12 mar 2020 – Difficile parlare di ottimismo in una giornata come oggi. Neanche a dire che basta farsi un giro in bicicletta perché è meglio di no. Ora è il momento di stare a casa il più possibile.
Però vale la pena sottolineare un segnale positivo. Qualche tempo fa parlammo degli effetti del coronavirus sull’industria della bicicletta: molte aziende erano preoccupate seriamente per lo stop della produzione orientale che, direttamente o meno, riguarda tutto il mercato (anche chi produce in Italia, spesso, ha qualche componente che viene dal “far east”). L’articolo lo trovate in basso.
Abbiamo parlato con diverse aziende del settore e più o meno tutte ci hanno segnalato una tendenza che vale la pena sengalare.
Proprio dall’Oriente arriva il segnale che molti aspettavano: le aziende hanno ripreso a lavorare proprio perché il virus non fa più troppa paura ed è, in qualche modo, sotto controllo.
Quindi possiamo dire superate le preoccupazioni iniziali di chi faceva previsioni nefaste sulla fornitura di telai e componenti anche per il nostro mercato. La produzione pare essere ripresa anche fino al 90 per cento.
Curiosità: molte aziende (tra cui anche alcune che producono telai) hanno ampliato la produzione a favore delle mascherine medicali, seguendo una flessibilità produttiva che ha sempre caratterizzato l’Oriente.
Alcuni marchi più o meno grandi avranno qualche ritardo nella consegna dei prodotti proprio a causa dello stop che si è registrato fino ad ora, altri sono riusciti ad ammortizzare con i pezzi già prodotti e in magazzino.
E il mercato italiano?
Lo stop delle attività è un brutto colpo per tutti, ovviamente. Tanto più che non andando in bicicletta (lo sport, stavolta, lasciamolo solo a chi deve farlo per lavoro) non c’è neanche richiesta. Però ci può essere la necessità di spostamenti per lavoro (chi deve recarsi sul posto di lavoro e lo faceva in bicicletta, può continuare a farlo, ovviamente) e le officine sono aperte.
Tenere duro è la parola d’ordine. Per il settore il momento è delicato, ovviamente, tanto più in un momento in cui la bicicletta – nell’economia annuale – farebbe segnare i guadagni più elevati.
Anche qui però ci permettiamo di segnalare una tendenza che spesso è stata rilevata negli anni passati, soprattutto in quelli in cui il bel tempo ha tardato a venire: quel che non si era riusciti a fare prima lo si è recuperato quasi sempre e quasi del tutto appena la stagione è ripartita. Come dire: le spese ciclistiche sono soltanto rimandate per gli appassionati. Sperando che questa situazione, ovviamente, non affossi troppo la nostra economia e il governo possa mettere in campo gli strumenti necessari per sostenerla nel momento difficile.
Ecco, l’augurio che possiamo fare a rivenditori e aziende è proprio questo. Per il resto bisogna avere fiducia e stringere un po’ i denti. E magari guardare anche a Oriente, dove ora è presente la luce in fondo al tunnel.
Presto sarà anche la nostra.
GR