di Guido P. Rubino
Li chiamano marginal gain, piccoli vantaggi, ne abbiamo parlato quando abbiamo raccontato le biciclette che stiamo vedendo a queste Olimpiadi; differenze che giudicheremmo senza senso anche in una gara professionistica in linea. Ma su pista è diverso.
Castelli è sponsor tecnico della nazionale italiana di ciclismo e nella vittoria del quartetto azzurro ha avuto un ruolo importante dal punto di vista tecnologico.
Sono differenze quantificabili?
«Le abbiamo quantificate in galleria del vento – ci spiega Giovanni Lira, nel gruppo della comunicazione del marchio dello scorpione – perché prima di arrivare al body con cui corre la nostra nazionale eravamo partiti con cinque modelli differenti, per provare diverse soluzioni».
Funziona così: un processo che non si ferma mai anche se, volendo stabilire una data di partenza, la si può posizionare direttamente alla fine delle Olimpiadi di Rio 2016. Alla fine di un appuntamento c’è già il prossimo in calendario. Diversi modelli di body studiati appositamente per la pista e che non hanno nulla a che vedere con quelli stradali. Senza dire che gli studi fatti con la Ineos, squadra di cui Castelli è fornitore tecnico (fino alla fine dell’anno, poi ci saranno novità) non sono trasferibili in altri team, le ricerche non sono sovrapponibili.
Ma si tratta anche di prodotti molto diversi proprio per il tipo di impiego differente.
Il body per i 65km/h in su
«Se guardate il body utilizzato da Ganna durante la prova a cronometro su strada – proseguono da Castelli – noterete delle differenze con quelli utilizzati da quartetto (ma anche con quelli relativi all’omnium e alla madison. Il motivo è semplice: sono studiati per velocità diverse.
«Quelli utilizzati su pista, soprattutto nell’inseguimento, sono studiati per velocità superiori ai 65 chilometri orari, quelle che si tengono nelle prove di inseguimento ma spesso anche in altre gare su pista. Quelli che si utilizzano su strada hanno tessuti differenti perché lì le velocità sono di almeno 10 o 15 chilometri orari in meno, quindi necessitano di altri accorgimenti».
Il segreto nelle spalle
Le spalle sono la parte più esposta, quella che incontra maggiormente l’aria nell’approccio aerodinamico. Per questo motivo presentano una lavorazione che appare a righe, proprio perché questa lavorazione permette un vantaggio aerodinamico migliore. Ma cambia, come detto, anche nel tessuto adottato sul resto del corpo proprio per il discorso dell’alta velocità.
Stesso approccio anche da parte di altre nazionali, ovviamente. In questi giorni abbiamo visto body di diversa foggia darsi il cambio in pista. Da notare come per i nostri la soluzione che è risultata più vantaggiosa sia stata quella con le maniche corte rispetto ad altre soluzioni di altre nazionali che hanno adottato body a maniche lunghe e con trattamenti piuttosto evidenti.
Poi ci sono state anche alcune polemiche: come il nastro applicato alle gambe dei danesi (che l’UCI ha fatto togliere ai nostri avversari) e alcuni accorgimenti applicati sotto il body proprio per modificare la superficie e renderla più aerodinamica.
Nessun problema, invece, per la lavorazione delle spalle del body degli italiani che è rientrato nei parametri severi dei controllori.
Saranno in vendita?
Ovviamente sì. Ogni prodotto utilizzato in gara deve essere regolarmente in vendita anche se non sempre siano convenienti da acquistare: pensate solo che la bicicletta degli inseguitori, ufficialmente in vendita, ma con tante parti personalizzate (ad esempio: il manubrio) superano di un bel po’ i ventimila euro. I body ovviamente non avranno prezzi così esagerati, ammesso che possa essere utile avere un indumento da utilizzare sopra i 65 chilometri orari…
Per chi vorrà accaparrarselo, però, niente logo delle Olimpiadi, quello è proprietà del Cio.
Una ricerca continua
Quello di Castelli è un lavoro continuo verso il miglioramento e non è solo una dichiarazione a favore di marketing: «Investiamo circa 500.000 euro l’anno nella ricerca – spiegano dall’azienda – con un bell’investimento dedicato proprio alle prove in galleria del vento».
5 ago 2021 – Rirpduzione riservata – Cyclinside