di Guido P. Rubino
È la specialità delle volate al contrario. Nell’eliminazione al gruppo brucia la coda e chi resta dietro rimane scottato e viene spazzato via. Uno sprint ogni due giri guardando la ruota posteriore e a volte si fa fatica, e sì che il giudice deve avvisare subito l’eliminato. Altro che Var, altro che fotofinish che pure c’è e va visto al volo per sparare la sentenza. Un giro ed è di nuovo volata, sempre al contrario, fino all’ultima dove, finalmente, si guarda la prima ruota.
È un gioco di tattica oltre che di forza. Non puoi correrla tutta davanti l’eliminazione, devi risparmiare energie per il momento giusto e allora diventa un esercizio in cui bisogna indiavolarsi per non rimanere indiavolati. Si può illudere l’avversario poi infilarlo nell’ultimo metro, quando pensava di avercela fatta. Vale anche questo e Viviani, diavolo dal nome di profeta, l’ha sfruttato, chirurgico, micidiale, attentissimo a non farsi mai chiudere sotto, ai limiti della fascia di riposo dove la tentazione è forte, ma è l’ingresso facile nel primo girone dei dannati e degli eliminati.
Altro giro altra speranza.
Altra volata.
Ci vogliono tutti e quattro gli occhi ben aperti si dice a chi corre su pista: i due davanti e i due dietro che i pistard affinano con esperienza e istinto. A volte sembra davvero abbiano una visione a 360 gradi dell’anello che li avviluppa. L’istinto è esperienza, ricordo del passato remoto e quello prossimo. Anche vicinissimo come l’omnium appena corso.
Riguardare la gara di Elia Viviani significa andare a scuola di ciclismo. Funambolo azzurro pronto a saltare sul filo esaltante di rischio e sicurezza. Un giro con la campana e un giro di volata e lui a saltare di ruota in ruota castigando l’avversario di turno o lasciandolo bruciare
Hop, e via un altro, eliminato.
Elia Viviani avrebbe potuto vincere il Palio di Siena o la giostra del saracino. A Giochi Senza Frontiere Viviani sarebbe saltato sui materassini nell’acqua senza cadere.
Per fortuna ha fatto il ciclista e i numi lo hanno messo lì, dio della pista che lascia fare come si vuole e poi decide lui.
24 ott 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside
Bravo Guido. Un pezzo davvero bello…
Grazie Stefano, onorato!
g.