7 nov 2020 – Dopo un’attesa lunga cinque giorni ecco arrivare le ormai consuete FAQ, le domande frequenti, relative al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del novembre scorso. Sono dirimenti per molte questioni, ma stavolta lasciano ancora col dubbio i ciclisti. Sembra quasi che scrive giochi in maniera un po’ perversa con le parole lasciando pieghe in cui si possono infilare interpretazioni anche discordanti.
Alla domanda specifica sulla bicicletta ecco cosa c’è scritto nel documento pubblicato sul sito governo.it:
Posso utilizzare la bicicletta?
L’uso della bicicletta è consentito per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza o i negozi che vendono generi alimentari o di prima necessità. È inoltre consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività motoria all’aperto nella prossimità di casa propria, mantenendo la distanza interpersonale di almeno un metro, o per effettuare attività sportiva, mantenendo la distanza interpersonale di almeno due metri.
Bene che la bicicletta sia nominata subito come mezzo di spostamento (a maggio, se ricordate, c’era ancora questo dubbio), ma inutile dire che ci saremmo aspettati una maggiore chiarezza, ma il ribadire i concetti di “attività motoria” e “attività sportiva”, separandoli, lascia intendere limitazioni (o possibilità) diverse. Nel primo caso, anche in bicicletta, occorre rimanere nei pressi dell’abitazione (pur non considerando che posso fare una passeggiata in un raggio di … quanto? da casa. Ma in bicicletta è probabile che, pure passeggiando, possa allontanarmi un po’ di più).
Successivamente, si parla, non più di attività motoria, ma di vera e propria “attività sportiva” specificando l’obbligo di mantenere una distanza interpersonale, ma senza entrare nel merito di quanto potersi allontanare dalla “base” e nemmeno i limiti oltre non quale spingersi. E anche qui: cosa distingue un’attività motoria da un’attività sportiva?
In ogni caso siamo pur sempre nell’indefinitezza delle interpretazioni dove, anche da parte del Governo, è curioso notare alcune incongruenze nelle stesse FAQ. Quando si parla di attività motoria o sportiva, per le zone gialle e arancioni, si parla di limite dalle 22 alle 5 di mattina per l’attività motoria. Limite non menzionato per le zone rosse (dove, qualche testata, ha preferito rimuovere proprio la voce “bicicletta” per non incorrere in errori).
Il chiarimento, insomma, lascia un margine interpretativo che potrebbe portare a problemi in caso di controlli improntati su una lettura più restrittiva e questo spazio interpretativo non doveva essere concesso dal DPCM e tanto meno dalle precisazioni di chiarimento diffuse con le domande frequenti. Tutto questo, ovviamente, considerando sempre l’opportunità di uscire in zone con ospedali già in affanno.
Guido P. Rubino