Ce lo dite, ce lo scrivete, ce lo ribadite a volte con toni critici attraverso i nostri canali web o social, lì dove uno dei commenti più frequente sulle biciclette è che queste “costano tanto, tantissimo”.
È vero, per carità, ma ribadiamo che questo vale più che altro se si fa riferimento ai cosiddetti top di gamma, o se preferite agli allestimenti di vertice di quelli che oggi sappiamo bene non essere più modelli unici, piuttosto “piattaforme” formate da diversi allestimenti disponibili di serie.
È anche per questo che, qualche mese dopo aver partecipato alla presentazione e alla prova di una di queste tante fuoriserie dal prezzo ben superiore ai “10K”, torniamo sull’argomento per focalizzarci stavolta non sul top, ma nella fattispecie sul terzo modello in gamma.
Entriamo subito nel dettaglio facendo nomi e cognomi: a novembre 2024 Scott ha introdotto la sua rinnovata piattaforma Addict RC, suo storico modello di riferimento del mondo “corsa strada”, quello che da vent’anni ha sempre fatto da battistrada soprattutto per quel che riguarda l’aspetto della leggerezza.

Per presentare quel modello alla stampa il marchio elvetico ha organizzato un bel “press launch” in Spagna, dove gli ingegneri, i product-manager e primi tra tutti i responsabili marketing della Casa non potevano non dedicare le maggiori attenzioni al modello di vertice della piattaforma, esattamente quello che ci hanno dato il modo di provare per uno “short test” di due giorni, in merito al quale trovate tutti i nostri feedback e il relativo video qui.
Una bicicletta troppo leggera?
La Addict RC nella versione Ultimate che abbiamo testato lo scorso autunno è senza dubbio bici da primato per i 5.9 chili di peso che fa segnare alla bilancia, è “bici piuma”, è “il nuovo benchmark in merito alla leggerezza delle bici da corsa” ed è quella che meglio sintetizza gli sforzi tecnologici del produttore in questione: impossibile non palarne per noi che siamo operatori media, impossibile non darle la maggior enfasi da parte di chi l’ha prodotta.
È una storia questa, che con argomentazioni o chiavi tecniche più o meno differenti, abbiamo sentito più e più volte facendo da anni questo lavoro: ci si concentra soprattutto sui modelli che per farli propri bisogna spendere fior fiori di quattrini, proprio quelli che animano le critiche dei tanti che giudicano oltremodo eccessivi quei costi.
Allestimenti non di vertice, perché no?
In realtà, ciò che si dice meno, è che dietro il modello di riferimento oggi ci sono sempre allestimenti inferiori che si nutrono “a cascata” di tutto il patrimonio tecnico e tecnologico dei top di gamma, nonostante su quelli i “riflettori” del pubblico (e anche della stampa specializzata, perché no) si accendano meno.
Così, consapevoli di tutto questo e memori del test fatto lo scorso autunno, con la disponibilità di Scott Italia, ci siamo fatti mandare una Addict RC in versione “non al top”, per la precisione la terza di un bouquet che prevede cinque allestimenti di serie.
Un chilo in più, metà del prezzo
La versione in oggetto è la Addict RC 10, che rispetto al topo di gamma Ultimate pesa 1.1 chili in più, ma costa praticamente la metà: da 14.000 scende a 7.300 euro…
È bici, questa Addict RC10, che fa suo lo stesso bagaglio tecnologico della versione top, ma che, vuoi per l’impiego di un carbonio di tipo leggermente diverso, vuoi per l’adozione di componentistica meno esclusiva, riesce ad abbattere il prezzo in maniera così significativa.
Lo stesso, attenzione, accade anche se al posto di Scott si considerano le “line up” delle piattaforme prodotto di tanti altri costruttori: nella fattispecie di Scott e di questa Addict RC10, abbiamo rilevato che questo modello offre un prezzo anche più competitivo rispetto a quel che, sullo stesso segmento di montaggio, fanno oggi altre case blasonate della telaistica.
Ma, a parte le considerazioni particolari come questa di Scott, ciò che è generalmente valido per tutti è che la progressione di prezzo che parte dal modello basico e finisce con quello top non ha la stessa linearità che caratterizza le migliorie in senso tecnico/funzionale e di leggerezza. Intendiamo dire che sui vari allestimenti la qualità tecnica si paga tanto più, quanto più si fa un passo avanti dal punto di vista tecnologico.
A conti fatti…
Insomma, se anziché puntare gli occhi sul top di gamma, si iniziasse a considerare, recensire e parlare di bici guardando prima ai modelli basici e solo da ultimo al top, forse si avrebbe un punto di vista diverso, altrettanto interessante e sicuramente meno esposto a critiche (a volte gratuite) legate al posizionamento di prezzo di una bicicletta.
Per tornare a noi e alla Scott Addict RC10, cliccate allora sul video per saperne di più su questo allestimento, lui e il suo reale valore funzionale rispetto alla stratosferica sorella maggiore che costa praticamente il doppio.
Ulteriori informazioni: Scott



































Bravissimi, avete centrato il punto.
La top di gamma non ha alcun senso, soprattutto considerando che, prendendo ad esempio il vostro articolo, una RC10 con le stesse ruote della top, diventa a tutti gli effetti esattamente ugualmente performante, restando comunque lontano dal prezzo della top (e quelle ruote non costano poco!).
Si resteranno 4-500gr circa da poter limare, ma parliamo di performance legate che so, ad una cronoscalata pura per avere e poter leggere la restante risicatissima differenza, parliamo di micro dettagli
Conta molto di più il feeling alla guida, e quello è davvero lo stesso, soprattutto a parità di ruote, IMHO.
Poi per alcuni marchi c’è una colorazione e la scritta diversa a fare distinzione, e creare “elite”, ma sempre restando sul caso da voi esaminato, il telaio esteticamente è davvero identico.
Ripeto, bravi!