21 apr 2019 – Alla fine si sdraia a terra dopo aver corso un finale pazzesco. Mathieu Van Der Poel vince dopo aver ripreso tutti, anche quelli che ormai erano dati per essere definitivamente sull’arrivo per primi. Invece ha menato a tutta, non si è arreso ed è rientrato in maniera incredibile. Ha ripreso la ruota dei fuggitivi a duecento metri dall’arrivo o poco più, li ha passati in volata con quasi semplicità. Niente da fare e ha vinto lui, con la volata più lunga di tutti. Sull’arrivo non ci credeva neanche lui.
Difficile partire così, da favorito, giovanissimo e non solo perché era il beniamino di casa: Mathieu Van Der Poel. Uno che parte da favorito alla prima partecipazione a una corsa non puoi non considerarlo tra i più importanti. Si corre in Olanda, Limburgo, praticamente a casa di Mathieu Van Der Poel. L’olandesino favorito dai bookmaker e dai suoi tifosi, quello che pochi giorni fa ha dichiarato che la strada, in fondo, non è neanche il suo obiettivo principale: per lui è sempre più importante il ciclocross.
Un romantico, che alle corse lo porta il papà, Adri Van Der Poel è stato un corridore fortissimo negli anni Novanta, ha pure vinto l’Amstel. Oggi lo abbiamo visto lungo la strada, con ruote e borracce per assistere il figlio e i suoi (pochi) compagni di squadra. A gruppo passato lo abbiamo visto regalare una borraccia a un bambino. Perché è pur sempre Pasqua e la scampagnata va premiata in qualche modo.
Nell’Amstel Gold Race del 2019 i chilometri in testa a tirare sono quelli dell’Astana con un Lucenko in grande spolvero. Uno che, abbiamo visto, può fare davvero di tutto. Almeno se non cade, e lui in questa Amstel cade e resta indietro.
Nelle stradine del Limburgo che si accartocciano tra loro e si inseguono tra salite e strappi che sfiancano le gambe una fuga ha fatto il suo corso. Dentro anche il nostro Simion, almeno finché le gambe hanno retto, finché i crampi non hanno avuto il sopravvento fermandolo senza pietà, piede a terra.
A 43 chilometri dal traguardo parte Van Der Poel e c’è panico in gruppo. Scatta senza tattica ma con tanta benzina, va via e il pubblico urla. Abbiamo parlato proprio oggi di Sagan, del suo modo incredibile (nel senso pensi sia impossibile a vedere cosa fa) di correre e dello spettacolo che piace al pubblico. Van Der Poel è fenomenale nel modo di guidare la bicicletta, come Sagan, e come il tre volte campione del mondo consecutive è uno che gli piace lo spettacolo.
Va via, a bocca chiusa, si guarda indietro e aspetta Isaguirre, gregario dell’Astana che vuole controllare la corsa.
Si rivelerà un errore la mossa di Van Der Poel che si troverà con le polveri bagnate nel momento decisivo quando partono Fuglsang e Alaphilippe che vanno via mentre dietro si seleziona il gruppo. Ta gli immediati inseguitori resta bene Trentin, Sagan, scortato dai suoi, soffre e rallenta. La passione di Sagan continua anche a Pasqua. Nessuna resurrezione per lui.
Ma Van Der Poel oggi ne ha più di tutti ed è uno che non molla mai.
Non vanno via in maniera dirompente i due davanti, ma guadagnano secondi uno dopo l’altro, piano piano, inesorabilmente su tutti. I primi a inseguire sono in tre, poi due: Trentin e Kwiatkowski, due clienti mica da ridere, che infatti restano lì e dopo il distacco iniziale, guadagnano pure e poi riperdono sul Cauberg.
Dietro appare Kwiatkowski come più pericoloso. Altre “cote” e si perde pure Trentin che poi viene atteso per chiara convenienza del polacco. Tra i due davanti, intanto, l’accordo si fa per necessità e non certo per fiducia. Fino alla fine o quasi, quando si prova il tutto per tutto per vincere la corsa e si decide di rischiare di perderla. Succede allora. Succede che si perda, soprattutto se dietro c’è uno come Mathieu Van Der Poel.
Redazione Cyclinside