“Che fretta c’era” si starà chiedendo quel motociclista, facendo, chissà, un mea culpa. Ma soprattutto se lo staranno chiedendo i corridori coinvolti in una caduta apparsa proprio inutile a 160 chilometri secchi dall’arrivo sull’Etna, tappa da fuga e gruppo compatto fino al finale. Ma c’è davvero una colpa da distribuire a qualcuno? Se proprio vogliamo cercarne è nel momento del passaggio scelto dal capofila di quel trenino di motostaffette che risaliva il gruppo in un tratto di strada non proprio larga. Difficile pure trovare alternative in certi percorsi.
La salita mandava piano tutti e le conseguenze sono state lievi. Curve, salita, strada che si stringe un po’ e qualcosa a terra. Forse un cippo chilometrico o chissà. Nel video non si vede ma la moto, l’ultima del trenino che risale il gruppo, si aggancia a qualcosa e si arresta di colpo accasciandosi sulla destra, verso il centro strada. Trovandosi in mezzo al gruppo i corridori non possono che cadere a loro volta. Nessuno di loro si arrabbia – almeno palesemente – con il motociclista che ci ha messo pure un po’ a liberarsi dal peso della moto. Tutto sommato si può classificare come “incidente di corsa”. Di quelli dove la sfortuna ci mette lo zampino. Stavolta niente colpe anche se pur quel motociclista, un po’ di indolenzito, si starà chiedendo ancora se c’era fretta, a 160 chilometri dall’arrivo.
10 mag 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside