Abbiamo riportato qualche giorno fa l’annuncio di Bianchi su un possibile problema di alcuni cannotti forcella (qui trovate l’articolo).
Claudio “Dioniso” Cappelletti, che lavora con l’acciaio ma anche con la fibra di carbonio è uno che ha le idee chiare perché spesso si trova a riparare telai incidentati e vede con i suoi occhi come vengono costruiti molti telai (riferimento in generale), a proposito dell’argomento di questi giorni dice la sua:
Non sono d’accordo con la motivazione della causa del problema, in quanto lasciare troppi spessori SOPRA l’attacco manubrio, di per se, non provoca quel tipo di danneggiamento. Il problema è dovuto semmai al fatto che lasciando tanti spessori sopra l’attacco, anche l’espander rimane più in alto e quindi si infila meno in profondità nel cannotto forcella. L’incisione orizzontale che si vede nelle foto è situata nella parte frontale del canotto in corrispondenza del bordo basso dell’attacco (infatti si vede il “timbro” ovale lasciato dal tubo stesso dell’attacco manubrio) ed è dovuta al collasso del materiale durante la flessione del cannotto forcella. Più l’espander si trova in profondità, “riempiendo” di fatto il cannotto forcella e più evita il collassamento del materiale, fungendo da rinforzo… Da questo si deduce che la cosa migliore sarebbe l’uso di un espander sufficientemente lungo da inserirsi fino al di sotto del bordo basso dell’attacco manubrio. Ma perché bisognerebbe rinforzare in tal modo il cannotto forcella?! Semplice, perché il problema non è dovuto al montaggio errato degli spessori, ma al materiale del cannotto forcella che non è adeguato al tipo di sollecitazione! Cosa ancora più grave è che non è un problema delle sole forcelle del brand che ha diffuso l’avviso, ma di tutte quelle che hanno il cannotto in carbonio costituito in quella maniera, ovvero la quasi totalità di quelle in commercio! Infatti questo tipo di incisioni frontali e orizzontali (diverse da quelle verticali situate posteriormente e dovute ad un eccessivo serraggio delle viti dell’attacco) sono molto diffuse e una delle cause di scricchiolii durante i fuorisella. Bisogna sapere che i cannotti forcella in carbonio hanno una parete spessa circa 2mm ma solo il primo o il secondo strato esterno (quindi non più di 0,4mm) sono composti da tessuto di carbonio composto di fibre lunghe e quindi resistenti. Questo è dovuto alla necessità di avere un cannotto con una superficie interna perfettamente liscia e un diametro interno calibrato, cosa molto difficile e costosa da ottenere mediante stampo unico, quindi per risparmiare viene usata un’anima in materiale plastico (che può anche contenere dei piccoli frammenti di fibra di carbonio o di vetro, ma che comunque non hanno niente a che vedere con le caratteristiche meccaniche di un tessuto) su cui vengono laminati solo gli strati più esterni. Se i cannotti forcella fossero fatti interamente in tessuto di carbonio (sempre con spessore di parete 2 mm) sarebbe praticamente impossibile farli flettere e di conseguenza danneggiarli in questa maniera, purtroppo però alle industrie non è conveniente fare prodotti “indistruttibili”.
Insomma, è un problema piuttosto diffuso. Molti produttori sono “al limite” a quanto pare e allora viene pure da chiederci: perché non appesantire un po’ le forcelle e risolvere il problema alla radice con un po’ di fibra di carbonio in più? Probabilmente al risposta è semplice: una forcella più pesante rischia di compromettere la bella figura quando si parla di pesi. Ma siamo davvero sicuri che il peso sia l’ultima frontiera? In fondo un ottimo telaio potrebbe pesare anche qualcosa in più…
2 gen 2017 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside
Per quanto si capisce dalle foto, secondo me il problema è dovuto ad un montaggio errato. Al di la di quanti spessori si lasciano sopra (ma io non ne lascio mai più di 2cm) il ragnetto expander deve essere collocato in corrispondenza dell’attacco manubrio, in modo tale che stelo forcella, attacco ed expander formino in pratica un insieme solidale. Sono d’accordo che i produttori siano sempre alla ricerca del limite ma credo altresì che non vogliamo compromettere la loro reputazione mettendo in circolazione prodotti potenzialmente pericolosi. A mio avviso, molti “meccanici” non sono preparati e si limitano ad assemblare bici senza nemmeno usare un po’ di riguardo verso il cliente che in loro ripone fiducia!
Quante volte mi è capitato di vedere viti strette “alla morte” o solamente”puntate”! E quanti assemblaggi di telai e componenti di grande valore nessi insieme “alla carlona”!
O cifluano tornare a rimettere nei cannitto forcella dei bei pezzi di ciliegio, come 50 anni fa?