16 mag 2021 – Il favorito numero uno non delude, anzi stravince: nel “tappone” appenninico Egan Bernal “asfalta” lo sterrato finale di una frazione quanto mai scoppiettante. Tappa e maglia. Ciccone sugli scudi, ottimo secondo.
La giornata di gara
In un Giro che in otto giorni ancora fatica a trovare un lotto definito di padroni la Castel di Sangro-Campo Felice è occasione buona per chiarire il quadro. Dopo aver raggiunto la sua punta più meridionale la Corsa Rosa gira la boa, puntando verso nord: è il “tappone” appenninico, questo, che in 158 chilometri tutti abruzzesi – anzi tutti nell’aquilano – condensa 3400 metri di dislivello.
Si parte con il sole, ma il meteo non promette nulla di buono ed è un’altra incognita in più per una frazione che oltre al dislivello corposo in programma ha anche una salita finale con epilogo su fondo sterrato: 1600 metri in tutto che conducono dove oggi ad essere protagonista è la bicicletta, ma dove in inverno si pratica sci alpino e snowboard
I primi chilometri sono scoppiettanti: che questa sia una tappa cruciale lo si capisce presto. Sui primi tornanti che portano al Passo Godi il gruppo concede poche chance a chi prova ad evadere, soprattutto se in testa si ritrovano in venticinque. Troppi, per una frazione critica come può essere considerata sarà questa.
Ma con la strada che continua a salire i tentativi di evadere si susseguono a ripetizione. Situazione estremamente fluida in testa, molto nervosismo in gruppo: davanti provano ancora una quindicina di corridori, che ai 1556 metri di Passo Godi diventano venticinque, anche grazie alla caparbietà di alcuni che la loro carta oggi se lo voglio assolutamente giocare. Damiano Caruso è tra questi. Altri nomi più noti di questo plotoncino sono Geoffrey Bouchard, Luis Leon Sanchez, Bauke Mollema e Diego Ulissi.
Come da copione, sta venendo fuori una tappa oggettivamente combattuta, tesa, nervosa e per questo bellissima. Ma il meglio deve ancora arrivare.
La discesa tecnica verso Scanno fa una vittima illustre: Matej Mohorič che rovina al suolo, prova caparbiamente a rialzarsi in piedi, fino a che il medico del team non lo obbliga – giustamente – allo stop. Giro finito per lo sloveno.
In sequenza le due salite che seguono sono quella di Fonte Ciarlotto e Forca Caruso, dove la situazione sembra essersi stabilizzata: al comando sono in diciassette, a inseguire, a poco meno di due minuti, è il gruppo tirato dalla Groupama-FDJ della maglia rosa Valter.
La Ineos a tirare
Sulla salita di Ovindoli la Ineos Grenadier comincia da dietro a menare le danze, davanti il gruppo dei fuggitivi comincia a frammentarsi. A forzare sono Simon Carr e Geoffrey Bouchard, che anticipano di pochi secondi un gruppo dio fuggitivi che nel frattempo si è ridotto a nove unità.
Meno venti all’arrivo: oltre agli “Ineos” nel gruppo degli uomini di classifica tirano – ma non alla morte – gli uomini “Astana”.
Cambia musica quando a spezzare il gruppo degli uomini di classifica ci provano anche i Deceunink, complice anche un forte vento laterale che potrebbe favorire i ventagli.
Davanti, invece, sul “dente” che conduce a Rocca di Cambio, il coriaceo francese Bouchard saluta il compagno di fuga Carr.
Cinque chilometri all’arrivo, tutti in salita: la Ineos Grenadier mette in fila il gruppo dei big; la maglia rosa scivola sempre più in coda al gruppo.
In testa l’esausto Bouchard viene ripreso da Bowkman proprio all’ingresso dello sterrato, ai meno 1800 metri, ed è solo la premessa della rimonta dei big che qualche metro dopo rimontano a velocità doppia.
Bernal asfalta lo sterrato
Il gruppo dei big è tirato da Moscon, che evidentemente vuole lanciare Bernal. Prova ad anticipare tutti Vlasov, ma è solo l’apripista di un Bernal che sul tratto più ripido (14 per cento) fa letteralmente il vuoto. A reggere, a una trentina di metri di distanza, è un ottimo Ciccone, con qualche metro di vantaggio sui Vlasov.
Gli ultimi metri addolciscono un po’ la pendenza, ma non inducono comunque il colombiano a mollare neanche di un istante, per alzare le braccia al cielo. Segno evidente di quanto punti a mettere più spazio possibile tra se e tutti gli altri: lo sapevamo già ieri, ma questo Bernal, da oggi, fa ancora più paura a tutti.
Classifiche
RISULTATO DI TAPPA
1 – Egan Bernal (Ineos Grenadiers) – 158 km in 4h08’23”, media 38.167 km/h
2 – Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 7”
3 – Aleksandr Vlasov (Astana – Premier Tech) s.t.
4 – Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick-Step) a 10″
5 – Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) s.t
CLASSIFICA GENERALE
1 – Egan Bernal (Ineos Grenadiers)
2 – Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick-Step) a 15”
3 – Aleksandr Vlasov (Astana – Premier Tech) a 21”
4 – Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 36″
5 – Attila Valter (Groupama – FDJ) a 43″
MAGLIE
- Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Egan Bernal (Ineos Grenadiers)
- Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo Zanetti – Tim Merlier (Alpecin-Fenix)
- Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Geoffrey Bouchard (AG2R Citroen Team)
- Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Intimissimi Uomo – Egan Bernal (Ineos Grenadiers), indossata da Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick-Step)
MC