Grazie!
ciao Roberto,
in terza età, o se preferisci in “età avanzata”, evitare un approccio all’allenamento rigidamente strutturato o strettamente cadenzato attraverso ripetute e lavori specifici è prescrizione a nostro avviso essenziale, pur se indicativa e relativa. Intendiamo dire: relativa allo stato di salute del soggetto e naturalmente relativa all’età, ovvero in assoluto i due fattori base per eventualmente impostare un programma di allenamento in queste condizioni.
A questi due aspetti bisogna poi aggiungere la “storia atletica” del soggetto, che a sua volta incide moltissimo nella definizione di un “programma”.
Sappiamo bene che nel ciclismo ci sono tanti ultracinquantenni che continuano a fare ripetute e tabelle settimanali e che effettivamente traggono anche benefici dagli stessi, perché da una vita il loro fisico è abituato a fare e lavorare così.
Diverso invece è il caso di chi si è avvicinato in età avanzata allo sport, e in particolar modo agli sport prevalentemente aerobici come il nostro. Questi sono i soggetti più esposti a patologie cardiocircolatorie anche severe, nel caso in cui intensità e volumi non siano adeguati a una condizione funzionale che non può essere quella ci chi fa ciclismo fa una vita (e neanche quella del venticinquenne che da un giorno all’altro decide di fare ciclismo “seriamente”).
Detto questo, per rispondere in maniera più puntuale alla tua domanda prendiamo spunto dalle indicazioni che in merito fornisce un testo fondamentale di scienza dello sport (Weineck, L’Allenamento Ottimale, 2001)che nella sezione finale affronta proprio l’aspetto dell’ “allenamento in età avanzata”.
Prima di tutto, ancor prima di scendere nei dettagli, il testo ci ricorda come il concetto di allenamento nell’anziano sia spesso oggetto di una sorta di “pregiudizio sociale”, un malinteso che tende a mettere un po’ ai margini l’allenamento nell’età media e soprattutto nella “terza età”. Ovvero: «in età avanzata la capacità di prestazione dell’uomo diminuisce in misura così elevata solo perché ci si è persuasi che essa debba diminuire». In condizioni “normali”, infatti, le sollecitazioni fisiche che la società pone e che l’individuo pone a se stesso, con l’età diventano sempre minori, pertanto si produce un peggioramento della capacità generale di prestazione fisica, con conseguente deficit di adattamento dell’organismo.
Questo significa che la diminuzione della capacità di prestazione fisica, nei periodi più avanzati della vita, spesso è più espressione del modo di lavorare e di vivere in uno stato industriale moderno piuttosto che di leggi biologiche.
Quanto scritto non vuole certo mettere in discussione che quando si invecchia si va incontro a una inevitabile limitazione delle strutture e delle funzioni organiche. Occorre però ricordare che le misure abituali, tese a risparmiare sforzi alle persone anziane, non corrispondono alle reali capacita di adattamento dell’organismo dell’uomo anziano, seppur queste siano molto ridotte.
Detto questo, quelli che seguono sono i principi e le prescrizioni che la scienza dello sport fornisce per la per la realizzazione di un allenamento adeguato in età avanzata:
1) Dal punto di vista dei contenuti, l’allenamento della resistenza deve essere di tipo cardioprotettivo, ma al tempo stesso occorre dedicare attenzione anche al mantenimento della capacità coordinative e della mobilità articolare
2) A causa dei cambiamenti degenerativi nei tessuti e a causa della diminuzione del metabolismo cellulare, l’organismo anziano dovrebbe essere sollecitato solo con stimoli allenanti di media intensità
3) Ogni allenamento deve rappresentare un graduale incremento del carico sia per quel che concerne l’intensità e il volume
4) All’inizio di ogni allenamento vi deve essere un riscaldamento profondo, badando anche al fatto che in un soggetto anziano il riscaldamento richiede più tempo che nei giovani
5) Gli esercizi dovrebbero essere divertenti ed avere più un carattere di integrazione sociale che di pura preparazione alla competizione
6) Proprio per impedire che si producano eccessi di carico, le attività di carattere prettamente competitivo andrebbero evitate
7) “Moderatamente ma regolarmente” deve essere il principio fondamentale dello sport per gli anziani

































