4 apr 2021 – Un bis potrebbe sembrare una formalità, ma Van der Poel se l’è dovuta giocare con tutte le sue forze. Quest’anno, a meno di un anno dall’ultimo Fiandre, si è presentato con Kasper Asgreen che non lo ha perdonato. E pensare che il favorito della Deceunink Quick Step doveva essere Alpahilippe, dopo la beffa della caduta contro la moto dell’anno scorso.
Volata lunga tra i due, Van der Poel resiste, resiste, poi molla sfinito. E vince Asgreen.
Al terzo posto, Greg Van Avermaet che batte il gruppetto rimasto che ha recuperato anche Van Aert.
Un racconto dalle Fiandre
La Deceunink Quick Step, da padrona di casa, ha fatto strada al Giro delle Fiandre a tutti gli altri. La corsa che considerano di casa l’hanno presa a tutta per tenere davanti il loro capitano, l’Asterix transalpino Julian Alaphilippe. È il solito Declercq, imponente, là davanti finché può a fare il passo. E in genere, Declercq, può per un bel po’ e senza troppe scuse.
Al Fiandre è meglio correre davanti. In tutte le corse è meglio correre davanti, ma qui ci sarebbe da usare il superlativo assoluto trasposto alle posizioni del gruppo. Corri davanti e basta.
Lo hanno urlato tutti i direttori sportivi nelle radio e nelle orecchie dei loro corridori ma in quelle stradine strette l’unica differenza la fanno le gambe e l’attenzione sempre a mille, che è un attimo fare un disastro.
Prendete, ad esempio, Michael Schär, lo svizzero sfortunato della Ag2r che si è trovato dietro al gruppo per vari problemi. Ha pensato di regalare la sua borraccia al pubblico sparuto su una curva. Per i corridori è gesto automatico come agganciare i pedali, come, una volta, stringere i cinghietti degli antichi fermapiedi. Un attimo e la borraccia vola via verso il pubblico che apprezza e ringrazia. Ma la sfortuna vuole che dietro a Schär ci siano due moto, una della giuria, l’altra della tv, con la telecamera. Il gesto in mondovisione diventa un’onta inaccettabile per il nuovo regolamento ufficializzato, come uno scherzo, il primo di aprile. E a Schär non resta che il ritiro obbligato da un regolamento che fa quasi sorridere ma fa disperare lo svizzero. Il suo Fiandre finisce così.
When you realize you forgot new UCI regulations. pic.twitter.com/A9icwa1FIX
— Cycling out of context (@OutOfCycling) April 4, 2021
È così la Ronde. Fuga davanti, massimo 12 minuti e un po’, il gruppo dietro senza troppa decisione, almeno all’inizio. Quel che succede è “solo colpa” del Fiandre. Di quelle strade a serpentina stretta che sbattono i corridori da una parte e dall’altra e a volte per terra senza troppi complimenti.
Si fa la corsa
L’assaggio di Pasqua, Mathieu van der Poel lo serve a 54 chilometri dall’arrivo e gli fa eco, manco a dirlo, Wout van Aert. Davanti c’è lo svizzero Bisseger a fare il vuoto tra i compagni di fuga prendendo il Paterberg da solo. Momenti di gloria, per lui, per meriti già acquisiti (era in fuga dai primi chilometri) prima dell’arrivo di Alaphilippe e poi tutti gli altri favoriti a cercare i meriti definitivi, quelli che decidono la corsa.
Peccato per Matteo Trentin, sopravvissuto dei nove italiani in gara, con i primi. Una gomma a terra lo taglia fuori dalla gara con impotenza.
Negli ultimi 20 chilometri, prima dei muri finali, Asgreen allunga e si porta dietro Van Aert e Van de Poel. Alaphilippe rimane dietro e non tira, come davanti non tira Asgreen, almeno non subito, poi ha il via libera dallo stesso Alaphilippe che le gambe non gli girano come vorrebbe.
E davanti rimangono in due quando Van der Poel accelera a tenere la sua ruota è, a sorpresa, solo Asgreen. Perde le ruote Van Aert poi piantato definivamente sul 20 per cento del Paterberg finale.
Il Fiandre diventa cosa a due e si prepara a un epilogo che parrebbe scontato. Ma uno come Asgreen questa corsa la conosce molto bene. Lo ha dimostrato.
GR