26 ago 2020 – Non serve entrare nei dettagli dell’andamento della pandemia, ma è un dato di fatto che una positività in una squadra possa essere un bel problema che si sta cercando di contrastare in qualche modo.
La positività di Leonardo Basso ha fatto ritirare tutta la Ineos alla vigilia della corsa, nella Bora Hansgrohe si è registrato un falso positivo, ma si è scoperto dopo qualche giorno. Intanto panico. E la bolla? Quella zona protetta da tutto e da tutti al di fuori dei corridori e del personale ammesso (e super controllato con tamponi ogni tre giorni) sembra diventare sempre più una bolla di sapone.
Sì, perché fino ad ora si è “scherzato”: corse di importanza relativa nell’economia di un team e comunque di un giorno. O brevi, secondarie, corse a tappe. Ma il Tour si avvicina e per le squadre – tutte – è il punto di svolta della stagione. Dovesse saltare, ne va direttamente del futuro stesso del team.
Il Tour de France deve andare bene a tutti i costi, non è sacrificabile, roba che neanche le Olimpiadi.
Succederà, lo avevamo accennato, come nel basket? Nella “bolla”, lì, ci sono dentro tutti e si va avanti così. Ogni tanto qualcuno va via per “motivi familiari” e si prosegue. Che certi business non si possono fermare.
GR