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Home Abbigliamento

Capi in lana merino e gravel, un binomio che piace agli appassionati

I capi in lana merino stanno riscontrando sempre più successo tra gli appassionati di ciclismo, soprattutto da chi pratica il gravel. Ma quali sono i vantaggi di questo tessuto rispetto al classico capo sintetico?

Roberto Pellizzari di Roberto Pellizzari
29 Novembre 2024
in Abbigliamento, Bikepacking, Cicloturismo, Gravel, TechNews
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Capi in lana merino e gravel, un binomio che piace agli appassionati

La lana merino è un filato che si ricava dalla tosatura di un particolare tipo di ovino la cui origine è antica quanto incerta. Sembra infatti che questa pecora sia arrivata dal medio oriente intorno al XII secolo, per poi passare in Marocco, in Francia e in Spagna.
A partire dal XVIII secolo, la razza merino fu esportata in Australia, Nuova Zelanda e Argentina. Oggi è l’Australia il maggior produttore di lana merino al mondo.

La lana merino

Il processo di filatura della lana merino non si differenzia molto da quello di altre razze di ovini. Una volta l’anno l’animale viene tosato e la lana subisce un profondo lavaggio per togliere grasso, impurità e residui vegetali. Successivamente viene pettinata e cardata, processo che serve ad allineare le fibre e favorire la lavorazione. Le fibre vengono quindi avvolte in matasse e sottoposte alla filatura, processo che dà vita ad un morbido ed elastico filato, pronto per essere trasformato in tessuto.

La lana merino nello sport

Fin dagli anni 50 dello scorso secolo, la lana merino ha avuto un posto di rilievo soprattutto nelle attività legate alla montagna come trekking, sci e alpinismo, in particolare per quanto riguardava i capi intimi. Le caratteristiche della lana merino rendevano questo tipo di tessuto perfetto per la basse temperature e le attività estreme. Negli anni 70 e 80, il mercato della lana merino, è stato fortemente minacciato dalla diffusione delle fibre sintetiche, più economiche e facili da lavorare, ma che alla lunga si sono dimostrate meno efficienti per certi utilizzi. Gli anni 2000 hanno segnato la riscoperta della lana merino, che inizia a conquistare anche gli appassionati di ciclismo.

La lana merino nel ciclismo, perchè utilizzarla

Capacità termoregolanti

La lana merino ha una grande capacità termoregolante, è cioè in grado di creare una sorta di camera tra la pelle e l’ambiente esterno, mantenendo la temperatura costante, così da ridurre la sensazione di caldo quando le temperature sono alte, e di freddo quando si abbassano. E’ quindi un valido aiuto nelle attività ciclistiche, dove capita spesso di subire uno sbalzo di temperatura anche di 10 gradi tra il momento della partenza e quello all’arrivo.

Assorbimento del sudore

Grazie alle particolari fibre di cui è composta, la lana merino è in grado di assorbire fino al 30% del suo peso senza lasciar passare il calore. Inoltre trasporta verso l’esterno l’umidità, che evapora una volta a contatto con l’aria, mantenendo così la pelle asciutta.

Le proprietà antibatteriche

Tra i vantaggi della lana merino c’è quello di non rilasciare cattivi odori, caratteristica utile per le uscite di giornata, ma ancora di più quando si è costretti a indossare lo stesso capo per più giorni, come può succedere ad esempio nelle uscite in bikepacking.

Elasticità e leggerezza

La lana merino è naturalmente elastica, caratteristica che si esaltata ulteriormente quando si accoppia il filato ad una fibra sintetica.
Ha inoltre il pregio di essere molto morbida e di essere gradita anche alla maggior parte delle persone la cui pelle è sensibile alla lana. La lana merino ha il vantaggio di continuare a mantenere le sue proprietà termiche anche quando il tessuto è sottile. E’ quindi ideale per i capi intimi che possono così avere un peso e un volume ridotto.


Ma la lana merino ha anche qualche limite

Il costo

Un capo in lana merino costa di più di un capo in materiale sintetico. Questo principalmente per due motivi. Il primo è il costo di lavorazione per arrivare al filato, mentre il secondo riguarda il confezionamento, che richiede più attenzione rispetto ad un capo sintetico. Un maglia da ciclismo in lana merino costa circa un 50 per cento in più rispetto ad un capo in materiale sintetico. Sono numerosi i vantaggi rispetto ad una maglia tradizionale.

Tessuto un po’ delicato

Essendo un tessuto filato soffre del classico “filo tirato”. Nessun problema invece per quanto riguarda il lavaggio, che può essere effettuato in lavatrice come un qualsiasi altro capo delicato.

Limiti nella possibilità di personalizzare il capo

Una maglia in lana merino, non può essere personalizzata come una in materiale sintetico.
Il tessuto in merino può essere stampato, a patto di non esagerare con dettagli e colori, poiché la lana tende ad assorbire la tinta e a “sfocare” i bordi che così perdono di definizione.

Un capo in lana merino è perfetto per chi fa un ciclismo “immersivo” com’è ad esempio la disciplina gravel. Un ciclismo senza fretta, dove dopo uno sforzo intenso ci si concede magari una pausa per un panino, una birra o un pranzo. Un capo che si può indossare non solo per andare in bicicletta, ma anche per fare running oppure lunghe passeggiate in montagna, ma anche per il tempo libero.
È anche un tessuto ideale per chi viaggia in bicicletta e non ha modo di lavare e asciugare l’abbigliamento, oppure non vuole portare con sé troppo peso.

Ulteriori informazioni: https://www.pasol.info/

Tag: Abbigliamentogravellana merinopasol

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Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione con registrazione n° 35370 aggiornata 8 ottobre 2020.

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