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Home e-Bike

Fazua Evation: come è fatto e come va il motore che scompare nelle ebike

Redazione di Redazione
11 Novembre 2019
in e-Bike, TechNews, Test e Collaudi
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9

11 nov 2019 – In attesa di progressi relativi alla autonomia e all’ingombro delle batterie (perché indubbiamente sono ancora questi gli aspetti che necessiterebbero di essere implementati) le grandi aziende che operano nel segmento e-bike fanno passi avanti significativi sulle unità motore che allestiscono le odierne bici a pedalata assistita. Un caso esemplare in questo senso ce lo fornisce Fazua, una giovane azienda tedesca nata solo nel 2013, ma che a sei anni di distanza ha già conquistato la fiducia di moltissimi costruttori, provenienti sia dal mondo strada, sia mtb, sia gravel, sia urban. Abbiamo avuto il modo di conoscere e testare i motori Fazua Evation in occasione di un recente evento Bike Connection Agency tenuto a Girona, in Spagna, lo scorso ottobre.

Il recconto nel nostro video e poi le specifiche nel testo:

Quattro punti chiave

Ben sessantadue marchi di biciclette al mondo utilizzano oggi l’unità Evation della Fazua. Le caratteristiche fondamentali del sistema attualmente utilizzato sulle e-bike sono sostanzialmente le stesse della versione originaria, lanciata dal fondatore di Fazua Johannes Biechele nel 2013: leggerezza, integrazione, naturalezza di spinta e ibridazione del sistema sono i quattro punti chiave di questa unità motore che noi di Cyclinside abbiamo provato montata su una bicicletta Focus Paralane utilizzata in prima battuta in versione road e poi allestita per un utilizzo gravel.

L’innesto sul movimento centrale.

Sistema da 4.6 chili

L’architettura dell’Evation è di tipo modulare: motore e batteria realizzano un’unità componibile con forma cilindrica, destinata ad essere alloggiata sotto un tubo diagonale adatto ad ospitare questo standard. In particolare, la batteria è posta nella sezione alta, mentre il motore è posto più in basso, in diretta connessione con un movimento centrale anche questo dedicato al sistema. L’architettura nel suo insieme pesa 4,6 chili, suddivisi tra i 1,92 chili del motore, gli 1,4 chili della batteria e gli 1,31 chili del movimento centrale. Il sistema è poi corredato da uno snello comando remoto posizionabile sul manubrio, che comunica con il motore via bluetooth. Attraverso il comando si possono gestire i tre livelli di assistenza possibili. Tra l’altro, nella versione più aggiornata, l’Evation prevede una seconda opzione di comando remoto posizionabile in modo integrato sul tubo superiore dei telai che opteranno per questo standard.

Caratteristiche e potenza

L’unità “batteria/motore” è facilmente removibile, in modo tale da trasformare velocemente e semplicemente la e-bike in bici muscolare. Per rimuovere il tutto le opzioni possibili sono due: agire sull’apposita levetta di sgancio posta sotto il tubo diagonale oppure sbloccare il tutto con una chiave che agisce sulla serratura posizionata al lato della porzione alta del tubo diagonale. Nella modalità “muscolare” è però necessario sostituire il pacco motore/batteria con una apposita cover, che oltre a garantire un look “pulito” alla bicicletta, consente anche di proteggere i meccanismi del movimento centrale dai detriti e dalla sporcizia. La cover sostitutiva pesa 490 grammi e può funzionare anche da pratico portaoggetti.

Qualche numero sulla potenza del sistema: 250 sono i Wh della batteria da 36 Wolt, 250 sono i Watt del motore (con una potenza di picco di 400 W), mentre 55 sono i Nm applicabili sul movimento centrale. Caratteristica peculiare del sistema Evation, inoltre, sono i tre sensori che consentono di interpretare la pedalata e di conseguenza adattare tipologia e potenza della spinta erogata sul movimento centrale. In particolare troviamo il sensore di velocità posto sul fodero posteriore sinistro, il sensore di cadenza posto all’interno del movimento centrale e i due sensori di coppia applicati su entrambi i lati dell’asse del movimento centrale. L’unità Evation si disattiva automaticamente quando la velocità supera i 25 km/h (o per lo meno succede così per tutte le e-bike motorizzate Fazua destinate al mercato europeo).

Le nostre impressioni

Abbiamo utilizzato l’unità Evation su una Focus Paralane. Il peso della bici completa è di circa 14 chili (pedali inclusi). Il look della bici nel suo insieme è oggettivamente accattivante, con un tubo diagonale solo leggermente più ingombrante di tante omologhe tubazioni di biciclette con sezioni oversize. Il peso del sistema è distribuito in modo abbastanza uniforme, concentrato tutto nell’area centrale bassa della bicicletta, così da non incidere troppo sul feeling di guida e sulla maneggevolezza del mezzo rispetto a quel che accade su una normale bicicletta muscolare.

L’innesco dell’assistenza è immediato, ma, diversamente da altri motori, con il Fazua Evation non si ha mai quella fastidiosa sensazione di spinta passiva che sovrasta la tua dinamica di pedalata. Gestire i tre livelli di assistenza è semplicissimo, ma a dire il vero il comando a manubrio che regola tale operazione non brilla per la massima ergonomia.

La distribuzione della potenza sui tre livelli è più o meno così distribuita: 30 per cento della potenza massima con la modalità minima (“Breeze” Mode), 60 per cento con la intermedia (“River” Mode) e 100 per cento con la modalità (“Rock” Mode). In realtà, la reale erogazione della forza risente sempre dello stile di pedalata che stai mettendo in pratica in quel momento: il sistema è progettato per fornire una maggiore assistenza nel momento in cui l’utilizzatore realmente applica maggiore forza sulla guarnitura, secondo una logica mirata ad assistere la pedalata quanto più le condizioni lo richiedono. E viceversa.

Quello dell’Evation è insomma un sistema adattivo, che ci è sembrato funzionare bene tra regimi di cadenza tra 60 e 80 pedalate al minuto (a cadenze più alte o più basse l’erogazione di potenza è meno controllabile). Superati i 25 chilometri orari il motore si disinnesca automaticamente e in queste condizioni l’azione di pedalata è assolutamente fluida, visto che l’asse del movimento non oppone alcuna resistenza e dalla zona movimento non si sente provenire alcun rumore (come del resto estremamente silenzioso è il sistema Evation anche quando in funzione).

Per concludere, tra i vari sistemi di assistenza il Fazua Evation non fa certo della potenza il suo punto di forza ed evidentemente è per questo che il sistema ha trovato maggiore diffusione in ambito di biciclette da strada, poi gravel e in parte minore mountain bike (dove invece sono richieste potenze massimali maggiori). Un grosso punto a favore del sistema è invece la sua capacità di “leggere” lo stile di pedalata utilizzato in quel momento e adattare di conseguenza la potenza erogata, in modo da assimilare il più possibile il comportamento e il feeling che trasmette l’unità a quelle che sono le reali sensazioni che si percepiscono quando si utilizza una bicicletta muscolare.

Non da ultimo, tra i punti a favore va annoverata l’estrema praticità del sistema: l’Evation ha in questo senso tutti i vantaggi delle motorizzazioni centrali (ottimale distribuzione del peso, trasmissione non diretta della forza alla ruota motrice), ma a differenza di queste ha un peso molto contenuto e soprattutto si pregia della possibilità di essere rimossa in modo estremamente semplice e veloce dalla biciletta, che in modo davvero rapido si può trasformare in bici muscolare quasi al cento per cento.

Il sistema Fazua Evation, insomma, elettrifica una biciletta in modo discreto, poco ingombrante, potremo dire in modo rispettoso verso l’abituale dinamica del pedalare. È in questo senso uno dei sistemi migliori per interpretare quelle e-bike imperniate più sul concetto di bicicletta che su quello del motore che alimenta il mezzo.

Ulteriori informazioni: www.fazua.com

Maurizio Coccia

Tag: bergamontebikeevationfazuafocusmotorenovità 2020test

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Commenti 9

  1. Dario says:
    6 anni fa

    Commercio, consumismo,mancanza di etica.La bicicletta, un mezzo totalmente ecologico e pulito, trasformato in inquinante,perché non c’è solo l’utilizzo della Ebike, è la produzione e lo smaltimento delle batterie ad essere inquinante. Le scuse per farne uso sono tante e varie ma tutte di fondo sono esempi di come questa società è divenuta superficiale, succube del mercato. L’inquinamento ormai è nei cervelli della maggioranza degli utenti di questi mezzi che con la bicicletta nulla hanno in comune.

    Rispondi
    • Redazione Cyclinside says:
      6 anni fa

      Non esageriamo. Caso mai conviene pensare a e-bike di qualità, dove la batteria dura un bel po’. E certamente fa risparmiare in inquinamento rispetto all’alternativa del motore a scoppio che potrebbe essere soppiantata proprio dalle e-bike.

      Rispondi
    • tony says:
      6 anni fa

      sono d’accordo con cyclinside. Basta esternare da parte vostra che avete le gambe buone e che ne avete la forza. pensate anche a chi ha problemi di ginocchia a chi insomma non riesce ad utilizzare solo con i propri muscoli le biciclette normali. Certo non parlo di prodotti per lo sporta, ma senza questi dispositivi, quanti non potrebbero permettersi di andarci….

      Rispondi
  2. Costanzo says:
    6 anni fa

    Sono pienamente in linea con quello che dice Dario.vogliamo trasmormare un mezzo così importante e piacevole in un mezzo meccanizzato.E’ così piacevole avere una bici leggera sicura e sentire il leggero fruscio dei copertoni che girano
    per effetto delle ns nostre pedalate!

    Rispondi
    • Redazione Cyclinside says:
      6 anni fa

      Una e-bike è una bicicletta in più, un motore a scoppio in meno. Non una bicicletta “tradizionale” in meno ;-)

      Rispondi
      • DANIELE PAPALINI says:
        6 anni fa

        Concordo con la redazione. Parlo da ex motociclista: in passato ho avuto sempre moto e bici, ora solo bici e occasionalmente e-bike a noleggio. Per molti motoenduristi è quasi un passaggio “naturale” quello verso le e-mtb.

        Rispondi
  3. frank says:
    5 anni fa

    sono d’accordissimo anchio con dario sono la moda del momento e con la scusa dell’eletrico dicono che non inquinano ma lo smaltimento delle batterie la produzione e non solo ma la corrette viene prodotta per il 60% della produzione mondiale con carburanti fossili poi fanno finta di dire che sono ecologiche

    Rispondi
    • Fabio says:
      5 anni fa

      Mi hai convinto, da domani torno a prendere l’auto per andare al lavoro.

      Rispondi
  4. gianni says:
    5 anni fa

    ognuno ha i suoi buoni motivi per scegliere l’una o l’altra soluzione e in entrambi i casi senza fare danni all’ambiente

    Rispondi

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Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione con registrazione n° 35370 aggiornata 8 ottobre 2020.

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