10 mar 2020 – E così si ferma tutto, neanche il tempo di rendercene conto che siamo in questo tempo fermo, nemmeno il rumore di una ruota di bicicletta.
Si è fermato il ciclismo, a scanso di equivoci ora si ferma in tutta Italia, assieme all’Italia stessa.
Un momento storico che verrebbe da commentare, ma qui parliamo di sport, anzi di bicicletta. Lasciamo ad altri spazi commenti più elevati, noi ci fermiamo al nostro ambito che già ne dice abbastanza.
In Italia si è fermato il ciclismo, le gare, anche le più importanti. In questi giorni è tutto un annuncio continuo di manifestazioni cancellate o rimandate e non si può fare altro per sottostare alla disposizioni del Governo. Ed è giusto così perché il contagio del coronavirus non pare, al momento, conoscere freni o nemmeno tendenze al rallentamento (benché si sia provato ad applicare qualche modello matematico per indovinare il contrario).
Tutti fermi quindi, e in bici?
Sul punto c’è un po’ di confusione, soprattutto c’è stata ieri quando si è interpretato il decreto nel modo più limitativo: niente spostamenti ingiustificati all’interno delle zone sottoposte a limitazioni, quindi neanche in bicicletta per allenamento (ad eccezione di atleti professionisti o di valore assoluto). Tutti a casa sui rulli quindi?
In realtà la regola non è così stringente come sottolinea l’avvocato Gianluca Santilli (il decreto legge si può trovare qui).
«La norma parla chiaro – ha sottolineato nella nostra chiacchierata – “Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolti all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro”. (nella norma attuale, riservata solo ai professionisti o atleti di livello olimpico, ndr – rimane l’apertura per chi fa attività fuori da qualsiasi struttura nelle condizioni citate).
«Quindi si può fare sport e attività motorie rispettando un metro di distanza. Poi si può discutere sull’opportunità, visto che se ti fai male gli ospedali non sono esattamente il top oggi»
Ma la FCI ieri ha diramato diversi comunicati che sembrano parlare chiaro:
«La legge dice le cose molto chiaramente – prosegue Santilli – e non ci sono altre interpretazioni. Resta, ripeto, sempre valida la sollecitazione a evitare ogni rischio perché andare in ospedale è assolutamente da evitare ma che questo approccio dovrebbe essere seguito sempre e comunque».
Ma si potrà anche uscire dal comune?
Non è chiaro né lo sarà mai. Vi pare che faranno una specifica per i ciclisti?
Insomma, in bicicletta si può andare, evitando i gruppi e magari anche di fermarsi con altri. Resta chiara la direttiva a stare il più possibile a casa.
Alternative? I rulli
Pedalare in casa appare certamente il modo più efficace per seguire il buonsenso e per rendere meno pesante questo periodo di stop in un momento della stagione in cui, anzi, la forma è già molto avanti per tantissimi ciclisti.
Abbiamo visto che con i rulli si può fare una vera e propria preparazione, non solo mantenimento o defaticamento. Anche per chi non ha modelli molto evoluti, con un po’ di costanza, il risultato può essere ottenuto, soprattuto se si sfruttano modelli e piattaforme online. Ma certo, se uscite in bici, stando a quanto ci ha chiarito l’avvocato Santilli, nessuno potrà dirvi niente. Resta il consiglio sul buonsenso per cui stare a casa in questo momento potrebbe essere la soluzione più indicata.
Aggiornamento 12 feb 2020
dopo la chiusura totale decretata l’11 marzo dal Presidente del Consiglio e l’evoluzione della situazione sanitaria, sono state chiuse anche le palestre e i luoghi di allenamento comune. Rimarrebbe la possibilità di attività sportiva all’aperto, ma la contingenza, ancora di più, consiglia per rimanere a casa (come peraltro viene consigliato anche dalle Forze dell’Ordine).
La stessa Federazione Ciclistica Italiana ha chiesto a tutti i ciclisti di evitare le uscite di allenamento finché la situazione non si evolva in maniera positiva.
Allenarsi con i rulli può essere meglio che su strada. Sentite Tacx
Redazione Cyclinside
andrebbe rettificato il passo del decreto, la parte delle palestre ecc… non esiste piu’