di Guido P. Rubino
Alla presentazione di questo Tour de France si era criticata la benevolenza altimetrica: “è un Tour con poche salite aveva chiosato qualcuno”. Come a immaginarsi che non sarebbe stato niente di che. Col senno di poi forse possiamo pure tirare un sospiro di sollievo, con che vantaggio si sarebbe presentato Pogacar a Parigi? O forse avrebbe avuto un momento di cedimento?
Con le ipotesi non si va tanto lontano, oppure lontanissimi da una realtà che ci dice che lo sloveno ha dominato dappertutto e ogni tanto si è accontentato di controllare. Anche perché pure gli avversari non sarebbero stati inesauribili e hanno evidenziato i loro limiti.
Certo, senza quelle cadute della prima settimana ci sarebbero stati avversari diversi, ma è vero pure che la fortuna fa parte delle corse e bisogna sapersela cercare come certe vittorie.
Va bene così quindi, senza se e senza ma. Non sarebbero giusti per il vincitore ma neanche per gli altri. È il ciclismo.
Bello il Tour 2021. Sì e no. Spettacolare la prima settimana, oltre ogni aspettativa. Inevitabilmente più spente le altre due. Metteteci che il ciclismo in genere ci abitua al contrario, con una climax di emozioni e questo Tour, in realtà, è andato al contrario. Ma davvero ci volevamo aspettare di più di quel che abbiamo vissuto nel primo terzo di corsa?
E non è questione di ottimi protagonisti che sono stati spazzati via dalla corsa a causa delle cadute. Quante giornate epiche ricordate delle corse a tappe che vi hanno appassionato di più? Chiaro che ogni giorno lo avremmo voluto decisivo, ma non sarebbe stato ciclismo quello.
Però il Tour de France non ha detto solo primo, secondo e terzo. Ha raccontato la storia di Cavendish e ci ha pure riportato al fascino del treno delle volate. E noi pure che pensavamo che non ne avremmo visti più.
Invece abbiamo potuto godere di un vero e proprio spettacolo in volata, roba di tattica perfetta. Una medaglia al valore andrebbe assegnata a Morkov per come riesce a gestire con lucidità le volate: quando ha fatto il buco a Ballerini, nella quarta volata poi vinta da Cavendish è stato praticamente perfetto, restituendo agli altri l’attacco a sorpresa al treno della sua squadra. Insomma, roba da scuola delle volate. Giovani velocisti studiate da Morkov e Cavendish, meno da Caleb Ewan, a meno che non siate dei gatti.
Un Tour tornato al passato anche per la perquisizione dell’hotel della Bahrain Victorious di cui avremmo fatto tutti a meno. Davvero serve ancora andare a disturbare i corridori alla vigilia di una tappa impegnativa dopo 17 giorni di corsa massacrante?
Il Tour 2021 è stato completo e totale. È mancato l’attacco da lontanissimo per far saltare il banco? Certo, anche le gambe per farlo però. Così come è mancata una vittoria della Ineos (che quanti anni sono che la Sky-Ineos non vinceva nemmeno una tappa?) e pure di tante altre squadre, ma abbiamo goduto di atleti plurivittoriosi, da Cavendish a Pogacar, all’eclettico Van Aert.
A conti fatti è stato un bel Tour de France che ha pagato il prezzo del campione.
19 lug 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside