4 ago 2019 – Sta arrivando – anzi, è già arrivata – una generazione di fenomeni. All’appello mancava, ben giustificato dall’età quasi imberbe, Remco Evenepoel.
Invece ieri ci ha risvegliati dai dubbi e dai sogni con uno schiaffo forte. Mettendosi dietro fior di campioni.
Sì, perché nelle vittorie di Evenepoel, già fenomenali per essere comunque opera di un neoprò tenuto giustamente a freno dalla sua squadra, c’era la giustificazione del “sì, ma il confronto con i campioni è altra cosa”, oppure cose del tipo “aspettiamo che vinca qualcosa prima di parlare di un nuovo Merckx”.
Ecco, fare il paragone col cannibale è sempre fuori misura. Se proprio vorremo farlo se ne riparlerà a fine carriera. Ora sarebbe ingiusto per il cannibale e per lo sfidante.
Parliamo invece della generazione di fenomeni.
Nel ciclismo sta per debuttare un’era di campioni come probabilmente non si è mai visto per concentrazione e contemporaneità. Quel che hanno fatto vedere in questa stagione Van Der Poel, Van Aert, Bernal ed Evenepoel è il prologo di un bel libro che è appena alle prime pagine.
Van Der Poel ha fatto una stagione strepitosa del ciclocross, su strada ha vinto un’Amstel Gold Race da fenomeno, ricordate la rimonta impossibile? Poi è tornato alla mountain bike e ha vinto a mani basse il Campionato Europeo. Una superiorità che ha fatto porre qualche domanda sul movimento, ma va tenuto conto del fenomeno che si ha di fronte.
Lo stesso vale per Van Aert. Compagno di sfide con Van Der Poel già da giovanissimi. Il corridore della Jumbo Visma ha debuttato al Tour correndo come un veterano e vincendo una bella tappa prima del ritiro per incidente.
Bernal, intanto, ha vinto il Tour de France da più giovane detentore della maglia gialla. Alaphilippe è in una fase di maturazione che sembra ancora da scoprire.
Insomma, c’è da divertirsi e certamente quello che fa più paura, ora, è proprio Remco Evenepoel. Un ragazzino che un anno fa correva ancora con i rapporti obbligati degli junior e oggi ha messo tutti nel sacco in una classica ambita e ricercata dai più grandi. E non ha vinto per caso, ma di forza e con distacco. Nettamente. Non ha fatto vedere ancora tanto. Forse potevamo dirlo fino all’altro ieri. E parliamo comunque di un corridore che da professionista, esordiente, ha già tagliato più volte il traguardo a braccia alzate. E fa bene la sua squadra, la Deceunink Quick Step, a non buttarlo troppo nella mischia. Col senno di poi, fino ad ora, gli altri professionisti ringraziano.
Insomma, lasciamoci pure andare all’entusiasmo. Questi corridori promettono davvero sfracelli. E forse, dal mazzo, avremo un nuovo corridore più forte di tutti.
È presto per parlarne?
Certo. Ma sapete qual è la cosa più bella?
Stiamo per essere spettatori di un spettacolo che probabilmente non riusciamo nemmeno a immaginare adesso. Perché è tutto da godere.
GR