Consigli interessanti da un discesista considerato da tutti anche un po’ folle. Da prendere con le molle insomma, ma gli spunti sono interessanti. Ecco cosa scrive Stefano Boggia.
Capire al colpo d’occhio su che tipo di asfalto stiamo pedalando è sempre importante, ma ora avvicinandoci all’inverno diventa fondamentale. Le strade sono diverse, e diverso è il grip che offrono. Capirlo prima vuol dire prevenire una possibile caduta.
La qualità del catrame e le resine utilizzate sono fondamentali per ottenere un buon asfalto. Purtroppo in Italia abbiamo tantissimi esempi di asfalti di livello economico. Gli asfalti che risultano all’occhio chiari e lisci, come in Toscana o in molte regioni del Centro Italia, in Sicilia, ma anche in Croazia sono di scarsa qualità. Offrono pochissima tenuta, si rompono facilmente e quindi è più facile trovare delle buche. Con il bagnato diventano come ghiaccio. Una discesa su questi asfalti è un terno al lotto: non offrono nessun tipo di feedback, non lasciano capire quando la gomma sta per mollarci, e ci si trova in terra, senza nemmeno capire bene il perché. A questo si aggiunge che non sono per nulla drenanti, ed è quindi facile trovare pozze d’acqua. La vicinanza con il mare inoltre porta la salsedine nell’aria a depositarsi sul manto stradale rendendolo scivoloso. Non c’è una ricetta per essere veloci su queste strade: solo cautela.
In Svizzera, nella Francia Alpina e in Piemonte (quando passano ad asfaltare…) abbiamo invece un tipo di asfalto perfetto per la bici, più scuro. Piuttosto granuloso e di buona qualità, offre un grande feedback, la gomma ti dice chiaramente quando è al limite e non ce la fa più. In alcuni casi si riesce anche superare leggermente il limite e riprendere una piccola sbandata, grazie alla porosità del manto stradale. Quando piove c’è un discreto drenaggio e ci si può permettere di concentrarsi sulla tenuta della gomma, sempre ovviamente evitando quelle trappole infernali che sono le righe bianche e le strisce pedonali.
Ultimamente si trovano anche gli asfalti drenanti sulle strade statali, quindi accessibili alle bici. In realtà non offrono lo stesso grip dell’asfalto scuro, ma essendo più porosi regalano ancora più sensibilità: la gomma in curva ti parla molto chiaramente. Inutile dire che sul bagnato sono talmente perfetti da rendere una discesa puro divertimento.
Ci sono poi gli asfalti che io definiscono intermedi, quelli che si trovano nella maggior parte delle strade, che purtroppo stanno peggiorando giorno dopo giorno a livello di buche, non solo in Italia. Quando si affronta una discesa bisogna però ricordare 2 cose fondamentali: la prima è che siamo su strade aperte alle auto ed ai camion, quindi non solo dobbiamo tenere la destra ma potremmo anche trovare tracce di olio o benzina lasciate dai mezzi pesanti. È il caso di zone dove esistono aziende in montagna raggiunte dai camion tramite numerosi tornanti. Non è raro trovare macchie d’olio nel punto più lento dove il camion ha effettuato la curva. La seconda cosa da ricordare è che le condizioni della strada cambiano. Se abbiamo un grip perfetto non è detto che lo ritroveremo il giorno dopo. La temperatura influisce molto, come le eventuali piogge notturne. A maggior ragione se affrontiamo una discesa a settimane di distanza, dovremmo dimenticarci delle performance passata: è come essere su di un’altra pista. Ma la cosa fondamentale è proprio questa: non siamo in pista, ma su strada.
Stefano Boggia (http://www.daccordicicli.com/)