6 giu 2016 – Prendi un pomeriggio e mettici dentro Felice Gimondi, Maurizio Evangelista, un libro e i tifosi. Erano gli ingredienti della presentazione che c’è stata a Milano del libro “Felice Gimondi, da me in poi”, un racconto a volte intimo del campione. Storie ed episodi raccolti dall’abile penna di Maurizio Evangelista, giornalista di lungo corso e ora addetto stampa di grande esperienza con la sua società di comunicazione che, guarda caso, si chiama Vitesse.
Due campioni in ambiti diversi Gimondi ed Evagelista. Gimondi il secondo con la testa del vincente che a fare da secondo non c’è mai stato. Ma legato da un rispetto sincero a Eddy Merckx, quel nome duro come la cattiveria agonistica del campione. Che per l’occasione ha firmato la prefazione del libro. Tanto per capirci sulla stima tra i due.
«Certo, è più facile parlarne oggi che ho quasi 75 anni – dice Gimondi – che quando ero lì a soffrirgli dietro. E pensare che alla prima corsa l’ho pure battuto. Poi me l’ha fatta pagare».
E via a raccontare gli episodi come ad aprire a caso le pagine del libro, ma con nomi ed episodi di cui Felice Gimondi ricorda tutto.
La sconfitta più brutta? Proprio da Eddy, che gli portò via una cronometro in cui era convinto di vincere. «E ci feci le due di notte a passeggiare sul lungomare a capire dove avessi sbagliato. Quei due secondi che ci separarono quel giorno proprio non riuscivo a mandarli giù. Lui davanti a me. Ci misi del tempo ma poi capii: era più forte di me».
Lo dice con fierezza, sempre. Che ad arrivare secondi non c’è niente di male se si sa di aver dato tutto. Se quello che ti è arrivato davanti si chiama Merckx poi… La moglie e la figlia ad ascoltarlo in prima fila. Nel pubblico, sparsi, Claudio Corti, Alberto Volpi e poi alcuni giornalisti storici.
Un fiume di racconti incalzanti che a momenti neanche l’abile regia del presentatore, Auro Bulbarelli, riusciva a domare. E Maurizio Evangelista ha saputo coglierne tutta l’umanità nel suo racconto. Uno scrittore abile sa leggere tra le parole senza fermarsi alle apparenze.
Storie di corse e di accordi, alcuni mancati e poi ammessi che nel ciclismo succede pure questo. Gimondi, l’uomo prima del ciclista. Quello che al momento giusto sa riconoscere l’errore e non c’è niente di male a dire “ho sbagliato”, riporta il campione alla sua umanità facendolo anche più forte della sua immagine. Gimondi e il suo rapporto con i compagni di squadra prima, con i giovani poi. Lui giovane che si mette al servizio degli altri e poi allarga i gomiti quando c’è da affermarsi “che quando dovevo mettere il manubrio in mezzo non mi tiravo indietro, poi dietro succedeva quello che succedeva”.
Il suo rapporto controverso con Pantani e il rammarico per non essere riuscito a gestire il campione e l’uomo che sfuggiva via. Pochi commenti al riguardo ma una battuta che sa di sentenza: “Se la mamma lo lasciasse stare…”
È lui, Felice Gimondi, che sorride ma non le manda a dire. Sentirlo parlare è un fascino. Figuratevi a leggerlo.
Il libro
- Autore: Gimondi Felice; Evangelista Maurizio
- Prezzo di copertina: 16,90
- Anno di pubblicazione: 2016
- Pagine: 224
- Editore: Mondadori Electa
Guido P. Rubino