Quanto ci piace l’acciaio nei telai delle biciclette? Sì, il carbonio ha dimostrato qualità – in assoluto – migliori in molte condizioni. Dati tecnici alla mano si può scrivere un libro, lo abbiamo già fatto in parte, ma qui si parla anche di sensazioni, sentimenti che spesso si pongono per un telaio in acciaio e non solo perché ci ricorda qualcosa. Sono sempre di più i ciclisti che l’acciaio lo scelgono con cognizione di causa, preferenza tecnica.
C’è una controtendenza in atto rispetto al passato?
In parte. Curiosa e decisamente interessante la presenza di una bicicletta in acciaio al Tour de France di quest’anno.
Interesse comunicatoci in tanti modi anche da parte dei nostri lettori. Quando si parla di acciaio c’è sempre un grande riscontro e non è solo una questione di nostalgia. Sempre di più sono quelli che l’acciaio lo scelgono scientemente e con parametri di approccio decisamente moderni.
Cos’è che ci fa piacere tanto l’acciaio?
Sarà quell’aria un po’ così, che spesso gli vediamo, abbandonata e coperta di ruggine che è già malinconia. Ma è soprattutto quella foggia brillante e il tintinnio allegro che fa la bicicletta non solo quando sbatte la catena sul fodero posteriore. L’acciaio, più di qualcuno ne è convinto, parla.
Forse vi è venuto già in mente un nome. A dire il vero questo articolo nasce dagli appunti “sparsi” che avevamo buttato giù ripensando a Dario Pegoretti. Il “maestro” dell’acciaio per bicicletta scomparso un po’ più di un anno fa. La sua concezione del materiale è sempre stata molto avveniristica e visionaria. Altro che materiale “vecchio”.
Quando diceva che l’acciaio parla al telaista che lo lavora intendeva proprio una capacità di interpretazione che rifugge dai grandi numeri, proprio per la necessità di interpretazione di chi lo lavora.
Parla al ciclista e parla al telaista che lo lavora. Rifugge i grandi numeri e allora di acciaio si parla di serie limitate. Chi si mette più a industrializzare l’acciaio?
Nella storia le biciclette erano d’acciaio a tutti i livelli. Oggi lo sono solo alcune top di gamma che vengono trattate, a seconda dei casi, come reliquie o come divinità. In ogni caso l’approccio è quasi religioso.
L’acciaio è la bicicletta definitiva. Negli anni si è trasformato da materiale “vecchio” a moderno e ricercato perché, a dispetto delle prestazioni assolute della fibra di carbonio, si sono definite delle caratteristiche che hanno un senso nel ciclismo moderno.
Poi c’è chi l’acciaio non l’ha mai abbandonato e chi lo sta riscoprendo. All’improvviso, chi lo dava per morto si è ritrovato un acciaio più vivo che mai. L’acciaio ha caratteristiche precise che hanno ancora collocazione perfetta sul mercato e ha convinto che la fibra di carbonio, in certi settori, non è nemmeno l’ideale. Così come l’alluminio che può ancora (e lo fa) dire la sua.
L’acciaio si è rinnovato nelle leghe dei tubi e nella ricerca delle forme. L’Italia, ancora una volta, si è dimostrata patria di mastri saldatori e telaisti di grande fantasia e ingegno. L’artigianato è la risposta forte che il nostro Paese può dare all’industrializzazione portata dai grandi marchi.
L’acciaio, allora, lo abbiamo ritrovato lucente e brillante più che mai, altro che ruggine. Anche quella che si era ritrovata sui vecchi telai è stata pian piano rimossa dai restauri degli appassionati di vintage. L’acciaio ha dimostrato di avere più dimensioni: da quella vintage che sa di storia e che ritroviamo nei libri di racconti, a quella più moderna che sa di avventura (un telaio in acciaio è ottimo per chi usa la bicicletta per viaggiare) e di costanza, quella proprio dell’acciaio, che rimane così, incorruttibile e “sincero” se trattato come si deve e lavorato nel modo giusto.
Una tendenza che più di qualcuno vorrebbe veder tornare anche ai massimi livelli. A dire il vero c’è già chi nell’acciaio crede molto e non solo come materiale di rincalzo ma come base per costruire telai vincenti. Telaisti moderni, come T°Red, più classici come Battaglin (che recentemente ha rispolverato la sua linea di produzione degli anni 80-90), e poi quelli storici, da Wilier Triestina, il cui acciaio ha superato il confine della bicicletta da corsa per approdare con successo nelle gravel, magari nel classico ramato. E poi i classici da Colnago a Bianchi che l’acciaio lo tengono per tradizione e non solo.
Una rinascita insomma. E un piccolo tributo, come questo articolo, a chi ha dato un contributo fondamentale alla rinascita dell’acciaio: Dario Pegoretti, di cui è stato, ieri, l’anniversario della scomparsa improvvisa. Pegoretti era un nome conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo del ciclismo, ma era diventato, ancora di più, un autentico maestro della lavorazione nei telai d’acciaio. Un artista, più che un telaista, tanto che i suoi telai sono sempre stati caratterizzati da grafiche uniche, diverse per ogni pezzo e riconoscibili nello stile.
GR
Bell’articolo; l’acciaio è stato e rimane IL materiale della bicicletta da corsa.
Ricorderei anche GIOS e MASI tra i principali “sarti” italiani della bicicletta in acciaio.
Giusto Marco e grazie dell’intervento. Non avevamo pretesa, in questa sede, di fare l’appello di tutti i telaisti. Ovviamente dovremmo citare anche De Rosa, come pure tanti piccoli artigiani che portano avanti un lavoro di precisione e attenzione.
Questo senza sminuire altri materiali, naturalmente.
Esatto.
Grazie a voi per gli argomenti sempre interessanti e ben presentati.
Aggiungerei anche Casati e Stelbel che, non hanno niente da invidiare ad altri.
Articolo lunghetto e un po’ ripetitivo, ma il concetto si è capito, grazie! “Anno” va con l’H
Saluti
D
Grazie Diego,
per fortuna era solo un refuso :-)
Se ti va, dicci la tua sull’argomento.
L’acciaio è il passato, quindi sarà ricordato e magari riutilizzato in qualche manifestazione vintage e da qualche nostalgico. Ma il progresso fortunatamente non ha freni e speriamo sia orientato ad ottenere il meglio possibile, anche nelle bici. Io mi auguro che l’acciaio non ritorni, anche se a me le bici in acciaio piacevano, come mi auguro che preso il progresso elimini le vecchie trasmissioni sporche d’unto e renda l’utilizzo e la manutenzione delle bici sempre più semplici.
L’acciaio insieme al titanio è anche il presente,il carbonio è convenienza del mercato.
Non sono per nulla d’accordo…. Anche l’acciaio ha subito delle evoluzioni tecnologiche e relegarlo al solo passato mi lascia basito….Io ormai i materiali li ho provati tutti sulle bici e guarda un po’…sto proprio per tornare all’acciaio! Un buon acciaio ed un buon telaio ovviamente….