Nel 2024 hanno gestito quasi diecimila “claim”, hanno un reparto assistenza in cui lavorano a spron battuto nove tecnici che mettono sapientemente le mani su sistemi trasmissione, ruote, reggisella telescopici, ma soprattutto forcelle e ammortizzatori.
Quello dello Sram Italia Tech Center è un lavoro nevralgico per il mercato premium della bicicletta in Italia, perché da più di due anni questo centro che ha sede presso la storica Beltrami TSA di Reggio Emilia è responsabile di tutta l’assistenza, la gestione delle garanzie e delle riparazioni legate a tutti i prodotti della ricca “famiglia” Sram.
Parliamo quindi di trasmissioni Sram, ruote Zipp, di rilevatori di potenza QuarK, di pedali Time, ma soprattutto di forcelle, ammortizzatori e reggisella telescopici Rock Shox.
Sram Italia Tech Center è nato nel gennaio 2023, più o meno in concomitanza con il lancio, da parte di Beltrami TSA, di un altro importante asset di questa azienda che è decisamente molto più che semplice distributore: Beltrami Tech Academy (ne avevamo già parlato qui) è infatti la “divisione” Beltrami dedicata ai corsi di formazione per meccanici professionisti, che, attraverso il formato dei corsi in presenza o dei webinar on-line, hanno la possibilità di approfondire le loro competenze tecniche per stare al passo con il livello tecnico oggettivamente complesso che ha raggiunto oggi la componentistica premium.
«La sfida per noi era importante – ci spiega Salvatore Miceli, Direttore Generale di Beltrami TSA –. Nello stesso momento, inizio 2023, si è trattato di gestire e strutturare per bene la sezione Tech Center con quella Academy. Dopo due anni il bilancio è sicuramente positivo. Siamo passati dagli iniziali 200 claim al mese ai circa 680 di adesso».

Miceli ci spiega che di novità importanti può parlare anche in merito alla formazione tecnica: «Sul fronte “Academy” la prossima sfida la stiamo lanciando in questi giorni. Oltre ai corsi in presenza e a quelli on-line, l’Academy uscirà dalla sede Beltrami per andare in trasferta, con delle date in cui i nostri tecnici presenzieranno corsi in aree geograficamente lontane dalla nostra sede».

Tornando all’aumento dei claim. Questo riflette un reale aumento delle vendite o anche un po’ aumento delle problematiche su componenti?
«No, è necessario spiegare che quando parlo di claim non parlo esclusivamente di prodotti non funzionamenti o di riparazioni, che a dire il vero rappresentano la fetta minima del numero totale. I claim riguardano prima di tutto la manutenzione periodica, perché su componenti che oggi hanno un livello tecnologico elevatissimo, la manutenzione programmata è aspetto imprescindibile».

Ormai tutti hanno capito che il livello tecnologico sempre maggiore è caratteristica intrinseca della componentistica attuale. L’elettronica ha sottratto tanto spazio alla meccanica. Ma per tanti questo non è un vantaggio, tanti lo considerano solo complessità. Lei cosa pensa a riguardo?
«I nostri clienti diretti sono i negozianti e poi anche i produttori stessi. Dei feedback dell’utente finale posso per questo parlare solo in modo indiretto. Premesso questo, però, credo che il malinteso di tanti sia credere che la componente elettronica subentrata in modo massiccio nella componentistica sia qualcosa che possa fare tutto da sola, gestirsi in autonomia . Di sicuro l’elettronica ha reso tutto il sistema bici più adattivo, più funzionale. Ma è anche vero che l’elettronica su una bici apparentemente semplifica, ma in realtà aumenta le variabili in gioco, gli aggiornamenti, la ricarica e via dicendo… Inoltre, è sbagliato pensare che la bicicletta di oggi sia veicolo al cento per cento gestito da elettronica. Su una bici continua ad esserci prima di tutto una importante componente meccanica, poi ci sono parti oleodinamiche e poi ancora idrauliche. Concentrarsi più sull’una oppure su un’altra parte è sbagliato, bisogna capire che ogni apparato della bici, oggi, richiede tanta attenzione, cura e manutenzione. Io credo che l’utente finale, ma prima di questo il negoziante che è il primo referente del mercato, deve capire che oggi serve tanta attenzione per tutto».
Come fare, allora, per sensibilizzare sia praticanti che negozianti?
«La nostra risposta non è solo nella formazione, nei corsi tecnici o nei webinar in sede o fuori. La nostra risposta a questa domanda non è solo sentirci dire “bravo, mi hai insegnato a smontare una forcella”. La nostra risposta nei confronti dei negozianti è anche fare loro una formazione che li istruisca su quali sono gli aspetti importanti per gestire, oggi, una attività complessa come è la loro, istruirli in modo opportunistico, ma nella accezione più positiva che ha questo termine. Noi vogliamo aiutare il negoziante a individuare tutte le opportunità che potenzialmente ha oggi una attività del genere. E lo facciamo anche con webinar completamente gratuiti. In quanto al lato squisitamente tecnico, aggiungo che l’aspetto meccanico della bicicletta ha tradizionalmente sempre avuto in sé una sorta di retrogusto fatto di sporco, di grasso e anche di noia. Noi, prima di tutto attraverso i nostri corsi, vogliamo superare questa percezione. Forti di sistemi tecnologici che sono appunto sempre più complessi, vogliamo far capire ai negozianti che il messaggio finale da dare all’utente è che tutti gli aspetti legati alla manutenzione odierna di una bicicletta devono diventare una cosa piacevole, perché no, un divertimento».
Divertirsi a manutenere una forcella o a fare uno spurgo?
«Perché no, per far passare questo messaggio stiamo preparando dei contenuti social ad hoc. Seguiteci sui nostri canali e capirete di cosa si tratta».
































