di Guido P. Rubino
20 mar 2021 – Un sabato di scorpacciata ciclistiche che ci è piaciuto tantissimo. Ma vale la pena anche parlare della nuova formula della Rai che ha scelto, proprio per la Milano Sanremo, uno sforzo notevole: raccontare tutta la corsa, dall’inizio alla fine.
Per la Milano Sanremo, sei ore, trenta minuti e sei secondi di gara, più anticipazioni e commenti finali, una cosa che, per chi ha voluto, ha portato ai telespettatori più di sette ore di diretta.
Ne è valsa la pena?
La Rai ha anche sperimentato una nuova formula: quella della doppia squadra di commentatori per coprire tutta la diretta con voci diverse, dare spazio e movimento al racconto.
E ce n’era bisogno.
La Sanremo è certamente la corsa più difficile anche da raccontare. Diciamo la verità: per come si era messa avevamo pensato davvero che potesse essere una gara speciale e diversa da altre edizioni, invece, col senno di poi, si è risolta in maniera quasi solita e monotona.
Niente attacco da lontano di Van der Poel, niente numero di Van Aert, Alaphilippe non ha fatto la differenza sul Poggio. È stata una Sanremo come ne abbiamo viste tante e, per una volta, l’entusiasmo era più nelle nostre aspettative che nella storia raccontata dalla corsa.
Ma, attenzione: ci sta. La Sanremo è sempre stata così. Ne abbiamo viste tante dallo svolgimento tattico anche meno appassionante, assieme ad altre più belle, certo. E la Rai, con gli iscritti che c’erano, ha scommesso forte.
Ha vinto la Rai?
L’investimento della Rai ci ha regalato la partenza della Sanremo mostrandoci aspetti della corsa mai visti prima d’ora. Quanti di voi avevano visto i Navigli milanesi, la zona di Pavia? Promozione del territorio è anche questo e bravi Andrea De Luca e Beppe Conti a raccontare storie di ciclismo e territorio con Garzelli a fare acrobazie narrative per raccontare una corsa che, in effetti, non offriva molti spunti se non l’insolita partenza piuttosto forte. Poi hanno passato la “palla” a Francesco Pancani e Alessandro Ballan per la parte finale.
Insomma, sette ore di chiacchiere acrobatiche in una telecronaca italiana decisamente impegnativa per i commentatori, tanto di cappello a loro. I commentatori esteri, spesso, sono molto più silenziosi, commentano i fatti salienti ma non hanno l’ansia del silenzio che a volte sembrano avere i nostri (e questo a prescindere dal tipo di sport narrato e dal canale in cui va in onda).
Più che noi, se ha vinto la Rai, lo diranno i numeri dei telespettatori registrati durante il lunghissimo evento.
La Rai, certamente, si è scelta la corsa più difficile per questo esperimento che possiamo dire anche riuscito, a dispetto della corsa che è proceduta nei canoni di una Milano Sanremo anche se probabilmente, gran parte degli appassionati che hanno seguito tutta la corsa o quasi, lo hanno fatto pensando a un qualche gesto fenomenale dei corridori del momento – che ci hanno abituati bene.