di Guido P. Rubino
Sì, era ora che l’UCI prendesse in mano la questione sicurezza assumendo posizioni decise dall’alto della sua competenza. Negli anni, va detto, ci sono state delle migliorie anche se spesso rimane il dubbio che alcune idee siano rimaste sulla carta. Ad esempio è stata inasprito il regolamento che riguarda i veicoli al seguito delle corse e poi si sono visti capitare comunque diversi incidenti in situazioni dove, probabilmente, ha giocato un ruolo fondamentale la quantità di veicoli al seguito più che la disciplina individuale.
L’anno scorso, pur nel calendario ristretto e compresso (e forse per questo anche più nervoso) a causa della pandemia siamo stati pure spettatori di incidenti anche gravi. Uno su tutti: quello occorso a Fabio Jakobsen e di cui si è detto già con la discutibile presa di posizione dell’UCI che ha punito pesantemente il corridore che ha causato la caduta (Groenewegen) ma solo con qualche accenno alla responsabilità di un arrivo mal pensato e con transenne evidentemente non adatte a una gara ciclistica o comunque montate in maniera non corretta.
Accucciati sul manubrio: no
Nel nuovo regolamento, tra le altre cose, è stato inserito il divieto per i corridori di sedersi sul tubo superiore della bicicletta. Sostanzialmente, in questo modo, diventa vietata la posizione in discesa che spesso abbiamo definito “alla Froome” con il corridore raggomitolato sul manubrio, peso spostato tutto in avanti, per cercare la massima aerodinamica. È un bene o male questa decisione?
Certamente non è una posizione raccomandabile. Tutte le volte che se n’è parlato, anche sulle nostre pagine, c’è sempre stata un’esortazione forte a non imitare i corridori, almeno in questo caso. In quella posizione il minimo errore può risultare disastroso e comportare una caduta devastante. Però c’è anche da dire un’altra cosa: quanti incidenti in gara sono capitati a causa di quella posizione? Al momento, a quanto ci risulta, nessuno. Viene da sorridere a pensare che, tra le varie idee per la sicurezza, l’UCI abbia anche stabilito la creazione di un database, un archivio di incidenti da cui trarre consiglio. Ecco, in quell’archivio quella posizione non verrebbe definita “pericolosa”. Almeno non da essere sanzionata come sarà da quando quel regolamento sarà attivo.
Un precedente
A dire il vero puzza un po’ di pasticcio questa decisione. Come quando, a inizio anni 2000 si decise di vietare gli Spinaci, le prolunghe aerodinamiche di Cinelli che si dissero pericolose in quanto i corridori rischiavano di assumere posizioni “spericolate” in mezzo al gruppo, provocando cadute. In realtà, anche quella volta, si era arrivati a una situazione di oggettivo pericolo in alcune gare (si parlava di cadute al Tour de France, in particolare) ma non tanto per le prolunghe, quanto per percorsi con strettoie mal segnalate. Anche lì fu dato un segnale verso la sicurezza ma senza nominare gli organizzatori (almeno non ufficialmente).
Nella stessa decisione finirono anche le ruote Spinergy, quelle con le razze in fibra di carbonio che in caso di caduta potevano risultare pericolose.
Una decisione (in mezzo ad altre molto interessanti e giuste: ne abbiamo parlato qui) che fa storcere la bocca a parecchi corridori. I ciclisti professionisti sanno perfettamente come stare in bicicletta e quali rischi assumere (e quali no). Di questo passo potremmo aspettarci, prima o poi, che sia vietato pedalare con gli avambracci sul manubrio, in quella posizione che i corridori trovano rilassante e al tempo stesso aerodinamica. Che poi altro non è che la “simulazione” di quando c’erano le prolunghe (di cui tante volte ci siamo chiesti il senso del divieto).
In ultimo, vale la pena ricordare come quella posizione, tutto sommato, non sia neanche troppo vantaggiosa. Ne avevamo parlato qui. Ma la sicurezza, evidentemente, passa altrove.
E probabilmente torneremo a vedere corridori in altre posizioni fantasiose. Ricordate quando Marco Pantani affrontava le discese spostandosi completamente indietro e appoggiando il busto sulla sella?