per combattere il caldo esploso all’improvviso. Il mercatino nelle vie del centro, saltimbanchi e il gioco dei tappi. Ma anche presentazione di libri, chiacchiere e letture d’autore da voci che hanno fatto la storia. Il festival ideato da Andrea Satta ha come teatro tutta Montalcino. E mentre gli altoparlanti diffondono la voce delle radiocronache che furono, scende la sera e si ritirano gli ultimi pacchi gara.
Un festival e un’edizione dell’Eroica Montalcino dedicata, anche questa, a Luciano Berruti, l’eroico scomparso lo scorso agosto al quale è stato dedicato un film breve presentato proprio in occasione del festival di Eroica Montalcino.
Sapori di Toscana, tra un bicchiere di vino e una fetta di formaggio, mentre si parla di cambi e telai ma anche di campioni e di ex, da Mara Mosole a Gianbattista Baronchelli, il corridore che perse un Giro d’Italia da Eddy Merckx per l’inezia di 12 secondi e che ha commentato col pubblico la tappa del Giro d’Italia con arrivo a Cervinia. A condire il tutto le punzecchiature di Marco Pastonesi sotto l’occhio divertito di Giancarlo Brocci che si gode la sua Eroica che ha varcato i confini del mondo della bicicletta.
Il pedalare lento che osserva l’andare veloce del Giro e parla della maglia nera, quella raccontata da Serena Malabrocca, nipote di Luigi, quello che aveva fatto trofeo dell’ultimo posto al Giro d’Italia. Poi la maglia nera presentata da Santini, il maglificio sponsor dell’Eroica che ha proposto un’intera linea di abbigliamento dedicata proprio a al simbolo così particolare.
Gli altoparlanti che si spengono lasciano lo spazio alla cena degli eroici nei diversi angoli di Montalcino. Il tempo dell’ultimo selfie o di una passeggiata tenendosi per mano come due bambini piccoli. Qui si torna un po’ indietro tutti alla prima bicicletta, quella che ha fatto sognare di più.
Domani si parte presto, ma non prestissimo, per assaggiare polvere e Toscana.
Poi scivolare ancora più giù, fino a Roma, a raccontare come le maglie di lana sono diventate filanti e leggere su biciclette trasformate dall’acciaio ai materiali compositi che pure verranno messi a dura prova, non dalle strade bianche stavolta, ma dai sampietrini romani.
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Guido P. Rubino