15 mag 2019 – In un recente comunicato l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani festeggia con grande entusiasmo un traguardo raggiunto, per il quale si sta battendo da anni:
«All’articolo 149, comma 1, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: Durante la marcia i veicoli […]. Fuori dai centri urbani, purché occorrano le condizioni di sicurezza e le condizioni della circolazione lo consentano, il sorpasso dei velocipedi deve essere svolto lasciando una distanza laterale di almeno 1,5 metri».
Ora, si sono già celebrati altrove meriti e soddisfazioni e parlare di sicurezza per i ciclisti, per una volta, scomodando chi guida l’automobile è certamente una cosa positiva (troppo spesso, quando si parla di sicurezza per i chi pedala si tendono a definire norme restrittive per i ciclisti).
Ma rileggiamoci un attimo quella frase che verrà aggiunta. È positiva perché parla di almeno 1,5 metri di distanza laterale da lasciare in fase di sorpasso dei velocipedi, ma c’è anche un’altro periodo: purché occorrano le condizioni di sicurezza e le condizioni della circolazione lo consentano.
Ecco, quest’ultima frase, praticamente, annulla la precedente. Perché vuol dire che se non c’è spazio potete continuare a superare facendo il pelo ai ciclisti. Di fatto è così.
Anzi no a ben vedere. Perché nel Codice della Strada c’è un altro articolo che si riferisce al sorpasso: quello subito precedente: il 148 che definisce perfettamente come effettuare la manovra di sorpasso, le accortezze da tenere e il comportamento cui devono attenersi chi sorpassa e chi è sorpassato, tra l’altro si dice che chi effettua il sorpasso deve farlo tenendosi da questo [il sorpassato, ndr] ad una adeguata distanza laterale.
Insomma, già nell’articolo 148 c’è tutto quel che serve. E l’aggiunta del metro e mezzo, al più, diventa un consiglio se non è resa obbligatoria con un altrimenti non si sorpassa. Forse si potrà “sfruttare” in caso di incidente come norma in più, ma ci sarebbe certamente piaciuta di più una norma reale e obbligatoria, senza scuse per evitarla.
Così ci lascia perplessi, rischia di rimanere una cosa buttata lì senza nessuna reale incidenza positiva sulla sicurezza. Sembra un’opportunità perduta, almeno per i ciclisti.
Guido P. Rubino
Si potrebbe anche interpretare nel senso che il sorpasso del velocipide debba comunque effettuarsi purché occorrano le condizioni di sicurezza e le condizioni della circolazione lo consentono altrimenti il sorpasso non è consentito …quindi come condicio sine qua non
DI fatto credo proprio che quella frase sia stata interpretata male in questo articolo, il “purché occorrano le condizioni di sicurezza e le condizioni della circolazione lo consentano.” significa “sempre quando” non il contrario..
Speriamo, Vincenzo. In realtà appare abbastanza chiara, in ogni caso, una frase sibillina in un contesto del genere non dovrebbe esistere.