29 ago 2020 – Che succede se un corridore risulterà positivo al Covid-19 durante il Tour de France?
L’Unione Ciclistica Internazionale ha rivisto il regolamento a favore di una maggiore protezione per i corridori e le squadre. Questo anche in considerazione di situazioni dubbie (soggetti risultati positivi a un tampone e poi negativi a successivi, ripetuti, controlli). Si mette in evidenza come si debba, in caso di positività al tampone, verificare nella giornata stessa l’effettiva positività anche con un test sierologico.
Insomma, niente espulsione automatica e situazioni da valutare. Ecco il comunicato ufficiale:
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) annuncia oggi che alcune disposizioni regolamentari contenute nel protocollo relativo al Regolamento per la ripresa della stagione ciclistica su strada nell’ambito della pandemia di coronavirus sono state rivalutate per quanto riguarda i Grandi Giri.
Su richiesta delle squadre (AIGCP), questa settimana si sono tenute diverse riunioni che hanno portato ad una parziale revisione del protocollo, con effetto da venerdì 28 agosto, il giorno prima dell’inizio del Tour de France (29 agosto – 20 settembre).
Le modifiche apportate nascono dalla volontà di ottimizzare l’interpretazione di un test diagnostico virale positivo e di confermare che esso corrisponde effettivamente a una recente infezione da coronavirus.
Le nuove misure sono le seguenti:
Nel caso di un test positivo per Covid-19 durante un Grand Tour, l’organizzatore deve fare tutto il possibile – ma senza essere responsabile – per procedere il più possibile con un test complementare e un’analisi sierologica prima della tappa successiva. Questi esami complementari saranno un elemento aggiuntivo molto utile nella valutazione medica globale, che permetterà di valutare il carattere contagioso o meno del ciclista (o del membro della squadra) e che permetterà di applicare le misure regolamentari.
Un corridore o un membro del team confermato positivo per la Covid-19 durante una corsa a tappe sarà isolato secondo il regolamento sanitario e lascerà l’evento in questione. Per precauzione, questa misura si applicherà anche nel caso in cui non sia stato possibile effettuare i test complementari e la valutazione medica globale, come chiarito più avanti.
Nel caso in cui due o più corridori della stessa squadra risultino positivi al test Covid-19 entro un periodo di sette giorni in un Grand Tour, l’UCI darà all’organizzatore dell’evento l’autorizzazione ad annunciare il ritiro della squadra per motivi di salute, a condizione però che la valutazione medica globale effettuata confermi i casi positivi.
Infine, al fine di garantire la riservatezza delle informazioni mediche, l’UCI ricorda che la comunicazione legata alla situazione sanitaria è di sua competenza, in coordinamento con la squadra e l’organizzatore.Il Presidente dell’UCI David Lappartient ha detto: “Le modifiche apportate oggi al protocollo dell’UCI ci hanno permesso di trovare il giusto equilibrio tra le legittime preoccupazioni delle squadre che si trovano ad affrontare il rischio di esclusione e la conservazione vitale della salute del gruppo. Invito tutte le famiglie del ciclismo, in particolare i corridori e le squadre, a continuare ad agire con lo stesso senso di responsabilità e lo stesso spirito unitario che hanno dimostrato da quando le corse sono riprese. Tutte le misure di protezione che rispettano le regole, come l’uso della mascherina negli alberghi e negli autobus, devono essere scrupolosamente seguite. Dobbiamo dare al Tour de France e alla stagione ciclistica 2020 la possibilità di proseguire fino alla fine e dare al nostro sport, fortemente colpito dalla crisi sanitaria, la possibilità di andare avanti”.
Redazione Cyclinside