Volata lunga da rettilineo infinito. Girmay ha messo tutti in fila un’altra volta, pilotato perfettamente dalla sua squadra. L’ha fatta quasi come una formalità da non farla sembrare nemmeno faticosa com’è stata. Come si è fermato ha schiacciato il tasto della radio per ringraziare i compagni: missione compiuta.
Abrahamsen non ci ha mai sperato, ma intanto ha portato a casa il bottino. Con la sua maglia a pois ha fatto scarpetta nel piatto dei punti sparsi nella tappa. Da solo se li è presi tutti quanti senza nemmeno dover discutere con compagni di fuga che lo hanno lasciato ben presto da solo nel suo pedalare un po’ dinoccolato. Per lui un vantaggio sui sei minuti lasciato dal gruppo fino al momento giusto quando, esauriti i gran premi della montagna, il gruppo ha deciso di recuperare per puntare alla volata.
Giornata non facile, a dispetto di un’andatura che è parsa tranquilla, soprattutto nel finale quando la pioggia ha reso viscide le strade.
L’avventura di Jonas Abrahamsen è finita ai -14 impallinato dal gruppo. Per lui il premio dei punti raccolti lungo la strada e pure il premio della combattività.
La storia della volata parte da lontano come una soluzione predestinata. Non c’è neanche troppa focosità da parte dei corridori negli ultimi chilometri. Se ne parla solo all’ultimo.
Non la ricorderemo tra le tappe più appassionanti di questo Tour de France (e nemmeno di tanti altri).

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