È finita come l’anno scorso ma, possiamo dirlo, è stato uno dei più bei Mondiali degli ultimi anni. Alaphilippe si è messo ancora una volta la maglia iridata e lo ha fatto a modo suo, con uno scatto secco, anzi, una serie di scatti secchi fino a lasciare tutti lì e involarsi da solo verso il traguardo con una sicurezza che non ha lasciato scampo a speranze.
Poco da recriminare. Van Aert non aveva la gamba migliore, Van der Poel mai pericoloso, e i nostri? Era iniziata male con la caduta di Trentin e Ballerini, ma poi un’ottima gara di Nizzolo e Colbrelli e anche di Bagioli. Ma non è bastato per sperare qualcosa di meglio.
Va in archivio un Mondiale spettacolare sin dai primi chilometri, corso benissimo dalla Francia che ha giocato tutte le sue carte fino a lanciare Alaphilippe. Non ci siamo certo annoiati. E per Alaphilippe solo applausi più che meritati.
La corsa
Ci si aspettava corsa noiosa, come è stato anche nelle categorie precedenti, a inizio di giornata, ma come spesso accade la corsa dei professionisti diventa altro e gioca scherzi tattici da tenere d’occhio.
Diciamolo, le cose non si erano messe bene sin da subito per gli Azzurri. Un tamponamento tra Ballerini e Trentin, coinvolto anche Pedersen, ha scompigliato lo svolgimento tattico iniziale quando, a più di 180 chilometri dall’arrivo è partito Cosnefroy seguito addirittura da Evenepoel, poi a seguire altri corridori importanti con i migliori a scattare e nessun azzurro a inseguire. Situazione imbarazzante al punto che i Belgi si erano addirittura messi davanti al gruppo a fare muro. Davanti in 14 e non seconde file appunto (senza contare la fuga già avanti ma che non destava preoccupazioni). Grande fatica, sopratutto per l’Italia, per chiudere sulla fuga, un inseguimento di quasi 50 chilometri.
Più attenti i nostri dopo il tratto interlocutorio in gruppo quando nell’ennesimo allungo con dentro Evenepoel entra pure Bagioli in una fuga che viene rilanciata e mantiene per molti chilometri un vantaggio risicato.
I grandi hanno iniziato a menare a sessanta chilometri dall’arrivo quando Alaphilippe ha cominiciato a provare degli allunghi per selezionare i migliori e rientrare sui primi. Con i migliori sono rimasti anche Nizzolo e Colbrelli che hanno recuperato in pieno lo sbandamento iniziale. Da attaccante Evenepoel si è trasformato saggiamente in gregario per Van Aert mettendosi a tirare a tutta per portare via la fuga.
E via con lo spettacolo. A 48 chilometri lo scatto di Alaphilippe è rintuzzato rapidamente da Colbrelli tanto per mettere in croce i Belgi. Il resto è processione tattica.
Nel finale è Evenepoel che si è sacrificato per la squadra. Dopo le sue trainate a portare via la fuga ha continuato a tirare per tenere compatto il gruppetto in fuga fino a staccarsi nel rientro a Leuven.
È qui che la botta forte è quella di Alaphilippe, una, due volte, fino a scappare via da solo quando nessuno gli può più rispondere. Dietro Van Aert è rimasto in trappola, a fare le sue veci, per il Belgio, resta Stuyven, si aggregano anche Van Baarle, Hundahl e Powless. Gi altri un po’ più indietro ad accusare la fatica. Tranne Colbrelli non ancora domo a dare l’ultima botta finale per provare a rientrare ma ormai è troppo tardi. Anzi, troppo forte Alaphilippe ormai per lasciare speranze di vittorie ad altri.
26 set 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside