14 mar 2019 – In Campagnolo ormai conoscono le nostre misure e la bicicletta approntata per il test del nuovo gruppo era praticamente perfetta già al momento di salirci su. Poche regolazioni e la voglia di uscire in strada, prima nei vicoli di Girona, in Spagna, dove Campagnolo ha effettuato la presentazione internazionale, e poi sempre più fuori, lontano dalle case, sull’asfalto ruvido e liscio che si alterna mentre la campagna prende il sopravvento.
Il Campagnolo 12 velocità non era una novità, la versione EPS sì. La Canyon Aeroad CF SLX è quella montata a pronta per il team della Movistar. Freni a disco nel massimo dell’espressione tecnologica della casa vicentina.
Ci saliamo su con un po’ di timore reverenziale al cospetto di tanta tecnologia ma bastano pochi chilometri per prendere confidenza con la frenata idraulica facile da riconoscere, efficace.
Intanto, ecco un brevissimo video sul funzionamento del nuovo gruppo:
Il feeling, dicevamo, è naturale. Gli Ergopower sono davvero comodi e anche abbassandosi un po’ assecondano la presa. Se le mani scivolano in avanti è facile aggrapparsi alla parte superiore dell’appoggio, quella dove sotto, nascosto dal poggiamani, si trova il serbatoio del circuito idraulico. Negli aggiustamenti di posizione dei primi chilometri anche il manubrio integrato di Canyon non appare difficile da domare. Sorpresa piacevole visto che spesso all’aerodinamica si tende a sacrificare la comodità. Qui si afferra bene la curva anche in presa alta. Chissà quanto sarà effettivamente efficace in galleria del vento, viene da chiederci, visto che spesso su questi componenti si sacrifica la massima aerodinamica per l’inevitabile compromesso col comfort.
Pensieri che passano veloci, perché nel dedalo di vie in cui le nostre guide badano a non sbagliare incroci per non rischiare di trovarci in superstrada la strada inizia a salire e c’è da lavorare su cambio e deragliatore.
Ecco, “family feeling” Campagnolo si riconosce subito. Cambiata secca nel movimento delle leve e fruscio deciso del sistema elettronico. Non passano inosservati i nuovi componenti e per gli amanti dello scudo vicentino è un tornare a casa. Non lo si vorrebbe più silenzioso: non sarebbe Campagnolo. Nel primo falsopiano, con la gamba che ancora regge, si può azzardare qualche deragliata in più. Dopo aver sentito decantare le lodi di un deragliatore tanto potente c’è voglia di metterlo alla prova. Il componente risponde bene. Sotto sforzo, catena in tiro, non si arrende e sposta la trasmissione dove i comandi vogliono. Nessuna “sgranata”, neanche un tentennamento.
Intanto si fa il momento di agire sul cambio posteriore. Scorriamo rapidamente la scala dei rapporti a cercare quello più congeniale. Più su, più giù. Per cambiare basta un clic leggero. A dare un comando più insistente si rischia di spostare la catena di più ingranaggi. D’altra parte se si tiene premuto il comando in salita, come pure in discesa, il cambio è in grado di scorrere tutta la gamma di pignoni della cassetta posteriore. È un attimo passare dal 29 all’11 e viceversa. Anche qui si potrebbe continuare tranquillamente a pedalare che la catena è sempre agganciata sui denti, non scappa mai. Non potrebbe.
A cambiate decise risponde il deragliatore. Il suo fruscio elettronico ci informa di aver ottimizzato l’allineamento con l’incrocio di catena che abbiamo scelto. Se si scorre tutta la scala dei pignoni in un colpo solo il deragliatore farà la sua regolazione di fino solo a operazione terminata, in un verso o nell’altro.
Nelle prove senza troppi complimenti abbiamo provato anche a pedalare con la catena completamente incrociata: pignone grande e moltiplica maggiore, moltiplica interna e pignone più piccolo. L’idea dell’incrocio estremo, per abitudine mentale, fa male al pensiero, ma il Super Record EPS non si scompone più di tanto. Abbassando lo sguardo verso la catena si vede che “chiede” un rapporto migliore, ma la silenziosità del sistema parla anche di una catena decisamente snodata.
Il tempo passa come le gocce di sudore che vanno a imperlare il tubo superiore della nostra Canyon. È quasi tempo di discesa, per fortuna, e si torna verso rapporti più “seri”. Il giro prosegue, qualche saliscendi e poi ancora. Fino all’erta finale che riporta in albergo. Chissà se in Campagnolo l’hanno scelto volutamente l’albergo in questa posizione, in cima a una collina con uno strappo che fa contare fino a dieci ed è finito, ma che chiede pure di scalare tutti i rapporti insieme. E sì, forse non è un caso. Il Super Record risponde deciso mentre lo osserviamo, tornati alla base, ancora col fiatone.
Il primo esame è positivo, d’altra parte la bicicletta era stata appena messa a punto. Varrà la pena, appena possibile, tornarci su con più calma con più uscite e più chilometri per raccontarvelo meglio. Ma intanto le voci che arrivano dalle squadre (Movistar e Lotto soprattutto), parlano di un gruppo efficace e i meccanici non sembrano lamentarsene. Vista la novità, non è affatto poco.
In Campagnolo sorridono. Il primo esame è andato.
Campagnolo Super Record EPS 12speed: la rivoluzione Movement è completa
Guido P. Rubino