Gomme tassellate, fango, ghiaia, sapori, storia, panorami, sole: condite con queste parole il Lago di Fimon, ad Arcugnano, due passi da Vicenza, ed ecco gli ingredienti per l’Aquila Gravel. È l’evento, giunto alla terza edizione, voluto da Pierangelo, Luigina e Doretta Liotto che hanno anticipato i tempi, mettendo in pausa la loro (omonima) Granfondo a favore di un pedalare meno esasperato ma non meno complicato, soprattutto se ci mettete il fango accumulato in abbondanza il sabato.
C’era anche la gara
Sono diventati delle maschere di fango i ciclisti della Gravel Race del sabato, valevole come Campionato Italiano ACSI, un po’ meno quelli della domenica che si sono trovati comunque ad affrontare qualche guado e diversi tratti fangosi. Roba da consigliare gomme tassellate più da mountain bike che da “semplici” gravel, tutti chiamati a qualche equilibrismo in più.
Le facce all’arrivo dicevano di come ne fosse valsa la pena. Per tutti, poi, a disposizione la canna dell’acqua per togliere il fango, soprattutto dalle biciclette.
Erano tre i percorsi a disposizione su cui si sono sparpagliati gli oltre 400 partenti tutti al via a ruota di Edita Pucinskaite, più in forma che mai, ma pronta a pedalare senza ansia agonistica e, anzi, fermandosi ai ristori.
I punti di sosta erano diversi, sparsi lungo i tre percorsi, organizzati da Coldiretti e Campagna Amica a proporre gusti locali e anche vin brulè, che tanto in bicicletta si smaltisce tutto, o quasi.

In percorsi della storia
Il gusto di pedali e palato ha portato i gravellisti in giro per la provincia lungo i tre percorsi che si sono dipanati sui sentieri della Prima Guerra Mondiale a ricordare un tributo di sangue ben elencato nei monumenti eretti in ogni centro abitato della zona. Dal percorso “Le Risorgive” all’“Ortgonale” fino a quello denominato “Grande Guerra”, rispettivamente, 60, 90 a 110 chilometri con 300, 1.000 e 1.600 metri di dislivello a impegnare le gambe in un terreno che non molla la presa, impantana e schizza fango.
Ai partecipanti era richiesta un po’ di abilità perché i percorsi dovevano essere seguiti sulla traccia GPS fornita dagli organizzatori (che l’hanno studiata anche evitando sovrapposizioni che potessero confondere i navigatori). Solo per il percorso corto erano a disposizione dei “pacer“, dei regolatori, segnalati da pettorina gialla e palloncini col compito di fare da riferimento ai ciclisti.
A spasso per i… sapori
C’è chi ha contato i chilometri, gli strati di fango e chi fattorie e agriturismi. Dal “El Gran” del percorso corto, trovato anche sul medio, all’Agriturismo Valdibarco a Castelgomberto alla Fattoria Cimbra e la Fattoria La Greppia. Se ricordate i sapori partite da questi nomi. Altrimenti vale la pena scoprirli. Molti ciclisti ripartivano con un po’ di rammarico ma la promessa di tornarci, senza numero sul telaio e, magari, con tutta la famiglia. Per saperne di più si può partire dalle proposte di Confcommercio Vicenza, che ha collaborato all’evento e ha un sito ricco di spunti: https://easyvi.it/
Il resto è nel nostro reportage video e nella nostra galleria fotografica.
Galleria fotografica
Ulteriori informazioni: https://www.granfondoliotto.it/