27 mag 2020 – Sì, fai presto a dire gravel bike: oggi anche i muri hanno capito che cosa significa e cosa è questa bici. Ma proviamo a fare un salto indietro di “soli” quattro anni, nel 2016. Allora i marchi che avevano investito su questo nuovo segmento a metà strada tra la bici da corsa e quello da ciclocross erano pochi, si contavano tra le dita di una mano: una di questa era Cannondale, lei che lanciò la gravel oggettivamente più ardita in circolazione: telaio in alluminio, ruote solamente da 650b (ossia da 27.5 pollici di diametro) e soprattutto una forcella anteriore ammortizzata, che più propriamente non era una forcella, ma la speciale sospensione Lefty, quella “monobraccio”, un pezzo celebre per il marchio del Connecticut, che la sua storia (e il cuore) ce lo ha radicato soprattutto nell’off road.
Quella gravel era la Slate, bici fenomenale, a suo modo antesignana e di sicuro divertentissima (chi scrive ve lo può confermare in pieno perché la testò a lungo per conto di una rivista). Quanto anticonvenzionale, di rottura e quanto “avanti” fosse questa gravel dalla architettura così originale lo dimostrò il fatto che questo modello non riscosse il successo commerciale che meritava: probabilmente era troppo ardita rispetto ai tempi, era troppo orientata al fuoristrada anche tecnico, al punto da non allettare i mountain biker che preferivano usare la mtb; per lo stesso motivo era troppo lontana dal mondo road, visto che gli stradisti “puri” la vedevano quasi come un oggetto sconosciuto, indecifrabile.
In quattro anni ciclisticamente parlando il mondo è cambiato, lo sappiamo bene: le gravel oggi sono mainstream, fanno tendenza, piacciono e soprattutto tutti hanno capito il loro senso e il loro uso: un uso che, lo ricordiamo, nasce formalmente come “misto” asfalto/fuoristrada, ma sicuramente propende più per il secondo. Appunto, i tempi erano maturi perché Cannondale ricominciasse esattamente da dove era partita: nei fatti il progetto Slate non è stato affatto cancellato in questi quattro anni, se vogliamo era “dormiente”, perché nel frattempo il marchio Usa ha continuato a investire nel gravel introducendo un modello più convenzionale come la Topstone (2018) , che nella prima release aveva un telaio in alluminio e poi nel 2019 è passata alla innovativa variante “Carbon”, provvista di un’esclusiva architettura elastica, una sorta di semi-full suspended che permette al carro posteriore di flettere per assorbire le vibrazioni (la presentazione e i numerosi test che Cyclinside ha fatto di questo modello li trovate qui.
Topstone 2021, una piattaforma ricchissima
Oggi, 27 maggio 2020 (ma in realtà in termini formali stiamo già parlando di collezione 2021), il cerchio in un certo senso si chiude, Cannondale introduce la sua più aggiornata e audace gravel bike pescando proprio dal patrimonio tecnico dal quale era partita quattro anni fa: arriva la Topstone Carbon in versione “Lefty”, una gravel che esce di serie con ruote 650b (27.5 pollici) e che soprattutto è provvista della originale sospensione monopiastra che tanti conoscono. In realtà, la nuova bici che non vediamo l’ora di provare, non è semplicemente una Topstone Carbon con il montaggio della Lefty che allestiva la Slate.
Tutt’altro: la Lefty è stata rivista completamente, è una sospensione tutta nuova, specifica per questa bici. Delle caratteristiche tecniche vi diremo subito, non prima di aver ricordato che la nuova Topstone Carbon Lefty nasce con uno spirito evidentemente ancor più votato all’off road di quanto lo fosse nella versione “rigida” introdotta lo scorso anno.
A detta di Cannondale, e del suo responsabile per l’Italia Simone Maltagliati, «la Topstone Carbon Lefty punta ad intercettare un pubblico di ciclisti più ampio possibile, fornire al maggior numero di utenti la possibilità di affrontare terreni più vari e uno spettro di situazioni ancor più eterogenee rispetto a quelle di cui è capace una bici gravel strettamente definita».
C’è inoltre una seconda, grande novità, connessa alla piattaforma Tosptone.
Ancora Maltagliati: «È quella di una bici adatta anche per il ciclista tecnicamente esperto ma poco allenato, o se preferite quello che vuole affrontare in modalità assistita trail “epici” in sella a una bicicletta». Proprio così, perché oltre alla nuova “muscolare” la Topstone Carbon è ora proposta anche in versione Neo, che in Casa Cannondale è sigla che contraddistingue tutti i modelli provvisti di trasmissione assistita elettricamente. Ecco quindi la Topstone Carbon Neo, che come la versione muscolare sarà disponibile nel nuovissimo allestimento con la nuova Lefty oppure in versione “rigida”, esattamente come accade per la muscolare, visto che l’allestimento muscolare con forcella rigida non esce assolutamente di gamma.
Una sospensione progettata ad-hoc
Che l’integrazione tra componenti e telaio – ovvero la SI, System Integration – continua a rappresentare un bastione di Cannondale lo dimostra chiaramente anche la nuova sospensione sviluppata attorno alla Topstone Carbon: l’elemento monopiastra si chiama Lefty Oliver esattamente come quello che era montato sulla Slate del 2016. In realtà solo il nome è rimasto lo stesso.
Esteticamente parlando la nuova sospensione è in tutto simile alla collaudata Lefty Ocho che rappresenta uno dei punti di forza delle mtb da competizione di Cannondale (sia la Scalpel che trovate qui sia la F-Si), ma in realtà la sua architettura interna e il suo comportamento elastico sono tutti diversi, appunto studiati in base alle esigenze geometriche del telaio e soprattutto in base alle esigenze della guida gravel.
Design a parte, se c’è qualcosa che accomuna la nuova “Oliver” alla “Ocho” è sicuramente la sua architettura finalizzata a contenere il peso e allo stesso tempo garantire quella rigidità torsionale impensabile sulle tradizionali forcelle anteriori, ossia quelle dove l’escursione nasce da steli telescopici gestiti da boccole; al contrario, a gestire l’affondamento di qualsiasi Lefty è una struttura con cuscinetti ad aghi, che rende garantisce grande fluidità e impedisce qualsiasi tipo di “gioco” in fase di affondamento.
Trenta millimetri specifici per il gravel
La nuova Lefty Oliver ha dunque un’architettura interna pensata per assecondare le caratteristiche dei terreni misti tipici del gravel; l’escursione è di 30 mm (rispetto ai 100 della Ocho) e il tuning della cartuccia è stato configurato per reagire velocemente agli ostacoli in sequenza che fanno al caso della guida in fuoristrada, ma allo stesso tempo l’affondamento è stato ottimizzato per non obbligare chi è in sella a stare a intervenire con frequenza sul lockout, ossia il blocco dell’affondamento. Non è infatti un caso che la Ocho preveda una leva di lockout posizionabile a manubrio, mentre sulla nuova Oliver questo comando remoto non c’è, semplicemente perché servirebbe a poco, e per bloccare il travel occorre necessariamente agire sulla levetta manuale posta sulla sommità dello stelo.
Non finisce qui: sempre nel confronto con la Ocho, il blocco dell’escursione della Oliver è un po’ più solido, nel senso che manca del “gioco” minimo che consegna il lockout della prima; diversamente dalla Ocho, però, l’architettura interna della Oliver ha una valvola di sicurezza che consente l’apertura della forcella anche con il blocco inserito: si tratta di una prerogativa utilissima nel gravel quando, ad esempio, su un fondo compatto capita di improvvisamente e inavvertitamente di impattare su un ostacolo inaspettato.
A livello di comportamento elastico la Oliver prevede una curva di compressione molto progressiva, più sostenuta nella prima fase di affondamento; questo non solo per assorbire gli ostacoli tipici della guida gravel, ma anche per rispettare le necessità di sterzata di una bicicletta che a livello geometrico è molto più prossima a una bici da corsa che a una mtb.
Ultima novità tecnicamente degna di nota della Oliver è la “regolazione del ritorno”, cioè di come e con quale velocità lo stelo torni nella posizione di “riposo” dopo aver attutito un colpo: sulla Lefty il pistone della compressione e quello del ritorno sono a sé stanti, per questo la regolazione dell’uno non influisce sulla regolazione dell’altro. Questo ha permesso un tuning molto preciso del “rebound”, anche questo regolato in base alle esigenze specifiche della guida “gravel”.
Infine, nella configurazione 650B (che è effettivamente quella con cui la Topstone Carbon Lefty esce di serie) l’escursione utile può arrivare a 40 mm (ma per modificare il travel è necessario rivolgersi all’assistenza autorizzata) e quindi assicurare un po’ più di brio alle caratteristiche di guida.
Va da sé che con l’adozione di una sospensione anteriore monopiastra la compatibilità della copertura anteriore aumenta, arrivando a 47 mm per ruote 650B e 40 mm per le 700c (rimangono però i 38 mm di copertura tollerata massima sulla posteriore).
Lefty, in carbonio, in alluminio e anche after-market
Sugli allestimenti di vertice la Lefty Oliver è proposta in versione Carbon, con struttura in parte in carbonio e peso di soli 1340 grammi, mentre sugli allestimenti di fascia inferiore la struttura è tutta in alluminio, per un peso totale di 1610 grammi. In entrambi i casi la sospensione è predisposta per una pinza disco di tipo flatmount, per la rimozione della quale è stata introdotta la pratica levetta manuale StopLock per lo sgancio, che elimina le precedenti viti esagonali che fino a ieri si era obbligati a svitare qualora si volesse rimuovere la ruota. Il fissaggio di quest’ultima ovviamente richiede un mozzo dedicato, nello specifico il Lefty 50.
La nuova Lefty Oliver Carbon è infine disponibile anche in after-market: nulla infatti vieta a nessuno di aggiornare la Topstone “rigida” (sia quella Carbon, ma volendo anche quella in alluminio) con la nuova sospensione. Il telaio che monta la nuova Lefty Oliver è infatti esattamente quello della Topstone Carbon già in gamma, identico sia dal punto di vista geometrico, sia strutturale. Aggiungiamo noi, che un eventuale up-grade della Topstone rigida aggiornata con la Lefty Oliver avrebbe poco senso economico, visto che ai 1500 dollari di costo della sospensione bisogna aggiungere la spesa per l’aggiornamento dell’attacco manubrio della serie sterzo dedicata, della pinza flatmount e del mozzo anteriore.
Topstone Carbon Lefty: versioni, misure, prezzi
La nuova Topstone Carbon Lefty è proposta in cinque taglie (XS, S, M, L, XL) e in due allestimenti di serie:
“1”: sospensione Lefty Oliver Carbon, gruppo Sram eTap Force AXS con cambio Eagle, coperture WTB Byway tubeless 650b (7499 euro)
“3”: sospensione Lefty Oliver, gruppo Shimano Grx, coperture Wtb Byway tubeless 650B (3799 euro)
“3 Women’s”*: sospensione Lefty Oliver. Gruppo Shimano Grx e coperture Wtb Byway 650B e componenti specifici per le donne (3799 euro). *Disponibile solo nelle misure XS, S, M.
Arriva l’“elettrica”: Topstone Neo Carbon
Ulteriore grande novità della piattaforma Topstone è l’introduzione della versione a pedalata assistita. La Topstone Carbon diventa dunque “Neo” ed anche in questo caso la bici sarà disponibile sia nella versione con forcella rigida o in quella con sospensione Lefty Oliver: così come per la muscolare, anche in questo caso le ruote saranno di serie da 650B, mentre la Lefty Oliver avrà di serie un travel di 40 mm.
Le ruote di serie della “Neo” con forcella rigida saranno invece delle 700c. Il telaio è ovviamente sempre in carbonio, identica e l’architettura elastica del carro posteriore, ma in questo caso il frame è stato adattato non solo per l’adozione di una potente unità motore centralizzata Bosch Performance CX da 500 wh e della relativa batteria alloggiata nel tubo diagonale, ma anche perché le tubazioni devono resistere alle sollecitazioni maggiori che impone un mezzo di questo tipi e questo peso.
Topstone Neo Carbon: versioni, misure, prezzi
La nuova Topstone Neo Carbon è proposta in quattro taglie (S, M, L, XL) e in due allestimenti per la configurazione Lefty e due per la configruazione “rigida”:
“1 Lefty”, sospensione Lefty Oliver Carbon, gruppo Sram eTap Force AXS, coperture Wtb Resolute tubeless 650B, 8999 euro
“2”, forcella rigida Ballistec Carbon, gruppo Shimano Grx, coperture Wtb Riddler tubeless 700c, 6299 euro
“3 Lefty”, sospensione Lefty Oliver, gruppo Shimano Grx, coperture Wtb Resolute tubeless 650B, 5799 euro
“4”, forcella rigida Ballistec Carbon, gruppo Shimano Grx, coperture Wtb Riddler tubeless 700c, 4499 euro
Ulteriori informazioni: www.cannondale.com
Maurizio Coccia