24 nov 2018 – La sicurezza in bicicletta è una situazione anche psicologica. Quando ci si sente sicuri si pedala meglio, più rilassati, ne consegue che questo porti, a sua volta, ulteriore sicurezza.
Non parliamo di prestazione in questo caso, quella è una conseguenza dello “star bene” in bicicletta (che ovviamente dipende da una composizione di fattori), ma proprio del sentirsi sicuri rispetto al contesto in cui si pedala. Sensazione che normalmente diamo per scontata, per abitudine e capacità individuali, ma che può essere messa in discussione quando capita un evento che destabilizza.
È il caso di un lettore che ci scrive:
Buongiorno
Recentemente ho cominciato ad aver paura di affrontare discese in velocità, sopattutto se in presenza di curve e tornanti, per timore di cadere. La mia bici ha freni a pattini, e quando ho davanti 10 km di discesa mi inquieto, ho sempre la sensazione che mi possano fare brutti scherzi.
Forse fino ai 50 anni ero poco influenzabile, ma quest’anno, dopo i 67, qualcosa si è rotto,ed ho fifa.
Ora, ciliegina sulla torta, da un mese mi ritrovo con femore e vertebra fratturati causa caduta in altro sport.
Quando sarò guarito tornerò in bici e dopo qualche salita la paura di cadere in discesa sarà moltiplicata, anche perché i medici mi hanno detto che una futura caduta che fratturasse un femore che già ha un chiodo interno per tutta la lunghezza,sarebbe un disastro.
Questa la mia esigenza futura, limitare la velocità in discesa ma con freni che mi diano fiducia e sicurezza al 100%. Altro non chiedo, questa è la priorità assoluta per tornare in bici.
Tutto ciò premesso, saranno i freni a disco a darmi l’agognata tranquillità?
Dai vs articoli sembra la scelta obbligata, grazie per le vs osservazioni.
Cordiali saluti,
Ennio
Dopo un incidente di un qualche tipo si perde in sicurezza. È una situazione psicologica normale ed è quel che è successo a Ennio. Tanto più che la cosa è anche motivata da un pericolo reale che conosce bene, purtroppo, chi ha avuto la sfortuna di incappare in una frattura del femore. Non entriamo nel merito della questione personale e dell’opportunità o meno di pedalare correndo, di fatto, un rischio importante, ma certo è che c’è un disagio da superare acuito dalla situazione.
Questo, oltre all’indicazione ovvia di prudenza, magari con l’aiuto di qualche compagno di ruota che faccia da “scorta” e alla scelta di strade tranquille, si può superare anche ricercando una fiducia maggiore nel mezzo meccanico che si utilizza. E, in questo senso, una bicicletta con freni a disco restituisce una sensazione si maggiore sicurezza che può dare un aiuto a livello psicologico. La stessa cosa era avvenuta con l’arrivo dei caschi a calotta (quelli impropriamente definiti “integrali” all’inizio) e qualcuno si era azzardato, addirittura, nell’additarli come causa di una maggiore spericolatezza di alcuni corridori del gruppo.
Non è certo il caso del nostro lettore che, al contrario, cerca solo un conforto ai suoi giusti timori. E certo i freni a disco danno una sensazione di maggiore sicurezza proprio perché la loro risposta è maggiormente costante rispetto ai freni tradizionali con i quali, è giusto dirlo, si può essere lo stesso sicuri ma tenendo conto della risposta differente. In questo senso, quindi, una bicicletta con i freni a disco si può certamente vedere positivamente, pur ricordandosi che ci si trova comunque su due ruote con una coppia frenante (le parti a contatto tra battistrada e asfalto) molto contenuta. La sensazione di pericolo, amplificata evidentemente dalla situazione, verrà pian piano assorbita dall’abitudine. Il suggerimento, comunque, è di non forzare le cose.
Redazione Cyclinside