Si sono svolti i Campionati Europei di Ciclocross, ecco le nostre considerazioni al di là dell’ordine d’arrivo che pure ha dato dei verdetti chiari.
Partiamo dalle gara femminile Elite. L’olandese Fem van Empel, ex-giocatrice di calcio, arrivata al ciclismo da solo due anni (vi ricorda qualcuno?) sta facendo il fenomeno o forse dovremmo iniziare a chiamarla “la fenomena” per stare al passo con i tempi. Fa quello che vuole e sembra farlo senza nemmeno troppa fatica, mai una smorfia sul suo volto. L’olandese dal primo gennaio indosserà la maglia della Jumbo-Visma, sapete perché? Ha scelto di passare al dream team olandese perché il cross le sta stretto e vuole la strada?
In gara ha giocato con le avversarie, tanto da permettersi un rientro in corsa dopo una lunga tratto a piedi a causa di una foratura nelle battute iniziali della gara. È rientrata a fianco della francese Prevot e ha rimontato tutte le avversarie, a una a una, per andare a vincere con una facilità disarmante. È proprio questa facilità che fa arricciare il naso agli addetti lavori. Non per brutti pensieri, ci mancherebbe, ma per il fatto che i cross femminili sono sempre “venduti” al pubblico come gare avvincenti, dall’esito mai scontato, ma la van Empel rischia di rivoluzionare tutto: è una che se si presenta al via, poi, vince quasi sicuramente. Ma forse è ancora presto per parlarne, vediamo nell’immediato futuro.
Attenti, invece, alla nuova campionessa europea (e mondiale in carica), anche lei olandese, U23: Puck Pieterse. Ha una tecnica da far invidia ai migliori maschi. Può essere lei la rivale di van Empel nelle corse a venire. Il wheelie a una mano da 100 metri sotto il traguardo di Puck valeva, da solo, il prezzo del biglietto!
A proposito di gesti atletico/tecnici da cineteca, il figlio del “Cannibaal van Baal” alias Sven Nys, Thibau Nys (argento nella prova U23) è stato l’unico atleta in tutte le categorie a non scendere di sella sull’ultimo muro prima dell’arrivo. Muro che era così ripido da renderlo problematico da fare a piedi, ma lui l’ha fatto in bici, più di una volta.
Uomini elite
Parlando della prova uomini Elite non si può non parlare dei Magnifici Tre assenti: Mathieu van der Poel, Wout van Aewrt e Tom Pidcock. Soprattutto i primi due hanno portato così tanto pubblico e seguito mediatico al ciclocross che la loro assenza ha letteralmente sgonfiato l’inizio di stagione e le attese per questo campionato. Aggiungiamoci l’assenza obbligatoria di Toon Aerts, alle prese con un verdetto post squalifica doping dell’UCI che non arriva mai ed ecco che ci troviamo di fronte a una vigilia, spenta, moscia senza quella attesa tipica di un campionato europeo o mondiale.
Una variabile? La pioggia. A dieci minuti dal via inizia a cadere. Il fantatico e rivisitato percorso della Cittadelle di Namur si trasforma in un teatro di un emozionante testa a testa tra il belga Michael Vanthourenhout e l’olandese Lars van der Haar. L’albino Silas del Codice da Vinci contro il Jack Russel di Amersfoort e niente altro. Un susseguirsi di colpi di scena: cadute, forature, rotture che hanno premiato la caparbietà ma soprattutto la tecnica sopraffina di Vanthourenhout che negli ultimi cinque anni ha sempre brillato per costanza ma senza mai riuscire a vincere una maglia e nel ciclocross i campionati sono la cosa più importante che esista.
Gli italiani
Come sempre ottime le ragazze/donne ma questa non è più una sorpresa, ormai non c’è disciplina dove le nostre atlete non siano protagoniste. Tra tutte un grosso complimenti a Valentina Corvi per l’argento nella prova Junior. Ancora complimenti per Davide Toneatti che ha duellato alla pari con dei “mostri sacri” della categoria U23, perdendo negli ultimi metri il podio. Un enorme quarto posto per lui.
Note ancora dolenti negli Elite uomini. Solo Gioele Bertolini al via è poca cosa. Ha corso in modo intelligente senza bruciarsi nei primi giri di una corsa difficile e rimontando poco per volta fino ad arrivare nella top 10 ma l’ultimo giro lo ha relegato alla dodicesima posizione finale. Sicuramente una buona gara per lui ma, analizzando l’andamento dell’evento, la corrazzata belga ha avuto una serie di problemi di vario tipo, Iserbyt su tutti. A mio avviso al posto del generoso spagnolo Felipe Orts Lloret (sesto) ci DEVE essere un italiano, ma il mitico CT Daniele Pontoni lo sa benissimo e sta lavorando far tornare la nazionale italiana dove le spetta.
I “Magnifici Tre”, invece, saranno al via il 27 novembre a Hulst in Olanda.
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