2 feb 2019 – Non è per essere nostalgici o tradizionalisti, ma per fortuna nell’era in cui le bici si producono quasi tutte in modo industriale in Asia e poi si vendono principalmente on-line, per fortuna in quest’era ci sono ancora realtà che le “specialissime” in fibra di carbonio le producono dalla “A” alla “Z” in Italia e poi magari vanno davvero a raccontare come le fanno all’interno delle mura fisiche del caro, vecchio, caldo negozio di biciclette.
Il produttore in questione è uno che il destino lo porta scritto nel nome, “Sarto”, che appunto da sessanta anni le biciclette le produce solo ed esclusivamente su misura e che per etichettarle ci scrive orgogliosamente sopra “Made In Veneto”; il negozio, invece, è la Cicli Lazzaretti, punto vendita storico della capitale, 102 anni di storia e un filo rosso ininterrotto verso una qualità che preferibilmente sia Made in Italy.
Piuttosto che martellarlo con campagne di promozione pubblicitaria che costano troppo e che non gli interessano, il suo prossimo cliente Sarto preferisce invitarlo e poi coccolarselo in casa, iniziando con il prendergli le misure presso la sede di Mellaredo di Pianiga (Venezia) per poi realizzargli il telaio ad-hoc; o perché no, per avvicinare nuovi utilizzatori Sarto sceglie di promuovere la sua collezione e la sua filosofia costruttiva in occasioni come questa, una serata in cui il produttore stesso spiega nelle mura di uno dei suoi negozianti di fiducia di cosa e come sono fatti i suoi modelli: “A tu per Tu con Sarto” era il titolo dell’evento organizzato presso lo storico negozio di biciclette romano, con una piacevole serata a parlare di tecnica, telai e tubazioni con Enrico Sarto, titolare della moderna “Sarto Bikes”, lui che più che definirlo “CEO” preferiamo chiamarlo come uno che le sue bici le progetta, le disegna e le salda ancora, o quanto meno ha ancora la possibilità di avere il controllo totale sull’intero processo produttivo di una azienda che conta undici dipendenti in tutto e che produce circa 250 pezzi l’anno.
Fino a poco tempo fa era quella di produttore terzista la voce principale del fatturato Sarto: l’azienda realizzava cioè per conto di aziende terze (Moser, Pinarello, Fondriest, solo per citarne alcune di un passato ormai lontano) alcuni pezzi delle loro collezioni prodotto. Ora la rotta della Sarto Bikes è cambiata, con una produzione che tra poco tempo sarà fatta quasi unicamente di telai con marca proprietaria.
Come e quanto Sarto sia diverso rispetto agli altri big brand dell’industria ciclistica mondiale è evidente non solo dai pezzi che produce all’anno, ma anche dal fatto che tutte le “Sarto” sono realmente dei top di gamma, sono tutti oggetti esclusivi che necessitano (e meritano) di essere costruiti su misura.
«Più che un semplice articolo da vendere, una bici da corsa deve essere un’esperienza, un’esperienza che devi far fare al tuo cliente – spiega Sarto -. C’è già chi viene da noi con le misure in mano, ma preferiamo comunque prendere noi stessi le misure al cliente, per poi cucirgli addosso la bici migliore in base alle sue preferenze, alle sue caratteristiche, alla sua statura, al suo peso e al suo stile di andare in bicicletta».
Una storia già sentita, penserete, una storia che in un’era in cui il custom è tornato di moda, non mettono in pratica soltanto i veneti di Sarto. Non è esattamente così, primo perché la personalizzazione di Sarto coinvolge anche la tipologia della singola tubazione di carbonio, una tubazione che viene intessuta in casa partendo dai fogli di carbonio pre-peg comperati da un unico fornitore (anche questo italiano), secondo poi perché le possibilità di modellazione che ti permette un materiale così duttile come il composito consentono di realizzare forme esclusive ed uniche, efficienti sia da un punto di vista meccanico, sia da un punto di vista estetico:
«Questo è l’aspetto più bello del mio lavoro – ci spiega orgogliosamente Sarto – non siamo certo gli unici a fare telai su misura, ma siamo gli unici a fare telai in carbonio che possiamo personalizzare in tutto, sia per la geometria sia per le forme di ogni singola tubazione».
È per questo che nella collezione prodotto che Sarto ha esposto per l’occasione presso Cicli Lazzaretti puoi trovarci il modello da corsa assimilabile alla “aero”, quello con carro compatto che va tanto di moda di questi tempi, quello con volumi e tubazioni più tradizionali o ancora puoi trovarci la gravel bike con gomme dalla sezione generosa. Sono le categorie di bici che puoi trovare anche in tante altre collezioni prodotto, sì, ma in questo caso sono tutte customizzabili al cento per cento, compresa la colorazione, anche questa fatta rigorosamente e interamente in casa. A proposito, se avete in testa una bici Sarto non pensate che in pochi giorni vi sia recapitato a casa, perché occorrono diverse settimane per completare l’intero processo produttivo.
L’obiettivo di Sarto non è certo fare la guerra ai grandi big della produzione telaistica mondiale, i vari costruttori che, come dice lo stesso Sarto, «le bici le fanno sia bene che belle», ma più che altro far capire al pubblico che il suo è un prodotto diverso, che davvero riesce ad avere tutti vantaggi che la fibra di carbonio oggi ti può dare e assieme a questo riesce ad essere soprattutto esclusivo, unico. È anche per questo motivo che – non gliene vogliano i nostalgici veri o i tanti che gli hanno chiesto se e quando farà un telaio in titanio – nei progetti di Sarto l’idea di realizzare telai su misura con i vecchi materiali come acciaio o appunto con il più esclusivo titanio non è in cima alle priorità: «Una tubazione in titanio quella è – spiega Sarto – è fondamentalmente tonda e con spessori definiti; per questo ti dà pochi margini per esprimere in pieno la tua manualità o per dare forma a una tua idea. Sì, magari prima o poi un telaio in titanio lo farò, ma onestamente se sarà così sarà soprattutto per esaudire una richiesta commerciale». Viva la sincerità di un artigiano vero.
Per chi volesse saperne di più: https://www.sartobikes.com/it/
Maurizio Coccia