Davide Cassani spiega così il suo rifiuto al ruolo istituzionale che il presidente Cordiano Dagnoni gli aveva proposto all’interno della Federazione Ciclistica Italiana. Una promozione che l’ormai ex commissario tecnico della nazionale azzurra (in pole position per la sostituzione ora pare essere Bennati) ha visto forse più come un declassamento da un ruolo operativo che lui sa immaginare unicamente su strada e in mezzo ai corridori.
Cosa farà dunque? Le sue parole, affidate ai social sembrano abbastanza chiare. Metterà su una squadra professionistica? I contatti con gli sponsor, a Cassani, non mancano. A questo punto non ci resta che aspettare le novità.
Insomma, la cosa prende i contorni di una telenovela. Noi restiamo in finestra a guardare e facendo anche il tifo per Cassani (e anche per la FCI). Di idee potrebbero essercene di interessanti.
Di seguito la comunicazione di Davide Cassani:
Ormai è cosa nota: dal 30 settembre non sono più il commissario tecnico della nazionale di ciclismo e proprio oggi ho risposto alla proposta per un nuovo incarico: essere a capo della ciclistica servizi che è qualcosa di molto importante. Lasciatemi spiegare perché non ho accettato questo incarico con un’immagine che, anche solo ricordarla, mi fa tremare i polsi e palpitare forte il cuore. Sono le pedalate di Sonny Colbrelli nella vittoriosa Roubaix. È in quel fango che copre completamente Sonny che io ritrovo tutti i motivi del mio sconfinato amore per il ciclismo. Io ero lì con Colbrelli, pedalavo con lui, stavo facendo a metà di tutto; fango e sudore, speranza e fatica… Ecco, questo è quello che amo e quello che so fare: stare con i ragazzi, essere con loro, sempre, soprattutto quando faticano, quando pedalano. Alla foratura di Gianni Moscon e alla sua caduta ho sofferto come se mi avessero dato un calcio in bocca anzi no, peggio, allo stomaco. Io sono un uomo da strada e non da scrivania, è questa essenzialmente la ragione per cui io non posso e non voglio andare contro me stesso, non posso ignorare quello che sono e soprattutto quello che non so fare. Ecco perché, pur avendo apprezzato moltissimo l’offerta interessante che mi è stata fatta, chiudo un libro per aprirne un altro che è soltanto la sua continuazione. Voglio tornare, anzi restare sulle strade con i miei ragazzi condividere con loro amarezze e delusioni, gioie e soddisfazioni.Non so cosa farò, dipenderà da quello che sarò capace di inventarmi. Di sogni ne ho ancora tanti e di certo non lascerò il ciclismo.
11 ott 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside