23 apr 2019 – Di chi è il settore e-bike? C’è una confusione che qualche anno fa sarebbe stata difficile da prevedere o forse no: il settore cresce tanto, chiaro che faccia gola a molti.
Andiamo con ordine.
Una paio di mesi fa la Federazione Internazionale di Motociclismo ha annunciato l’istituzione della FIM eBike Enduro World Cup: un campionato di biciclette elettriche, anzi, a pedalata assistita. Lo fa specificando due categorie: la serie E2: per biciclette con potenza massima di 250 Watt, velocità assistita fino a 25 chilometri orari ed età minima dei piloti fissata a 14 anni. Poi la serie E1: per biciclette con potenza superiore a 250 Watt e velocità assistita fino a 45 chilometri orari ed età minima dei piloti portata a 15 anni.
Per l‘Unione Ciclistica Internazionale (UCI) si tratta di un vero e proprio scippo. Tant’è che, a quanto si legge in un recente comunicato, doveva già essere tutto definito e sotto l’egida dell’UCI (si tratta di biciclette).
Di qui un comunicato, piuttosto piccato, proprio dell’UCI che vi riportiamo nei passaggi salienti:
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) desidera chiarire che l’E-mountain bike (mtb assistita da un motore elettrico) è una delle discipline sotto la sua egida.
L’e-mountain bike è saldamente radicata nella famiglia ciclistica: numerose e note marche di biciclette producono modelli utilizzati dagli appassionati di questa specialità, e diverse federazioni nazionali affiliate all’UCI hanno già organizzato campionati nazionali dedicati, vinti da specialisti di mountain bike cross-country Olympic (XCO), come il doppio campione olimpico francese e cinque volte campione del mondo UCI Julien Absalon.
Per incoraggiare lo sviluppo di questa attività popolare tra i ciclisti di tutti i livelli, l’UCI ha integrato la e-mtb nel suo regolamento (Parte IV: Eventi di mountain bike) il 1° gennaio 2019 e ha assegnato l’edizione 2019 dei Campionati del Mondo di Mountain Bike dell’UCI E-Mountain Bike a Mont Sainte-Anne (Canada) che organizzerà la prima edizione di questa competizione in agosto nell’ambito dei Campionati del Mondo di Mountain Bike dell’UCI presentati da Mercedes-Benz. Gli eventi, alcuni dei quali raggruppati sotto la WES E-Bike Series, sono stati registrati nel Calendario Internazionale UCI Mountain Bike 2019, e dal 2020 saranno organizzati un Campionato del Mondo UCI e un Campionato Continentale.
Alla luce del forte sviluppo della disciplina, l’UCI è rimasta molto sorpresa e delusa dall’annuncio della Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM) relativo all’organizzazione di una FIM E-Bike Enduro World Cup in Francia l’1-2 giugno, senza base regolamentare.
L’UCI aveva già comunicato alla FIM nel settembre 2017 che considerava le gare di E-Mountain Bike esclusivamente di sua competenza e che i rispettivi ruoli delle due Federazioni Internazionali (UCI e FIM) erano chiari e non sarebbero stati rimessi in discussione.
Il Regolamento UCI, approvato dal suo Comitato di Gestione nel settembre 2018, stabilisce che il motore elettrico di una e-mtb non deve superare i 250 watt e che l’assistenza alla pedalata è consentita fino ad una velocità massima di 25 km/h. Questa definizione corrisponde alla normativa europea applicabile (EN-15194), che dà una definizione univoca di “velocipede con assistenza a pedale” (ciclo dotato di un motore elettrico ausiliario con potenza nominale massima continuativa inferiore o pari a 250 W, dove la potenza del motore viene interrotta quando il ciclista smette di pedalare e viene progressivamente ridotta e infine interrotta prima che la velocità del veicolo raggiunga i 25 km/h).
L’UCI desidera annunciare che gli eventi nei settori di sua competenza esclusiva che sono registrati sul calendario FIM o quelli delle Federazioni aderenti saranno considerati “eventi vietati” in linea con il suo Regolamento. Di conseguenza, ogni ciclista con licenza UCI che dovesse partecipare a uno di questi eventi rischierebbe di incorrere in misure disciplinari.
Insomma è un pasticcio e, soprattutto, appare come un’entrata a gamba tesa la proposta della Federazione Motociclistica Internazionale.
L’esplosione delle e-bike a tutti i livelli, e soprattutto nella mountain bike, sta attirando molti appassionati anche dal settore motociclistico, e il lato economico fa gola a tutti.
Tuttavia se l’e-bike è normata da leggi che la equiparano ai velocipedi (condivise a livello europeo) non si vede il nesso con la Federazione Motociclistica. A ben vedere non c’è un nesso nemmeno con le e-bike con motore di potenza superiore ai 250 W che pure secondo la legge italiana e di diversi altri Paesi, sono equiparate a dei ciclomotori: ci sono pur sempre i pedali a stabilire l’attivazione del motore e senza spinta del ciclista il motore non si attiva (e su una normativa separata per questi veicoli si sta ragionando da tempo).
Taglia corto, sulla questione, anche Piero Nigrelli, responsabile del settore ciclo dell’ANCMA che abbiamo interpellato al riguardo: «Come ANCMA, in effetti, ci occupiamo di entrambi i settori, ma per risolvere la questione non penso servano tante chiacchiere: parla il Codice della Strada che le definisce velocipedi, almeno quelle limitate per motore da 250 W e velocità a 25 chilometri orari secondo quanto definito dall’articolo 50».
Che succederà a questo punto? Un braccio di ferro certamente preoccupa l’UCI (e federazioni dipendenti – la FCI ha appena ripreso la posizione dell’organo internazionale), ma ci pare davvero improbabile l’affermazione della FIM.
Anche uno sdoppiamento di categorie, in base alla potenza del motore, sarebbe una pezza ancora peggiore a livello comunicativo (e certo mette in evidenza un buco normativo che andrebbe chiuso ancora più velocemente, a questo punto).
Insomma, comunque la si guardi, è un pasticcio, almeno per ora.
Guido P. Rubino