La svolta finale dei freni a disco è arrivata con l’esordio di Campagnolo nel mercato del settore. A dire il vero l’azienda veneta ancora non si è affacciata sul mercato. I modelli di freno Campy Lab, così come a suo tempo il sistema elettronico con questo marchio, dicono che la fasi di sviluppo è avanzata (i freni sono già a disposizione dei corridori), ma ancora non si è al momento dell’esordio sul mercato.
Il momento è epocale, almeno così sembra: se tutti sono pronti si può partire a vedere i freni a disco montati sulle biciclette dei pro’ e quindi anche sulle nostre da comuni mortali?
In realtà non sembra che i pro’ stiano scalpitando per i freni a disco, soprattutto i loro meccanici che ci devono metter mano e temono cambi ruota complicati e più lunghi di quanto si fa ora.
Questione di abitudini, anche. La cosa curiosa, però è che alla fine i freni a disco servono più a noi comuni mortali che a un professionista. Almeno finché non si risolvono alcuni problemi di gara che possono compromettere una prestazione.
Per il cambio ruote le cose si complicano. Se le ammiraglie avranno a disposizione le ruote per tutte le loro bici, sarà più difficile l’assistenza neutra. Che misura di disco? Che sistema? Ci si potrebbe trovare nella condizione di dover cambiare una ruota e dover aspettare l’ammiraglia che magari è dietro al gruppo. Problemi che si risolveranno per sfruttare i vantaggi della nuova tecnologia.
Quali sono i vantaggi?
Utilizzo di ruote con cerchi in carbonio:
Niente più problemi di piste frenanti da gestire, che si consumano e pattini freni da sostituire in caso di cambio ruote.
Sono i freni perfetti per chi utilizza ruote con cerchio in fibra di carbonio. I cerchi ne risultano alleggeriti e addio a problemi di piste frenanti. Un vantaggio notevole.
Efficienza di frenata:
I freni a disco assicurano una frenata più coerente nel tempo, anche in caso di dover agire lungamente sul freno. Quando ci si trova in allenamento capita di frequente di percorrere discese lunghe, magari con traffico che costringe a frenate che infuocano i pattini e li rendono meno efficaci. Con i freni a disco questo problema è quasi annullato. Anche in caso di pioggia un freno a disco non risente della pista frenante bagnata come avviene sui normali cerchi (con tutti i problemi che derivano dal fango che rovina i cerchi in composito).
Costanza della frenata:
Frenare con i freni a disco significa avere sempre lo stesso rendimento. Non c’è degrado nemmeno dopo frenate lunghe “da inesperti” o in situazioni di strade particolarmente difficili (discese con pendenze importanti, curve strette e traffico). Questo, vi accorgerete provandoli, restituisce una sensazione di sicurezza che i più esperti tradurranno in un ritardo della frenata senza aumentare i rischi. Non a caso, chi torna indietro, poi si trova in difficoltà proprio in questo senso: doversi riabituare ad una insicurezza che si è superata con i freni a disco. E non è un vantaggio reale quando piove, l’efficacia del sistema, per costanza della potenza di frenata, è ben evidente anche in condizioni di asciutto.
Efficacia del sistema idraulico
I freni a disco sfruttano un circuito idraulico che richiede pochissima manutenzione. Sicuramente meno di quanto non sia necessario con un sistema tradizionale con cavo d’acciaio.
Ad avviso di molti operatori del settore (non solo telaisti, che ovviamente hanno tutto l’interesse a che il freno a disco prenda piede dando una bella spinta al mercato) i freni a disco saranno il futuro anche per la bicicletta da corsa così come sono diventati la normalità nella mountain bike. La maturità tecnologica, va detto, già c’è.
Il perno passante irrigidisce il telaio
Questo è un vantaggio “indiretto”, in quanto non legato alla presenza del freno a disco in quanto tale. Ma lo standard dei bloccaggi delle ruote con freno a disco (e dei telai dedicati) è diventato, praticamente per tutti, i perno passante. Questo, a differenza del classico bloccaggio rapido, va a chiudere in maniera solida e definitiva la struttura del carro posteriore e quella della forcella rendendo, di fatto, la bicicletta molto più rigida. Il motivo della scelta dei freni a disco per molti velocisti è stato proprio questo all’inizio dell’utilizzo tra i professionisti.
Gomme più larghe
Con i freni caliper c’è un limite nella dimensione delle coperture: deve comunque girarci intorno la pinza e le coperture da montare non possono arrivare oltre i 28 millimetri (a volte pure a fatica). Con i freni a disco questo limite non c’è più. I costruttori di telai possono spaziare in fantasia allargando gli spazi di passaggio ruota e rendendo, di fatto, i telai più versatili. Si può addirittura cambiare il diametro della ruota per lasciare spazio a coperture più larghe (pensiamo alla versatilità delle biciclette gravel).
Il mercato è andato, negli anni, a cercare coperture più larghe anche perché si è dimostrato che queste risultano più scorrevoli e confortevoli.
Svantaggi?
Cambio ruote
Sì ci sono anche questi, inutile negarlo. I freni a disco, al momento, rendono più complicato il cambio ruota. Per chi non fa gare questo è un problema relativo che si risolve con un po’ di attenzione in più al momento di smontare e, soprattutto, rimontare la ruota. Guai ad azionare il freno con la ruota smontata, riaprire la pinza potrebbe richieder un bel po’ di tempo. I sistemi a perno passante, poi, richiedono altro tempo in più nello smontaggio (ma già ci sono allo studio, e qualcosa pure sul mercato, soluzioni che velocizzano l’operazione).
I meccanici dei pro’, intanto, si sono attrezzati con svitatori elettrici che rendono l’operazione decisamente rapida. Anche l’aumento di esperienza ha riportato il cambio ruote ai tempi standard del freno tradizionale.
Sicurezza
Sono pericolosi i freni a disco? La questione è delicata. Per approvarli definitivamente l’UCI ha richiesto di smussarne i bordi rendendoli meno affilati, cosa che è stata fatta. La situazione migliora ma in un impatto violento è comunque una sporgenza in più della bicicletta. Anche qui soluzioni sono allo studio soluzioni di vario genere (carter, in particolar, modo). In ogni caso, le prime esperienze anche tra i professionisti, a dispetto di qualche incidente che era stato inizialmente imputato proprio ai dischi, non parlano di situazioni di pericolo particolari.
A dire il vero qualche esperienza negativa si è registrata, ma certo la bicicletta non è il “posto migliore dove cadere” con tanti spigoli e parti appuntite. Questa è una in più? Molti temono di sì.
Peso
A conti fatti il sistema idraulico pesa di più del “totale” di un sistema tradizionale. Finché i limiti di peso delle biciclette imposti dall’UCI rimangono quelli attuali (6,8 chilogrammi minimo per la bicicletta completa) il problema è relativo visto che spesso i meccanici sono costretti ad appesantire con zavorre i mezzi dei corridori.
Troppi standard
Teorie diverse sui prodotti portano a troppi standard. Ognuno ha una sua giustificazione, ma certamente sl mercato, al momento, ci potrebbero essere almeno 21 tipi di ruote diverse: troppe (si veda qui) Soluzioni se ne stanno pensando in questo senso ed anche l’UCI sta spingendo verso dischi da 160 millimetri e mozzo a perno passante da 15 millimetri.
Biciclette da cambiare
Questa è la maggiore preoccupazione del mercato, di chi le biciclette le acquista e non le ha in dotazione dalla squadra. Rischiamo di trovarci con gli ultimi acquisti, pagati a peso d’oro, che diventano improvvisamente vecchi?
Un telaio per freni a disco è molto diverso da un telaio per freni normali. Va irrobustito dove è fissato il freno e occorre tenere conto delle torsioni che si innescano (pensiamo alla forcella) e contrastarle adeguatamente.
Quindi tanti soldi da spendere con biciclette con freni normali che si svaluteranno rapidamente?
Il problema, a ben vedere, è remoto. I freni tradizionali saranno sul mercato per un bel po’ anche nell’alto di gamma e prima di un eventuale passaggio definitivo dovranno passare un bel po’ di anni. In sostanza: si possono continuare ad acquistare biciclette tradizionali per un bel po’ con la certezza di non vederle invecchiare (e quindi svalutare) anzitempo. Certo, il passaggio, per chi vorrà farlo, comporterà inevitabilmente la sostituzione del telaio.
Redazione Cyclinside
sono d’accordo su alcuni (pochi) vantaggi ma sostenere che un impianto idraulico richieda meno manutenzione di quello classico a cavo è piuttosto azzardato, anzi non è prorpio vero
Dipende cosa si intende per manutenzione. Come utente sia di MTB che di BDC, trovo che i freni a disco richiedano sicuramente meno manutenzione. Li monti e ti scordi di loro finché non si tratta di cambiare le pastiglie, operazione che può fare (di norma) anche un bambino. Essendo intrinsecamente autocentranti, difficile sia necessario ricentrare le pinze, e anche questo è abbastanza banale. Diverso il discorso se e quando sia necessario uno spurgo: è un servizio complesso da lasciare alla competenza (e al costo) di un meccanico professionista, ma fortunatamente non è così frequente.
Ma com’è che non fate menzione dei ventaggi, se ci sono, della guidabilità con il perno passante?
Vero, ci sono i vantaggi col perno passante: l’insieme mozzo/telaio-forcella è più robusto, ma ci siamo tenuti sul generale considerando i vantaggi anche per chi continua ad utilizzare lo sgancio rapido.
Io penso che i freni a disco servono solo ai ciclisti professionisti, mentre agli amatori non vedo la necessità specialmente se non fanno gare amatoriali.
Signori siamo su un mezzo a due ruote se si cade e si becca la corona anteriore ti fai male se cadi su un pedale ti fai male ecc i freni a disco sono più potenti in tutto e danno più garanzia in discesa quindi basta che siano smussati va bene se non cadi non ti fai male questa e la cosa importante e la bici e uno degli sport di velocità quindi il rischio c’è.