14 lug 2016 – 11.471 partecipanti di cui ben 11.158 finisher: un vero record per l’evento ciclosportivo montano con la più alta partecipazione in Europa.
È l’Etape du Tour 2016, da Megève-Morzine, che può fregiarsi di questi numeri: una corsa non comune, molto ambita e anche un po’ “scomoda” per la caratteristica logistica di partire e arrivare in luoghi differenti. Ma d’altra parte, come da tradizione, copia intenzionalmente una tappa del Tour, di solito la più dura, a patto che sia in alta montagna: in questo caso è stato presa a campione la frazione più decisiva per la classifica, in calendario il 23 luglio, un giorno prima della passerella a Parigi.
Una domenica 10 luglio fortunata nel meteo quella fra Savoia e Alta Savoia e nel percorso calmierato rispetto all’originale: ma è stata una scelta non da tutti digerita, anche se necessaria per insindacabili ragioni di sicurezza: si trattava di un serio pericolo caduta massi a seguito di importanti lavori che non poteva essere sanato in breve tempo. Così è stato “sforbiciato” il Col de la Ramaz, ma sono sempre rimasti il Col Des Aravis, il Col de la Colombiere e il Col de Joux Plane: seconda, prima e Hors Categorie per 122 chilometri e un profilo altimetrico da 2.873 metri, e un sole anche troppo caldo nelle vette alpine hanno comunque messo a dura prova i tantissimi partecipanti, costringendone svariate centinaia a rassegnarsi a spingere la bici proprio nell’ultima lunga micidiale ascesa dall’8,5% di media e tratti molto impegnativi anche superiori al 12%.
TANTI STRANIERI, GRANDE APPEAL DEL BRAND
Anche se tanti iscritti non si sono presentati al via, è stato comunque un ottimo risultato, considerando che a questo evento partecipano in media circa il 60 per cento di francesi, dove spiccano gli inglesi come prima nazionalità estera su 62 totali. Un impegno agonistico confrontabile con la Maratona, anche se a Corvara gli stranieri sono il 50 per cento ma distribuiti più equamente. All’Etape du Tour invece c’è una cronica carenza di olandesi e italiani: nonostante i 4.000 e rotti metri di dislivello positivo previsti dal percorso iniziale, pare che i più incalliti ciclosportivi olandesi e italiani preferiscano al momento altri appuntamenti. Eppure le attrazioni non mancano: tecnicamente non può invidiare alcun altro evento perché ogni anno varia in funzione del Tour e, non a caso, grazie agli stessi organizzatori, il grande gruppo francese A.S.O. specializzato in eventi sportivi e di massa (fra cui spicca anche la maratona di Parigi), l’attrattività punta proprio sulla familiarità con la Grand Boucle. Villaggio, atmosfera, personaggi, appartenenza: cercano di non far mancare niente a chi vuole vivere una “Tour experience” al completo, ogni anno con qualche novità e con un mare di appassionati e familiari intorno.
NON OLTRE 15.000 ISCRITTI
E a proposito di numeri: anche l’Etape du Tour ha raggiunto “saturazione” in quanto a partecipanti. Tutti registrati e annunciati con grande anticipo, proprio come in Alta Badia le prefetture difficilmente autorizzerebbero un evento ciclistico sulle strette strade montane con un numero superiore di partecipanti (in questo caso si arriva a quindici mila) e poi, logisticamente, non sarebbe semplice gestire le problematiche di “rientro”, visto che salvo rari casi l’Etape du Tour non segue un percorso round trip. In assoluto, poi, i numeri sono davvero alti: gli avventori effettivi sono stati quasi il quadruplo degli abitanti delle due località che, seppure rinomate nello sci internazionale, hanno già potuto collaudare un insolito “tutto esaurito” estivo a due settimane dall’arrivo del Tour de France anche a diversi chilometri di distanza dallo start e dall’arrivo. Un carico davvero eccezionale perché d’estate, nonostante gli impianti di risalita funzionanti e tantissimi percorsi in Mtb, la ricettività d’oltralpe non macina certo i numeri invernali. Un vero toccasana, insomma, per una stagione che costa ai turisti fino alla metà esatta rispetto ai mesi innevati.
IL BRAND CHE GIRA IL MONDO
Da canale a soggetto a icona della pubblicità che, già conosciuto in ogni angolo del globo, viene invitato a far contenti migliaia di appassionati con un’esperienza e un’atmosfera altrimenti irragiungibile per i luoghi più lontani dal Vecchio Continente. È il recente miracolo del licensing dell’Etape du Tour, un nuovo format che si sta affermando in quattro continenti sfruttando il grande potenziale attrattivo della firma del Tour de France. Da qualche tempo, quindi, la divisione mass events di A.S.O. verga eventi ciclistici su licenza non solo in Europa, come a Londra e in Galles, ma in America (dopo l’Argentina, quest’anno si va in Brasile e Paraguay e nel 2017 in Messico e Costa Rica), in Australia e in Asia (Corea del Sud, Cina e Taiwan in trattativa). Destinazioni importanti e non sempre conosciute dagli appassionati che, c’è da scommetterci, faranno girare la testa a molti.
Alex D’Agosta