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Casco obbligatorio, assicurazione e frecce per biciclette? il Ministro Salvini va controcorrente rispetto all’Europa

La risposta dell'Ancma è decisa: si rischia di fare un danno enorme al settore

Guido P. Rubino di Guido P. Rubino
7 Giugno 2023
in Città, Eventi e cultura, TechNews
A A
14
Casco obbligatorio, assicurazione e frecce per biciclette? il Ministro Salvini va controcorrente rispetto all’Europa

Fare qualcosa per la sicurezza in bicicletta limitando la bicicletta e non chi la mette in pericolo. Ci risiamo.
Le dichiarazioni del Ministro Salvini hanno fatto gelare il sangue degli appassionati, degli sportivi e anche dell’industria di settore.
Sì, perché mettere obbligo di casco, assicurazione e frecce (!) ai velocipedi (quindi tutti i veicoli inclusi in questa categoria) non è a favore della sicurezza. Al più potrebbe essere a favore di una maggiore responsabilizzazione degli utenti che usano questi veicoli. Ma, con ogni probabilità, sono già abbastanza responsabilizzati dai fatti di cronaca, drammatici, che sono più che giornalieri.

La sicurezza, insomma, va fatta responsabilizzando, non vessando. Altrettanto curioso, se vogliamo, è il richiamo all’utilizzo degli autovelox che il governo vede come “vessatorio” rispetto ai cittadini.
In un mondo autocentrico la questione trova una logica che si autodetermina e spinge esattamente al contrario di quanto sta facendo il resto d’Europa e del Mondo. Dichiarazioni di questo tipo, insomma, sembrano prese direttamente da alcuni social che raggruppano utenti che vorrebbero addirittura dichiarare illegittime le biciclette sulle strade.
L’associazione di categoria, ANCMA, ha subito diffuso un comunicato in merito che vi riportiamo integralmente assieme all’intervista che avevamo fatto a Paolo Magri, presidente di Ancma, sul tema:

CODICE DELLA STRADA, ANCMA: RIFORMA MOLTO PREOCCUPANTE PER SETTORE CICLO
L’associazione: “Penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol, comparto che vale oltre 3,2 miliardi di euro. Maggiore sicurezza si ottiene con misure strutturali, Italia unico Paese in Europa a introdurre assicurazione, targa, casco e frecce obbligatori”
MILANO, 7 GIU. – Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) esprime “forte preoccupazione” a seguito delle dichiarazioni sulla riforma del Codice della strada rilasciate oggi dal ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, rispondendo a un question time alla Camera. In un comunicato diffuso in serata, l’associazione prende posizione contro la proposta di introdurre assicurazione, targa, casco e frecce obbligatori per le biciclette.

“Si tratta di misure che non vanno nella direzione di ottenere maggiore sicurezza, per la quale – si legge nel comunicato – serve un impegno strutturale ed educativo a tutela di chi utilizza la bicicletta, che è un utente debole della strada”.
“Abbiamo già avuto modo di inviare lo scorso marzo una lettera dettagliata al ministro competente, attraverso la quale – ha rimarcato il presidente di ANCMA Paolo Magri – non solo abbiamo sottolineato il valore del comparto ciclo, che in Italia genera un volume d’affari di oltre 3,2 miliari di euro, ma abbiamo anche evidenziato che il nostro sarebbe l’unico Paese in Europa, dove tra l’altro l’utilizzo della bici è ampiamente più diffuso che in Italia, ad introdurre questi obblighi”.

“Il nostro Paese – ha concluso Magri – ha un grande potenziale di attrattività cicloturistica, ha un mercato che cresce, è uno dei primi produttori di biciclette nell’eurozona, esprime un tessuto imprenditoriale d’eccellenza fatto da oltre 250 piccole e medie imprese, per l’80% insediate fra Veneto, Lombardia e Piemonte. L’associazione è a disposizione del Governo in maniera costruttiva, ma per come è stata annunciata, questa riforma sembra oggi più contro la diffusione della bicicletta, che a favore di una maggiore sicurezza sulle strade: penalizzare la leadership della nostra industria sarebbe un autogol”.

Ecco perché le biciclette non pagano bollo e assicurazione

 

Tag: casco obbligatoriocodice della stradafreccematteo salviniobbligo del cascotarga

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Commenti 14

  1. Andrea says:
    2 anni fa

    Fortunatamente abito al confine, in Italia non mi rivedono più.

    Rispondi
  2. Laura says:
    2 anni fa

    Volevo comperare una eBike per recarmi al lavoro, ma in vista di tale ingiusta imposizione dell’assicurazione ho cambiato idea. Questo governo di incapaci invece di fare piste ciclabili per le biciclette e mettere in sicurezza il percorso di chi vorrebbe utilizzare un mezzo ecologico, ti costringe a fare l’assicurazione di responsabilità civile verso terzi quando sono i terzi che solitamente fanno danni al ciclista.

    Rispondi
    • Guido P. Rubino says:
      2 anni fa

      Il problema, cara Laura, non è tanto l’assicurazione o il casco. La prima è comunque consigliata (in caso di incidente si è comunque responsabili e senza assicurazione si risponde di tasca propria se si ha torto) e il secondo pure. Ma l’obbligatorietà che farebbe alzare tantissimo i prezzi e contribuirebbe a mettere i ciclisti in posizione debole. “Sei caduto e ti sei fatto male: il casco era indossato correttamente? E così via…”
      Sulle frecce neanche commento. Chiunque abbia mai pedalato capisce di che si parla.
      E torniamo alle solite: i ciclisti vittime di incidenti sono quasi tutti da soli e rispettosi. Quelli che si comportano male sono più visibili. Ma una legge di questo tipo sarebbe solo un andar dietro ai social. Quando basterebbe aumentare i controlli.
      Ma quelli hanno un costo…

      Rispondi
  3. Gigi Vasori says:
    2 anni fa

    Io vivo in un piccolo paese e faccio fatica a immaginare la signora 60enne che per andare a fare la spesa in bici deve avere casco e assicurazione. Anche se io uso sempre il casco quando mi alleno in bici e sto informandomi per stipulare un’assicurazione che copra eventuali danni a terzi. Targa e frecce, invece, sono palesemente delle assurdità, ideate da qualcuno che evidentemente non usa mai la bici, tanto si sposta su un’auto governativa con autista. Anche stavolta, una presunta iniziativa di tutela di chi viaggia a due ruote rischia di trasformarsi in imposizioni vessatorie nei confronti dei ciclisti.

    Rispondi
  4. Marco says:
    2 anni fa

    Invece di occuparsi dei fondi PNNR per la realizzazione e completamento di ciclovie, che aiuterebbero anche una offerta turistica, qui si va a rendere meno fruibile l’utilizzo della bici. Ma qualcuno ha mai spiegato al ministro Salvini come è fatta una MTB o una bici da corsa? Il ministro ha capito a cosa serve una bicicletta? In cosa differisce da un ciclomotore? Non sembra.

    Rispondi
  5. Franco says:
    2 anni fa

    Lasciatelo giocare col ponte sullo stretto che fa meno danni e spara meno cazzate.

    Rispondi
    • Summerski says:
      2 anni fa

      Salvini invece di criticarlo andrebbe elogiato…e aggiungo che se fosse per me applicherei anche una targa alle biciclette così che quando passano con il rosso ai semafori provvisti di telecamera possono essere multati….perché se poi lo prendi in botta le scatole le fanno girare a chi guida l’auto, è già.

      Rispondi
      • Daniele Mattiello says:
        2 anni fa

        Domanda cosa pensa Zaia il governatore del paese delle biciclette …siamo seri

        Rispondi
  6. Ilario Brandalise says:
    2 anni fa

    Io abito in un paesino spero tra i monti e purtroppo vedo che i ciclisti che generalmente hanno anche la patente e non sono cicloturisti perdono la capacità intellettiva, obbligherei le case produttrici di biciclette a inserire fari e frecce nel telaio che se anche pensassero 500g non è che vi fanno perdere il giro d’Italia ma magari in galleria o all’imbrunire o di notte o all’alba o con la pioggia (scenari nei quali vedo continuamente fenomeni) sarebbero più visibili, se poi imparassero anche a stare almeno verso destra non sarebbe male, a me del casco non interessa perché la testa è la vostra e dell’ assicurazione nemmeno tanto avete sicuramente soldi visto che comprate biciclette che di media costano 4/5 mila € se non di più ma a quanto pare per piangere un po’ dite che la vecchietta non se lo può permettere ma voi contrari a questo non siete la vecchietta e magari o quasi sicuramente di biciclette ne avete più di una

    Rispondi
    • Summerski says:
      2 anni fa

      Condivido tutto quello che hai detto….

      Rispondi
  7. Gigi Vasori says:
    2 anni fa

    Caro Ilario, mi spiace per la quiete dei tuoi monti turbata dai ciclisti, ma magari hai anche qualche problema di lettura della lingua italiana. Oltre al fatto che l’assicurazione obbligatoria favorirebbe un’impennata dei prezzi delle assicurazioni, come sottolineato nell’articolo, volevo far notare che ci sono molti utilizzi della bici, assai differenti tra loro. Da chi la intende come sport e si allena su strade extraurbane (vedi il sottoscritto), all’anziana signora che la utilizza per fare la spesa in paese. Accomunare indistintamente tutte le bici e tutti i modi di utilizzo, imponendo per tutti casco, assicurazione, targa e frecce è una follia. Se non riesci a capirlo, pazienza.

    Rispondi
  8. Daniele Mattiello says:
    2 anni fa

    Sul casco io sono d’accordo a me ha salvato la testa due volte l assicurazione uno se la fa perché se in una ciclopedonale urti il pedone ti serve ma per i resto quello mette in moto il cervello prima di parlare a mio figlio dovrò mettere la targa sulla bici con le rotelle e l Italia che vive anche di turismo ciclistico che fa multa tutti i turisti senza targa o noi italiani siamo da meno poi le frecce le usassero gli automobilisti nemmeno i bus di linea lasciamo perdere

    Rispondi
  9. Salvatore says:
    2 anni fa

    Idee assurde prodotte da cervelli disfunzionali ispirati da propositi vendicativi nei confronti del ciclista e dallo scopo di rastrellare moneta sottraendola a quanta più parte dei cittadini soprattutto da quelli meno agiati
    Un folle lucido e furbacchione
    Da scappare appena possibile dall’Italia

    Rispondi
  10. Franco says:
    2 anni fa

    Basta..ha cambiato idea,ora solo i monopattini..dai,non é affidabile.
    Riesce a smentirsi da solo. ;-)

    Rispondi

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Cyclinside® è una testata giornalistica registrata nel 2008 e poi presso il Tribunale di Varese con n° 1/2019 del 31/01/2019 - Editore Guido P. Rubino P.I. 10439071001
Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione con registrazione n° 35370 aggiornata 8 ottobre 2020.

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