21 mar 2020 – Sarebbe stato il giorno migliore per augurarsi “buona primavera“. 21 marzo perfetto: la stagione sboccia oggi, già fiorita di bel tempo. L’augurio ideale nel frizzante della mattina presto che sa degli odori che i ciclisti riconoscono. Da scambiare sulle strade della Classicissima. Sotto al Castello Sforzesco a Milano o in riva al mare, quei trecento chilometri più giù. Oppure mentre si va nell’uscita del sabato, quella che oggi si sarebbe fatta senza stancarsi troppo che poi c’è da stare lucidi sul divano, gli occhi sulla corsa.
Perfetto, no?
No. Fuori ci sarà solo la primavera ma niente biciclette.
Peggio: fuori ci sono paura e disperazione per chi vede andar via i propri cari senza poterli neanche salutare. Col timore di rimanerci invischiati, l’incertezza di una fine che non sai dove sia.
“Dimenticarsi del traguardo“, si dice così in bicicletta quando si è ancora troppo lontani da non valere nemmeno la pena di pensarci. Chissà quanti corridori della Sanremo l’avrebbero pensato oggi con l’arrivo a quasi trecento chilometri da lì. Ora siamo tutti a inseguire un traguardo diverso e molto più importante, ma che richiede cambi regolari e il contributo di tutti per quel che si può. Anche stando a casa e rinunciando a quel profumo.
Un silenzio di campioni che si fa più buio con la notizia della scomparsa di Gianni Mura, giornalismo storico di sport, un cantore del ciclismo di quelli rari. Si finiva col leggerlo anche se l’argomento non interessava. Era Mura, penna elegante e macchina da scrivere chiassosa in sala stampa, ma in grado di andare sempre sotto la superficie. E dopo averlo letto si finiva sempre col pensare alle sue parole per un altro po’.
Campioni che si fermano e hanno paura come tutti noi del futuro: lo sfogo di Sacha Modolo, ieri, parla proprio delle incertezze che sentiamo tutti. “La sensazione è quella di fare una cosa perché devi farla ma sai che sotto sotto è sbagliata” scrive il corridore veneto. E ancora:
“Quando le corse riprenderanno dovrò essere pronto. È vero forse riprenderanno a giugno, ma non posso star fermo 2 mesi pensando di avere una buona forma a giugno, anche perché gli stranieri per il momento continuano liberamente ad allenarsi, quindi si ripartirebbe svantaggiati. Se poi vado piano o non rispetto le aspettative della squadra cosa dico? “Non mi sono allenato per dare il buon esempio?”, alle squadre per certo non interessa. Chi me lo dà uno stipendio nel 2021 poi?” (qui il post completo)
Campioni come Dario Acquaroli, che continua a essere campione pure da ex corridore. Ha messo in vendita la bicicletta del Mondiale di Cairns ‘96, quello dove conquistò la maglia iridata (qui il suo post). Immaginate che valore immenso possa avere per lui, ma la darà al migliore offerente per poi dare in beneficenza il ricavato. Chapeau, Dario, che vuole aiutare la sua terra per come può: da campione. E “se la cifra non sarà “dignitosa” la tengo e verso io la quota più alta che arriverà”, ci ha detto quando lo abbiamo contattato augurandogli, egoisticamente, di non riuscire a venderla.
Primavera seduti e neanche una scampagnata. E pensare che era una data cerchiata in rosso, quella di oggi, sul calendario. Come se ce ne fosse stato bisogno pure.
Al massimo un giro in terrazzo per chi ce l’ha. Un giro di telefonate o un giro sui rulli, magari in condivisione e sognando il Giro, ovviamente. Che non ce l’hanno detto e allora ce lo teniamo lì, come una donna che non si è ancora negata.
Cantate pure, se volete, sia vicinanza e conforto, sussurrate senza urlare, che non è gioia. Che sia rassicurazione di esserci, tutti insieme, anche se ognuno nella sua testa.
Pensiamo a pedalare verso un traguardo diverso che va fatto sempre più vicino. E se sarà in salita ci spingeremo un po’ l’un con l’altro. La giuria, stavolta, terrà tutti dentro.
Guido P. Rubino