21 giu 2016 – Prosegue l’inchiesta di Stade 2, la trasmissione francese per cui collabora anche il giornalista italiano Marco Bonarrigo, sulle eventuali biciclette truccate presenti nel gruppo dei corridori professionisti.
Nel nuovo video i sospetti prendono la forma della bicicletta di Primož Roglič, corridore sloveno in forza alla Lotto NL Jumbo che è stato ripreso durante le Strade Bianche con un bagliore sospetto proveniente dal mozzo posteriore della sua bicicletta. Bagliore che indicherebbe un calore anomalo che ha destato l’attenzione del giornalista italiano che sta indagando sull’affare bici truccate. Un attrito anomalo che ha scaldato il mozzo o altro?
Sta di fatto che i sospetti proseguono anche al Giro d’Italia quando lo sloveno è autore di due gare a cronometro inaspettate per le sue caratteristiche: uno scalatore arrivato al ciclismo dal salto con gli sci. Comunque mai autore, neanche da dilettante, di gare a cronometro ad alto livello, tanto meno su questi chilometraggi (il riferimento, in particolare, è alla cronometro del Chianti, anche se ha ben figurato anche nel prologo del Giro arrivando pochi centesimi di secondo dal vincitore).
Quella di Roglič in Chianti, c’è da dire, è stata una prestazione eccezionale frutto anche di una circostanza fortunata: ha corso sull’asciutto quando i primi della classifica, partiti dopo di lui, hanno affrontato il percorso sotto la pioggia e, quindi, perdendo un bel po’ di tempo per strada. L’episodio sospetto, cui fa riferimento Bonarrigo nella trasmissione e nell’articolo pubblicato lunedì scorso sul Corriere della Sera, è il cambio di bici all’ultimo momento poco prima della partenza del corridore alla cronometro. I commissari, nella consueta verifica sulle misure delle biciclette (si veda qui) hanno rilevato la sua bicicletta fuori norma costringendo il meccanico a recuperare in fretta e furia la bici di scorta che, per ovvi motivi di tempo, non è stata controllata con i tablet in dotazione all’Uci per trovare le frodi meccaniche. Neppure, afferma Bonarrigo, è avvenuto dopo la tappa alcun controllo. Questo, ovviamente, non fa una prova, ma fa venire il sospetto all’inviato del Corriere che già teneva sotto controllo il corridore dall’episodio registrato alle Strade Bianche e rimasto ancora più stupito nel vederlo andare così forte nella tappa vinta al Giro. Quindi? Per ora pare non ci sia stata alcuna risposta ufficiale da parte del team alle richieste da parte dei giornalisti e certo non si può pensare ad una benché minima accusa a Roglič. Certo è che chi volesse barare, ora, sa di avere il fiato sul collo.
GR