Nella notte tra il 28 e il 29 di giugno si è svolta l’ottava edizione della Bike Night Milano–Arona, un evento che è ormai diventato un piccolo culto per gli appassionati di cicloturismo e pedalate fuori dall’ordinario, organizzato da Witoor. A mezzanotte un fiume di luci è partito dai Giardini Indro Montanelli in direzione Navigli. Novecento ciclisti, ognuno con il proprio ritmo e la propria motivazione, hanno sfidato la notte per raggiungere Arona, seguendo il Naviglio Grande.
Per chi ama la bicicletta, non è una novità: la convinzione che si possa arrivare ovunque sulle due ruote è parte integrante del viaggio. Ma eventi come la Bike Night lo rendono evidente anche a chi guarda da fuori. Perché partire a mezzanotte, dal cuore di una metropoli, per pedalare quasi 100 chilometri al buio? Ciascuno con il proprio motivo: per qualcuno è l’occasione di mettersi alla prova, per altri un modo per vivere un’esperienza diversa dal solito, e per altri ancora, io tra questi, è l’opportunità di pedalare sotto le stelle insieme a un gruppo di amici.
L’esperienza unica della Bike Night Milano-Arona
La Bike Night dimostra che si può attraversare Milano nel silenzio irreale della notte, tra strade semi-deserte e clacson che si arrendono davanti a un gruppo troppo numeroso per essere ignorato. Si può percorrere chilometri e chilometri senza mai scendere di sella, con solo il rumore delle ruote sull’asfalto e qualche chiacchiera tra compagni di viaggio. Si può scoprire un’altra dimensione del pedalare: quella che mette al centro l’esperienza, la sfida personale, la condivisione.
La Bike Night è più di una semplice pedalata notturna: è un rito collettivo, un’esplorazione di cosa può diventare la bici quando la si libera dagli schemi del quotidiano. E, a giudicare dalla partecipazione, sempre più persone sentono il bisogno di viverla.
PS: Piccola osservazione per l’organizzazione. In un evento così ben riuscito, credo ci sia ancora margine per qualche miglioramento, soprattutto su due aspetti pratici. Il primo riguarda la raccolta dei rifiuti. Sarebbe utile, nei punti di ristoro, prevedere una gestione più attenta della differenziata, con almeno un sacco per la plastica e uno per la carta. Il secondo punto riguarda i servizi igienici all’arrivo, considerando l’aggiunta di qualche bagno per evitare code e disagi. So bene che organizzare un evento del genere richiede un grande impegno, e proprio per questo mi permetto di segnalare questi aspetti con spirito costruttivo. Sono dettagli che, se curati, possono rendere l’esperienza ancora più piacevole per tutti.



































