È una questione di millimetri, forse davvero pochi. E chi si sarebbe aspettato un’Amstel Gold Race con una volata così serrata? Più in generale: chi si sarebbe aspettato una volata così? È difficile davvero che due corridori piombino sul traguardo tanto ravvicinati. Anche quando sembrano appaiati, poi, il fotofinish racconta di centimetri di differenza, facilmente visibili con lo strumento appositamente posizionato sul traguardo. Ma qui è stata decisamente dura.
Però… c’è un però che forse potrebbe raccontare le cose diversamente rispetto al verdetto diramato dai giudici.
Osservando le fotografie diffuse già durante la diretta televisiva c’è un particolare da notare. Ce lo ha fatto notare Andrea Costa, responsabile tecnico del Velodromo Mecchia, di Portogruaro.
Ma facciamo prima un passo indietro per capire bene cosa stiamo per farvi notare.
Nota tecnica
Come funziona il fotofinish? Lo abbiamo spiegato bene in questo articolo ma, in sostanza, occorre sapere che si tratta di una macchina fotografica particolare, in cui il sensore è una fila unica di pixel posizionati verticalmente e in corrispondenza della linea del traguardo.
Questo fa sì che l’immagine dei corridori sull’arrivo non venga presa “tutta insieme”, ma si componga man mano che il corridore passa in corrispondenza della linea di arrivo. Si spiega così anche la deformazione dei raggi delle ruote che si nota nelle immagini del fotofinish e perché le biciclette vengano schiacciate o allungate: è la differenza di velocità che porta a registrare immagini deformate.
E sempre per questo motivo l’immagine di sfondo appare completamente mossa: di fatto è un ripetersi infinito dello sfondo su cui passa il ciclista e viene immortalato dal fotofinish.
Ha vinto davvero Van Aert?
Ecco, ora guardate quello sfondo nell’immagine del fotofinish dell’Amstel Gold Race e confrontatelo con l’immagine fotografica tradizionale dei corridori sul traguardo.
Nel fotofinish si vede uno sfondo giallo-verde evidentemente, mentre la linea nera del traguardo, nell’immagine fotografica, pare terminare in corrispondenza del tabellone rosso. Di cui non c’è traccia nel fotofinish.
E allora?
Sembrerebbe che il fotofinish, invece che allineato esattamente alla linea di arrivo, fosse leggermente arretrato rispetto a questa inquadrando, appunto, il tabellone affianco. Che si trova prima del traguardo però.
Ovviamente quanto scritto è la conseguenza dell’analisi delle fotografie che abbiamo visto un po’ tutti. E, va detto, le prospettive a volte ingannano un po’. Difficile dare una certezza assoluta quindi.
Però considerando che Pidcock era in netta rimonta (subito dopo il traguardo la sua ruota è parecchio più avanti di quella di Van Aert e, oltretutto, la sua bicicletta appare decisamente più “corta” nel fotofinish rispetto all’avversario: segno di una velocità superiore) la differenza di misurazione del fotofinish potrebbe raccontare una cosa diversa rispetto a chi sia passato realmente sul traguardo. Ora, sarebbe da verificare l’altro fotofinish, quello sul lato opposto (nelle gare World Tour ce ne sono su entrambi i lati) per avere la certezza. E probabilmente è proprio quello che ha richiesto il tempo che c’è voluto prima dell’ufficializzazione del risultato. Ma non è stato mostrato.
Fossimo in Pidcock, insomma, avremmo un altro motivo in più per non dormirci la notte.
GR