E siamo a cinque: cinque generazioni di un pantalone che ha fatto la storia della Castelli degli ultimi tre lustri, un pantalone che è stato usato, affinato e collaudato dai migliori pro rider al mondo, e che oggi appunto arriva alla quinta iterazione, che coincide con la stagione in cui con l’abbigliamento prodotto dall’azienda di Fonzaso (Belluno) corre la “corazzata” belga Quick-Step Alpha Vynil. Parliamo del pantalone Free Aero RC.
Senza avere certo le gambe di Julien Alaphilippe, di Remco Evenepoel o di Kasper Asgreen noi questo nuovo Free Aero RC abbiamo avuto la fortuna di provarlo in anteprima ancor prima che fosse introdotto sul mercato; delle impressioni vi diremo dopo, non prima di aver passato in rassegna tutte le grandi novità di questo “bibshort” che è sulle gambe dei “Quick-Step” già da qualche settimana.
Ottimo rapporto qualità/prezzo
Castelli ci dice che Free Aero RC è il capo più venduto della sua storia recente; se così è – e questo lo diciamo noi – è anche per il suo eccellente rapporto qualità prezzo, per la sua capacità di coniugare le esigenze di vestibilità che fanno al caso dell’agonista di altissimo livello, di farlo con un fitting fasciante e comodo allo stesso tempo, e appunto farlo con un prezzo molto interessante se paragonato a quelli di altri omologhi capi prodotti da marchi “premium” dell’abbigliamento ciclistico.
Un concetto base semplice
Dunque, a livello tecnico il nuovo Free Aero RC parte da un concetto base semplice: circondare la migliore imbottitura di cui è capace Castelli con un pantaloncino strutturato per offrire supporto e compressione muscolare; e infine togliere a tutto questo quel che non è strettamente indispensabile, quel che all’agonista di altissimo livello non serve.
La ricetta per ottenere questo risultato è dunque duplice: prima di tutto si parla di un pantalone che parte dalla versione più aggiornata (e implementata) del fondello senza cuciture Progetto X² Air, quello con schiume a doppia densità (maggiore nelle aree di appoggio ischiatico minore nella zona che interfaccia i genitali) e che a questo aggiunge cuscinetti in gel che offrono ammortizzazione progressiva. Alle schiume è poi accoppiato uno strato separato Skin Care Layer, morbido ed elastico per assecondare i movimenti del corpo e farlo in sinergia con il tessuto su cui il fondello è cucito.
Dopo il fondello il tessuto
Al fondello si unisce poi una confezione tutta nuova del pantalone: i pannelli minimizzano il numero delle cuciture (e di conseguenza la possibilità di fastidiose frizioni sulla pelle) semplicemente perché qui sono ridotti al minimo: i pannelli che confezionato il nuovo “bibshort” sono infatti solo cinque in confronto ai 10 del Free Aero RC di generazione precedente.
A proposito di pannelli e di confronti: qui andatevi a leggere le caratteristiche del precedente Free Aero RC che avevamo provato a lungo un paio di anni fa, e qui le caratteristiche di un altro pantalone Castelli cui questo nuovo Free Aero si ispira: parliamo del Premio Black, un pantalone premium lanciato nel 2021 che ha una destinazione più “endurance” e “granfondo”; anche il Premio Black, però, impiega una innovativa costruzione minimale dei pannelli (solo tre) oltre a vantare un’altra caratteristica che sul nuovo Free Aero RC è ulteriormente enfatizzata: se sul Premio Black nel fondo gamba interno c’è solo una leggerissima spalmatura siliconica che stabilizza il capo sul corpo, sul nuovissimo Free Aero RC il taglio al vivo del tessuto non aggiunge alcun materiale o trattamento sul lato destinato a interfacciare la pelle.
Addio gripper o silicone
Proprio così: né elastici, né inserti in silicone o tantomeno applicazioni minime di silicone: il taglio è “al vivo” e il tessuto rimane nella sua essenzialità, con tutto quello che in termini di comfort questo può comportare, e appunto con un grande livello di stabilizzazione del capo sulla gamba.
Tutto questo accade per due ragioni: prima di tutto il nuovo tessuto utilizzato, il Forza 2. È un tessuto che con il suo 32% di Lycra® garantisce un modulo di elasticità elevato per il migliore supporto muscolare; a questo si aggiunge la particolare cucitura “strategica” che presenta il pantalone nella zona anteriore della coscia, che appunto consente di tenere fermo il capo sulla gamba.
Castelli ci informa che gli sono serviti ben 28 prototipi e il programma di test più estensivo di sempre per arrivare ad architettare questo mix tra tessuto e cuciture, e arrivare in questo modo al fondo gamba più comodo che abbia mai fatto su un pantalone “race”.
Bretelle leggerissime
Tutta nuova anche la costruzione delle bretelle anteriori, anche in questo caso all’insegna del “minimalismo”: le due bretelle larghe 38 millimetri hanno una costruzione a trama aperta lì dove serve massima aerazione e massima leggerezza, appunto nella parte anteriore del busto.
Le bretelle appaiono invece rinforzate nella zona destinata alla maggiore estendibilità (le spalle) e sono sempre irrobustite nel punto in cui si biforcano per connettersi al pannello posteriore (l’area tra le scapole). Il pannello dorsale è in rete come in passato, ma è ora più stretto, a garanzia di una copertura essenziale, quel che basta per tenere i pantaloncini al loro posto.
Nella parte bassa, a corredare il pannello posteriore c’è una tasca in rete, utile ai “prof” per mettere la radio, e – perché no – comoda anche per gli amatori più evoluti per riporvi piccoli oggetti.
A proposito di amatori e di utilizzo non professionale: sul retro gamba sinistra Free Aero RC posiziona un utile inserto rifrangente.
Il logo Castelli? Elegantissimo: è impresso “tono su tono” in rilievo sui due fondo gamba ed è riproposto cucito sulla parte posteriore sinistra.
Prezzo, versioni, misure, colori
Free Aero RC costa 179,95 euro; è proposto sia in versione da uomo che da donna, in questo secondo caso con una costruzione e un fondello progettati per adattarsi specificamente al fisico femminile.
Sia per gli uomini che per le donne è inoltre prevista anche la versione shorts, e “non bib”, ovvero senza bretelle, con prezzo di 159,95 euro.
Le misure vanno dalla S alla XXXL, mentre per i colori è disponibile la variante nera oppure la colorazione Belgian blue che è quella ufficiale della Quick-Step Alpha Vynil.
Le impressioni in prova
Il Free Aero che ho testato era in taglia S, perfetto per gli 83 centimetri di giro vita che ho: indossarlo – ed è necessario che accada così per un pantalone “race” come è questo – richiede un po’ di forza a “tirarlo sù”, perché i pantaloni da ciclismo stradistico devono essere perfettamente aderenti, e per i capi da gara questo deve valere anche di più.
Il taglio del pantalone sulla gamba è abbastanza basso, ovvero il fondo gamba avvicina molto il ginocchio, come piace oggi ai rider (e come serve anche per migliorare l’aerodinamica).
Una volta addosso la sensazione “fasciante” è incredibile, e questo accade ancora prima che tu salga in sella, situazione nella quale percepisci ancora di più – e per l’ennesima volta – quanto il taglio dei pantaloni Castelli sia “cucito addosso” degli gli agonisti (o come nel mio caso per gli ex agonisti…) o in genere di chi è abituato da una vita alle posizioni e alle movenze tipiche del ciclista, in particolare stradista.
A proposito di agonisti: un altro elemento importante per chi bada ai minimi particolari per ottimizzare la prestazione è anche la leggerezza: pure in questo caso il nuovo Free Aero RC ci ha colpito per i 176 grammi della taglia S testata: davvero poco, pur se sul precedente Free Aero i grammi erano addirittura quattro in meno. È un’ulteriore conferma, quest’ultima, del fatto che il tessuto è tutto nuovo.
Appunto: nel confronto con il precedente Free Aero RC il feeling che ti da sulla pelle il tessuto è sicuramente la miglioria più marcata che ho potuto apprezzare: la sensazione addosso è che tu abbia qualcosa di soffice e di impalpabile allo stesso tempo, assicurandoti un comfort generale oggettivamente migliorato molto rispetto all’omologo modello bibshort precedente, che addosso era sicuramente più compressivo (probabilmente a causa della minore estensibilità che caratterizzava il differente tessuto che lo confezionava).
Mi viene da pensare che maggiore comfort ed elasticità del tessuto possano significare minore aerodinamica: eppure anche in questo caso Castelli dichiara che il nuovo pantalone, in galleria del vento, è risultato anche leggermente più aerodinamico del precedente in caso di vento con un angolo di incidenza del 5% rispetto al corridore. Evidentemente in questo caso ci fidiamo dei numeri e dei dati dichiarati dal produttore, perché per noi (ma forse anche per un prof) è impossibile percepire differenze di questo tenore in prova; differenze che però per un corridore professionista possono essere uno dei tanti “marginal gains” su cui si decidono le competizioni oggi…
Allo stesso modo mi è risultato oggettivamente difficile anche percepire le differenze tra il vecchio e il nuovo fondello Progetto X² Air, visto che in entrambe i casi il comfort sulla pelle pare eccellente a prescindere dalla posizione che in quel momento ti ritrovi ad avere sulla selle (se più arretrato, se più in punta, se con le mani alte oppure con le mani “tutte giù” sul manubrio).
Di differenza sensibile invece posso parlare a proposito della architettura delle bretelle: la struttura delle nuove è molto meno compressiva soprattuto sulla parte che interfaccia le spalle, mentre sulla parte anteriore l’architettura che unisce elastico e rete di sicuro tornerà utile più avanti, quando il caldo inizierà a farsi sentire sul serio. Come scritto prima la connessione tra pantalone e inserto dorsale è inoltre più minimal che in passato, ma assolutamente questo non significa maggiore compressione percepita sulla pelle, e tanomeno minore stabilizzazione del pantalone nella parte che corrisponde i glutei.
Ulteriori informazioni: Castelli
19 apr 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside