5 dic. 20202 – Sono ruote nuovissime, le abbiamo presentate giusto qualche giorno fa ed ora ci torniamo sopra perché ancor prima che il produttore sciogliesse il suo embargo prodotto, Cyclinside ha avuto la possibilità di provarle a fondo durante un evento stampa organizzato ad Andalo (Trento) dalla Bike Connection Agency di Simon Cittati e Giulio Neri, dove tra i marchi presenti c’era anche Fulcrum. Parliamo delle Speed 40 CMPTZN (ovvero “competizione”), ruote in carbonio di altissima gamma di livello professionale, proposte anche nella versione ad altissimo profilo Speed 55 Competizione, dove il numero sta ad indicare l’altezza del cerchio.
Per professionisti
Si tratta di ruote di destinazione professionale, utilizzate infatti dai pro rider equipaggiati Fulcrum, che proprio nella versione a profilo medio/alto da 40 millimetri che abbiamo testato in Trentino esaltano la loro peculiare versatilità, la polivalenza che le rende ruote adatte un po’ per tutti i terreni, e che non per caso sono tra le più gettonate tra i corridori sponsorizzati (mentre le “55” sono preferite talvolta per percorsi più spiccatamente filanti o scelte da corridori con determinate caratteristiche antropometriche).
Come è stato svolto il test
Ma torniamo più specificamente al test: per assegnare maggiore attendibilità alle nostre impressioni abbiamo pensato di effettuare una comparativa tutta in casa Fulcrum, pedalando prima con queste nuovissime Speed 40 Competizione e poi ripetendo il test, sulle stesse strade, e con la stessa bicicletta (una Pinarello Dogma F12) montando un set della Fulcrum che ha caratteristiche simili a queste “40”, sia come caratteristiche dimensionali, sia come posizionamento qualitativo.
Ci riferiamo alle altrettanto note Racing Zero Carbon CMPTZN, set con cerchio in fibra alto qualcosa meno (30 millimetri) e caratterizzato dalla peculiare struttura in alluminio dei raggi, con design piatto e testa dritta.
È importante segnalare che entrambe le ruote testate hanno la medesima architettura e lo stesso dimensionamento della gola, con canale da 19 millimetri e compatibilità tubeless ready (che in realtà in casa Fulcrum viene chiamata 2 Way Fit). Nella fattispecie, inoltre, entrambi i set erano gommati con un paio di valide coperture tubeless Pirelli P Zero Race TLR SL, da 26 mm.
Le impressioni
Fulcrum dichiara che sul piatto della bilancia la differenza ponderale tra i due set è di appena 20 grammi (1440 grammi per la coppia “nuda” delle “40”, 1460 grammi per la coppia nuda delle “Zero Carbon”). In effetti è stato oggettivamente impossibile percepire sulla strada – anche su salita ripida – questo scarto minimo. Quel che è certo è che il dato di peso, considerato proporzionalmente all’altezza del cerchio, avvalora la bontà delle “40”, visto che i soli venti grammi sono evidentemente poca cosa rispetto al centimetro in più che offre il profilo del cerchio. Il profilo del cerchio, appunto: 40 millimetri rendono la “40” una ruota sicuramente molto versatile e polivalente in quel contesto di utilizzo agonistico professionale che rappresenta la destinazione d’uso “naturale” di questo set. Se la leggerezza (abbinata a una rigidità laterale assicurata da un’architettura di raggiata collaudata) aiuta in salita, i 40 millimetri del cerchio rendono questo set particolarmente performante anche nelle situazioni di alta velocità, dove il set si mostra sicuro, sempre stabile, filante come si viaggiasse “su due spade”. Sul versante opposto, i 30 millimetri delle “Zero Carbon” assegnano a questo set caratteristiche più adatte per gli scalatori puri, si tratta di ruote che invitano continuamente a scattare, a variare ritmo continuamente e a farlo non solo per le caratteristiche dimensionali del cerchio, ma anche per l’architettura e la struttura dei raggi: sì, sulle Zero Carbon è evidente il diverso feeling che ti assicurano i 21 raggi in alluminio, che rendono più “secca” e “fredda” la risposta del set agli impulsi trasmessi dai tuoi muscoli: si tratta di musica piacevole non solo per gli scalatori puri, ma anche per gli scattisti leggeri, per quei corridori che talvolta vengono definiti “guastafeste”. Diverso il feeling che si percepisce con le Speed 40, che in questo senso possiamo definire un set di elevatissimo valore prestazionale, ma con caratteristiche di guida, di feeling e di reazione agli impulsi dei muscoli più “tradizionali”, più adatte ad adattarsi a un panorama ampio di situazioni, condizioni e terreni che i corridori dei nostri tempi possono trovarsi ad affrontare in gara.
Maurizio Coccia
Buonasera, considerando le caratteristiche delle
Due ruote, su un percorso vallonato quali sarebbero realmente i vantaggi della Speed a cospetto della Zero? Perché le Speed non le hanno fatte con raggi in alluminio?
Salve Olindo, a nostro avviso la differenza tra i due set è minimo, o meglio è relativo al feeling di fondo che due set – abbastanza simili in quanto ad altezza del cerchio – ti possono dare su strada. In questo senso le “Zero” sono ruote in assoluto più “secche” e “ruvide” e in quanto tali a nostro modo di vedere si addicono a una platea potenziale circoscritta rispetto a quello che invece è il potenziale pubblico chi si rivolgono le “Speed” (ripetiamo, ci riferiamo alle Speed nella configurazione 40 millimetri oggetto del test).
Se il tuo terreno di elezione è la salita ripida e soprattutto se sei uno scattista puro, ovvero uno che vuole avere il massimo in termini di reattività dell’impulso muscolare, le Zero sono sicuramente l’opzione ideale. Le Speed 40, invece, mettono in campo una maggiore versatilità su tutti i percorsi – in special modo quelli vallonati che citi tu i percorsi – pur sempre nell’ambito di contesti di usto agonistici, dove bisogna avere watt e forza da vendere per godersi davvero appieno le qualità di questo set (lo stesso, anzi forse anche di più, vale per le “zero”).
Perché le Speed non hanno raggi in alluminio? Appunto perché esprimono una filosofia tecnica/strutturale e in ultima istanza di destinazione d’uso diversa rispetto al progetto che sottende le Speed, sia quelle da 40, sia quelle da 55.