di Lorenza Cerbini
In casa Zurlo si parla di ciclismo da generazioni. Correva Federico, corre Matteo e a Tezze sul Brenta si festeggia adesso la sua quarta vittoria stagionale. Nel curriculum di Matteo c’è il Giro del Casentino numero 104, tante edizioni storiche con un albo d’oro con campioni come Magni, Coppi, Bartali, Centogambe, Pezzi, Nencini, Mealli e Giovannetti. Una bella compagnia insomma.
La corsa organizzata dall’UC Aretina 1907 è famosa per essere dura. In questa edizione c’era da affrontare la salita di 15 chilometri che porta a La Verna, luogo di villeggiatura per tanti, luogo di pellegrinaggio dove San Francesco ricevette le stimmate.
Il gruppo si sfila subito si dalle prime rampe che portano verso Chitignano e dei 159 partenti si ritireranno in 93.
Tuttavia, la gara non si è decisa lì, ma tra i saliscendi dei primi chilometri, tra la scalata al castello di Poppi e la salita di Sarna. Sono i luoghi citati da dante nelle sua Commedia. Si passa l’Archiano e si scende dolcemente fino a Subbiano seguendo le ansa dell’Arno. Dopo 52 km di corsa, ci sono sei atleti in fuga: Matteo Zurlo (Zalf), Davide Dapporto (Emilia – Romagna), Andrea D’Amato (Iseo), Lois Dufaux (Cogeas), Gerardo Sessa (Palazzago), Alessandro Michelucci (Tripetetolo). Il loro vantaggio massimo sarà di meno di due minuti. Un elastico continuo, fino ai piedi della lunga salita. L’accordo tra i sei svanisce passato Chirignano (110 km di gara).
«Non c’era da aspettare e sono scattato», dice Zurlo. Un gioco di anticipo per il corridore diretto da Gianni Faresin, con il resto della squadra (ottimo Alez Tolio) a fare da scudo. Il ritmo di Zurlo lo regge Dapporto che si guadagna il GPM di La Verna. Filippo Magli (Mastromarco) cerca di accodarsi alla fuga, fa il numero in salita, ma al GPM ha un ritardo di 75 secondi. Fa il numero in discesa, ma il miracolo non riesce fino in fondo e sul traguardo transita con 24 secondi di ritardo. Terzo posto per il giovane Federico Iacomoni (Iseo). Per Zurlo si tratta del quarto successo stagionale, suo il circuito di Parabiago, sua la Briga Novarese, sua la classifica finale del Giro del Veneto. Velocista o scalatore? “Un po’ tutto”, dice lui. Tipico atteggiamento di una gioventù fluida, che fa zapping sui social e a quanto pare anche sulle italiche strade.
22 ago 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside