14 mar 2019 – Alla fine eccolo qui. Non è più una novità, direte, visto che il nuovo gruppo a 12 velocità Campagnolo, il famoso 12 speed EPS è stato visto e analizzato più volte e praticamente ovunque, essendo montato sulle biciclette dei team sponsorizzati dalla casa vicentina.
Eppure ci sono ancora parecchie cose succulente da raccontare. Non ultimo che abbiamo avuto la possibilità di provare i nuovi componenti che Campagnolo è praticamente pronta a immettere sul mercato a quanto dichiarato dalla casa stessa.
Campagnolo ha fatto le cose per bene nell’espansione della gamma Movement 12. Per la presentazione e l’immissione sul mercato ha aspettato che tutto fosse a punto, così da poter uscire con un gruppo già collaudato e perfetto. Chi era rimasto deluso dalla mancata apparizione dei nuovi componenti elettronici a 12 velocità alla fine dello scorso anno (le voci iniziali avevano dato quella come data di un possibile rilascio) ora sa che quel che arriva sul mercato è già stato collaudato, abbondantemente, in gara. I corridori professionisti, come abbiamo documentato anche noi, hanno avuto in dotazione i nuovi componenti praticamente da inizio stagione. Un collaudo di tutto rispetto quello effettuato in gara. Per di più: un collaudo “totale”, giacché il passaggio alle 12 velocità, per motivi di praticità (pensiamo ai cambi ruote, ma anche ai meccanici dei team) ha inevitabilmente coinvolto tutti i corridori equipaggiati Campagnolo.
Nessuna possibilità di sbagliare quindi.
Il gruppo presentato nella trasferta spagnola organizzata per la stampa (con la possibilità di pedalare piacevolmente a temperature miti) è il Super Record, al momento l’unico gruppo della casa vicentina a 12 velocità con funzionamento elettronico. Si parte da qui con l’innovazione più importante e naturalmente in doppia versione: disco o tradizionale, rim brake. Nello sviluppo del nuovo progetto un ruolo importante lo ha avuto Alessandro Ballan. L’ex campione del mondo collabora da diverso tempo con Campagnolo per lo sviluppo del prodotto e, a quanto ci hanno riferito, alcuni suoi consigli sono risultati importanti per il prodotto finale.
Vediamo allora, da vicino, i nuovi componenti, uno per uno.
Ergopower
Partendo dai componenti direttamente coinvolti nell’evoluzione Eps a 12 velocità non si può che iniziare proprio dai comandi. Sono disponibili nella doppia versione (freni a disco o tradizionali) facilmente individuabili per la forma più accentuata. La versione disco ha, nella parte superiore, il cilindro idraulico (uniformato con gli altri gruppi della casa vicentina, così da semplificare le cose per l’eventuale assistenza e con porta di spurgo superiore facilmente raggiungibile) e la struttura risulta di otto millimetri più alta rispetto a alla forma dell’Ergopower rim brake. In fin dei conti è meno di quanto non possa sembrare a occhio, ma è la struttura massiccia che colpisce di più.
Gli Ergopower dedicati alla versione elettronica hanno la stessa ergonomia del modello meccanico e presentano la forma dell’appoggio secondo la tecnologia Vary Cushion (che permette un appoggio uniforme assorbendo anche le vibrazioni) e la leva del freno con la doppia curvatura che ottimizza l’azionamento sia in presa bassa che nella posizione più aerodinamica sul manubrio. La possibilità di regolare il reach permette un utilizzo agevole anche a chi ha le mani piccole.
È possibile anche regolare, tramite l’AMS System, l’ingaggio della leva del freno, ossia il punto in cui l’azione sulla leva porti all’innesco della frenata così da avere una guida più o meno aggressiva secondo le abitudini del ciclista. Una personalizzazione molto apprezzabile.
La disposizione delle leve riporta alla logica Campagnolo “One lever, one action“, cioè un comando dedicato per ogni azione, con la leva nascosta dietro al comando freno (con superficie di contatto allargata per le dita) per la salita della catena sugli ingranaggi più grandi e il pulsante separato, nella parte superiore dell’appoggio, per la discesa.
Il sistema elettronico permette di scorrere tuta la scala dei rapporti semplicemente con un’azione. Il software di gestione provvederà agli allineamenti necessari del deragliatore così da ottimizzarne la posizione in base alla disposizione della catena. Il sistema di cambiata può essere facilmente personalizzato tramite l’app MyCampy che permette, come avevamo visto già con i sistemi EPS a 11 velocità, di ottenere un movimento più o meno brusco e anche una sequenza personalizzata nell’azione e nell’azione corrispondente ai singoli comandi.
La risposta a ogni azionamento dei comandi cambio è in perfetto stile Campagnolo. È quella che nella casa vicentina hanno battezzato come Multi-dome Technology: ossia quel feedback chiaro della ricezione del comando tramite un clic evidente che toglie qualsiasi dubbio sull’efficacia della forza applicata sul pulsante.
Nella parte posteriore al pulsante di discesa della catena è presente il pulsante “Mode” che può essere azionato facilmente per il controllo dello stato della batteria sull’interfaccia.
La potenza frenante è ottimizzata anche dall’allineamento del fulcro della leva con la parte superiore del manubrio, così da avere la massima efficacia nell’azione.
Interfaccia
Con il nuovo sistema EPS è stata ovviamente battezzata una nuova interfaccia: si chiama V4 e va a rimpiazzare la versione dedicata alle 11 velocità. La connessione wireless sfrutta il doppio sistema BLE (Bluetooth Low Energy) e ANT+ così da potersi collegare con diversi dispositivi e, ovviamente gli smartphone su cui installare l’app MyCampy.
Una novità interessante, che però arriverà sul mercato successivamente, è la possibilità di avere tre diverse tipologie di interfaccia. Oltre a quella classica, che vedete nelle foto, posizionata sotto l’attacco manubrio, sarà presto disponibile una versione da inserire al posto del tappo destro del manubrio, ma anche un’altra soluzione che permetterà il fissaggio all’interno stesso del telaio nella parte superiore del tubo obliquo.
Power unit V4
Questa è certamente la novità meno visibile del gruppo in arrivo. La Power Unit, che contiene anche l’elettronica di gestione ha un disegno più allungato rispetto alla versione precedente e garantisce un aumento dell’autonomia del 10 per cento. A conti fatti anche un corridore professionista può permettersi di ricaricare il sistema ogni quattro settimane senza pericolo di rimanere senza elettronica.
La nuova unità si inserisce all’interno del reggisella tramite speciali adattatori.
Deragliatore
Nella gestione della cambiata la difficoltà maggiore è proprio a carico del deragliatore. Quello del Super Record è uno dei deragliatori elettronici con la potenza maggiore presente sul mercato. La necessità di avere una soluzione efficace ha portato a elaborare un motore potente, per una deragliata immediata (e pensate a quanta forza serva) unitamente a una forcella molto stretta per poter gestire la catena sottile del sistema a 12 velocità. La particolare elaborazione della forma della gabbia serve proprio a eliminare gli attriti anche quando si usa la trasmissione con un incrocio di catena non consigliato. Di fatto si può posizionarla senza problemi su tutti i pignoni a prescindere dalla corona utilizzata.
Il deragliatore è in costante comunicazione con il cambio posteriore per potersi allineare al meglio in base alla posizione della catena.
Cambio posteriore
Il cambio posteriore Campagnolo è un piccolo gioiello di miniaturizzazione e ingegneria. Il movimento effettuato dal sistema segue una traiettoria non perfettamente dritta per dare la possibilità di posizionare la catena in maniera ottimale su ciascun pignone. Si chiama Embrace Technology e non è una novità in casa Campagnolo. Il movimento della puleggia superiore del bilanciere del cambio è stato elaborato così da coinvolgere il maggior numero di denti possibili a garanzia di una trazione efficace.
Con un unico cambio (il bilanciere è da 72,5 millimetri) si possono gestire entrambe le cassette disponibili (confermate, per il Super Record, le due versioni 11-29 e 11-32). L’adozione di pulegge più larghe, da 12 denti, permette lo scorrimento della catena riducendo al massimo gli attriti anche nelle situazioni di incrocio più spinte.
Il profilo del bilanciere, poi, è stato ulteriormente ridotto per mantenere il più possibile la distanza dai raggi evitando così il rischio di contatti indesiderati.
Il supporto del cambio è stato studiato in nome della massima versatilità, così da poter essere montato su tutte le tipologie di telai in commercio. La molla di tensionamento è ad alta potenza per ridurre il più possibile le vibrazioni.
Ovviamente tutta l’elettronica del cambio (come quella del deragliatore) è a perfetta tenuta stagna a garanzia di un funzionamento perfetto in qualsiasi condizione climatica (secondo lo standard IP67, uno dei più severi).
Pacco pignoni
Come già accennato le cassette compatibili sono due: 11-29 e 11-32. Sono composte entrambe con una sequenza a scalare di un dente (partendo dall’11) per le prime sette posizioni e poi via fino a raggiungere la dentatura imposta. Gli ingranaggi più piccoli sono singoli, ma gli ultimi sei sono assemblati in strutture da tre pignoni che si innestano direttamente sulla cassetta. Questa soluzione, oltre che a favore della leggerezza, assicura anche una maggiore rigidità.
I disegni dei denti, lavorati al controllo numerico, sono rifiniti con un trattamento chimico che ne indurisce la superficie assicurandone una durata elevata. Gli spaziatori, presenti tra i singoli pignoni più piccoli, sono tutti della stessa misura e realizzati in alluminio.
Ovviamente, come già detto alla presentazione dei gruppi meccanici 12V, la dimensione totale della cassetta rimane identica rispetto alla corrispondente a 11 velocità. In questo modo si garantisce la compatibilità con tutte le ruote precedenti (e viste le tendenze del mercato non è cosa da poco questa) ma, ovviamente, si lavora sulle dimensioni e sugli spessori.
Guarnitura
La guarnitura è praticamente la stessa della versione meccanica: a quattro bracci e otto viti. Vale la pena sottolineare il design in carbonio (cavo nella parte interna) con finitura esterna in fibra di carbonio unidirezionale. Il fattore Q è a 145,5 millimetri così come rimane invariata la linea di catena. Il sistema Campagnolo Super Record sfrutta l’asse centrale Ultra Torque con vite di chiusura sul lato sinistro e cuscinetti ceramici.
Il doppio girobulloni (112-145 millimetri) permette il fissaggio ottimale delle moltipliche e la perfetta rigidità del sistema. La moltiplica più grande, poi, sfrutta anche la finitura in carbonio dello spider che, più che un preziosismo estetico, ha proprio la funzione di irrigidire l’ingranaggio.
L’assortimento di moltipliche prevede tre possibilità: 50-34, 52-36 e 53-39. Interessante notare come i pin per facilitare la deragliata siano posti in posizione differente a seconda dell’assortimento delle moltipliche. Si tratta del risultato dello studio effettuato da Campagnolo per ottimizzare il più possibile l’efficienza della deragliata.
Il trattamento chimico presente sugli ingranaggi è analogo a quanto visto per la cassetta pignoni. Da notare come la moltiplica interna sia a costruzione perfettamente simmetrica per facilitare l’utilizzo con qualsiasi incrocio di catena mantenendo, così, l’attrito molto basso.
Quattro sono le lunghezze di pedivelle disponibili: 165, 1700 172,5 e 175.
Catena
L’organo di trasmissione per antonomasia è quello che, ovviamente, nei sistemi 12V ha subito modifiche importanti: è stata assottigliata per poter lavorare negli spazi ristretti delle 12 velocità (come detto il pacco pignoni presenta lo stesso ingombro della versione 11V) ma la progettazione è stata eseguita per assicurare la stessa durevolezza della catena 11V.
Freni (caliper)
I freni di tipo tradizionale presentano la classica geometria Campagnolo che si rifà al disegno “Skeleton” che caratterizza il marchio e sono disponibili anche in versione direct mount. In quest’ultima versione, in particolare, va sottolineato come la geometria dei leveraggi sia stata elaborata così da non andare a sollecitare il telaio, ma riesce a scaricare tutta la potenza sul freno stesso.
La forma dei freni è stata elaborata per poter essere compatibile con cerchi con canalina allargata di tipo C17 e C 19. I nuovi freni sono in grado di accogliere coperture fino a 28 millimetri di sezione. Il movimento è assicurato da cuscinetti.
Freni a disco
I freni idraulici a disco sono disponibili in versione per dischi da 160 o 140 millimetri (questi ultimi eventualmente utilizzabili con dischi da 160 tramite adattatore) con montaggio flat mount senza adattatore. Questo permette di avere una maggiore rigidità del sistema che si traduce in efficacia di frenata (e anche peso contenuto). A fissarli al telaio sono solamente due viti.
I pistoni sono da 22 millimetri e vengono realizzati in resina fenolica scelta perché è in grado di isolare dal calore il sistema. I test effettuati parlano chiaro: anche ad altissime temperature del disco, fino a farlo arroventare, il calore rimane confinato all’interno della pinza senza propagarsi sulla struttura esterna.
Il sistema di ritorno dei pistoni, poi, sfrutta una doppia molla: meccanica e magnetica così da avere un ritorno rapidissimo agli 0,4 millimetri di distanza predefiniti.
Le pastiglie sono in resina organica e sagomate per favorire l’ingresso del disco (e dotate di sistema che avvisa quando è il momento di sostituirle) e sono montata su una struttura a farfalla (il riferimento è proprio alla forma) che assicura una dissipazione del calore molto efficace.
Dischi
Doppio diametro disponibile per i dischi che seguono lo standard di montaggio Center Lock. L’acciaio con cui sono realizzati ha un’elevata resistenza alla deformazione e il disegno delle aperture è stato elaborato proprio per favorire la dissipazione del calore.
Pesi
Prezzi
(Altre variabili di prezzo, secondo listino).
Ulteriori informazioni: https://www.campagnolo.com/IT/it
Guido P. Rubino