Falsi, falsi e ancora falsi. Se ne parla sempre di più e non solo per i temerari della ricerca del risparmio a tutti i costi. Nel mercato della bicicletta i falsi stanno diventando sempre più insidiosi e non usiamo a caso questo termine: ci sono falsi “consapevoli” e altri subdoli, quelli di chi acquista pensando di portarsi a casa un prodotto originale. Sono i falsi più pericolosi, in tutti i sensi.
Ci sono aziende che periodicamente diramano comunicati di allerta in corrispondenza della scoperta di nuovi canali che si aprono (abbastanza di continuo, dobbiamo dire), altre comunque trovano a confrontarcisi e il mercato spesso va in confusione.
È il caso di Look che ha messo in allerta il mercato da una serie di telai non conformi. In questo caso l’azienda francese sollecita a verifiche veloci (controllare l’attacco manubrio regolabile, difficile da replicare come l’originale e il reggisella: quello originale è dotato di elastomeri), ma anche a verifiche più approfondite. Il numero di serie permette di capire subito se si ha a che fare con un prodotto originale o meno, occorre inoltrare la matricola a Look Italia che fornirà una risposta precisa e senza possibilità di errore.
La stessa attenzione viene sollecitata da tutti i grandi marchi. La stessa Pinarello, ad esempio, ha allestito una pagina con le dritte per difendersi da prodotti falsi (cliccate qui). Anche in questo caso la verifica del numero di matricola permetterà di controllare cosa si sta acquistando. Se non si vede dalle foto fornite dal venditore si può sempre chiederglielo direttamente. Qualsiasi ritrosia in questo senso, ovviamente, è da considerare sospetta.
Dove sospettare
Chi vende prodotti falsi, nella maggior parte dei casi, si affida a internet. Navigando sui siti di vendita on line può capitare di trovare offerte allettanti. È proprio il prezzo che deve far suonare il primo campanello d’allarme. Un prodotto venduto a un prezzo troppo basso ha evidentemente una storia sospetta. Può trattarsi del risultato di un furto (in questo caso non si correranno rischi fisici, ma penali), o di un falso. È probabile che si tratti di un prodotto non corrispondente alle specifiche di vendita del mercato europeo. Non è una novità che on line si possano trovare offerte di telai identici ad alcuni grandi marchi, ma perfettamente anonimi e senza scritte. In questo caso non si tratta nemmeno di falsi, giacché i telai che seguono la normale via di produzione non usciranno mai senza il marchio del produttore. Però si trovano anche tanti prodotto perfettamente riprodotti.
«Non è solo il prezzo a far sospettare – sollecita Cristiano De Rosa, responsabile dell’omonimo marchio lombardo – quello è un campanello d’allarme abbastanza ovvio se è troppo basso. Il rischio è quando ci si trova dinanzi ad un prodotto dal prezzo poco più basso di quello di mercato. L’acquirente, in questo caso, è portato a pensare in buona fede che si tratti di un prodotto originale venduto a prezzo d’affare».
Bisogna essere certi di dove si acquista allora. Se non si conosce il venditore questi deve poter fornire le prove dell’acquisto originale (è buona norma conservare sempre le prove d’acquisto – servono per la garanzia, ma è bene conservarle anche oltre il periodo di copertura).
I telai falsificati possono essere prodotti anche nelle stesse fabbriche dell’est sotto contratto con i marchi di nome. Non è un segreto che la produzione avvenga lì, ma quella fatta per la vendita corrisponde a precise specifiche. Gli stessi stampi utilizzati per la fibra di carbonio hanno un ciclo di vita “a termine”. Continuare ad usarli oltre il periodo previsto significa mettere a rischio la bontà del prodotto. Inoltre sappiamo bene che con la fibra di carbonio l’aspetto esteriore non è garanzia di bontà di un prodotto. Sotto può esserci di tutto. Sicurezza che, invece, c’è quando il prodotto è stato realizzato seguendo le specifiche imposte dalla casa madre superando il controllo di qualità. E c’è sempre un a percentuale di scarto dei telai che vengono dal produttore, da parte di chi li importa, prima di immetterli sul mercato col proprio nome.
È proprio tutta questa trafila, alla fine, che fa lievitare il costo finale. Se lo si ritiene esagerato, invece di rivolgersi ad un mercato pericoloso, meglio scegliere un altro prodotto. Inutile illudersi che “tanto sono gli stessi prodotti”, non è affatto così e se qualcuno afferma il contrario è in cattiva fede, oppure, semplicemente, non sa di cosa stia parlando.
>>> Dossier: Sicurezza in bicicletta
Le aziende si difendono
È una continua guerra di denunce quella che avviene tra le aziende ed il mercato grigio. Alcune, addirittura, prevedono nel proprio organico del personale dedicato alla ricerca dei falsi on line. Ma sappiamo quanto sia difficile difendersi.
Il primo consiglio, ovviamente, è quello di rivolgersi ai canali tradizionali. Difficilmente un negozio o un sito internet di comprovata professionalità metterà in vendita un prodotto falso. Dovendone rispondere legalmente, semplicemente, non ne vale la pena.
Campagnolo e Fulcrum, in questo senso, hanno introdotto, e dal 2015 è presente in tutte le ruote prodotte, il Certilogo, un servizio di autenticazione che permette di risalire alla genuinità del prodotto. Il codice viene fornito con ogni ruota prodotta, fissato su un raggio e deve essere conservato dal proprietario delle ruote per i futuri eventuali contatti con l’azienda. «Le ruote sprovviste di questo cartellino – specificano dagli uffici vicentini – sono da considerarsi non originali e di provenienza non certa». Fate ben attenzione a cosa buttate via, allora, all’acquisto di una coppia di ruote. Tutto ciò che comprova l’autenticità del vostro acquisto potrà servire un domani per rivenderlo.
Capita anche che alle aziende arrivino componenti o telai per una riparazione in garanzia e si accorgano, solo in questa sede, che non si tratta di un prodotto originale. Che fare allora? Se si è acquistato il componente o il telaio spacciato per originale è bene avere traccia dei passaggi effettuati per risalire al truffatore.
>>> Campagnolo mette in guardia dalle contraffazioni
Pericoli diversi
Se il rischio di farsi male con telai o componenti non certificati e difettosi è facile da intuire, più subdolo è il rischio con altri oggetti relativi sempre al ciclismo. La stessa Elite (borracce) mise in guardia da prodotti contraffatti apparentemente identici ai propri. Così come alcuni produttori d’abbigliamento. Anche se non si rischiano cadute devastanti, in questi casi, i problemi possono essere comunque importanti. Le borracce devono essere fatte con materiali che non rilascino nulla nei liquidi che vi si mettono dentro (e ci si devono poter mettere anche liquidi bollenti senza problemi).
Discorso analogo per l’abbigliamento. Chi ha maggiore sensibilità cutanea potrebbe risentirne in maniera più esplicita, ma anche soggetti senza problemi particolari potrebbero averne conseguenze molto fastidiose. Le aziende del settore mettono in guardia non solo dai filati di provenienza sconosciuta, ma anche dai prodotti chimici utilizzati per grafiche e scritte che possono reagire sulla pelle anche con l’esposizione ai raggi UV.
Addio affari?
«Se devo passare per i negozi classici addio risparmio», ci ha scritto più di un lettore sollecitato da articoli precedenti. Non è detto invece. La globalizzazione del mercato permette di fare acquisti on line anche al di fuori dell’Italia (e questo infatti spesso mette in crisi i distributori) rischiando di delegare i negozianti a semplici “montatori” di biciclette. È un rischio, ovviamente, ma non è certo qui che finisce il ruolo del negoziante.
Inoltre ci sono ottimi negozi che riescono a tenere il prezzo competitivo anche rispetto ai siti più temerari fornendo comunque garanzia del prodotto e quell’assistenza che non deve mancare mai quando si fa un acquisto ad alto contenuto tecnologico.
Gli affari on line si possono fare. Occorre distinguere tra siti di annunci e e-commerce veri e propri. Nei primi, per quanto importanti, chiunque può postare qualsiasi cosa e il controllo è difficile. Nei secondi entra in ballo la serietà del negoziante. Ricordando sempre che nessuno regala niente. Così come non è vero che il prezzo di certi telai è dato solo dal marchio che portano sopra.
Una questione di responsabilità per i negozianti
Molta attenzione occorre fare anche da parte dei negozianti. Anche il semplice montaggio di un telaio da parte di un cliente mette nella linea delle responsabilità del negoziante. È per questo motivo che i negozianti si rifiutano di montare telai non certificati.
Redazione Cyclinside